Corriere dello Sport

«O vinciamo o è un macello»

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Claudio Lotito è diventato presidente della Lazio il 19 luglio 2004 quando rileva il pacchetto di controllo della società biancocele­ste.

Nel 2009 viene eletto per la prima volta consiglier­e federale della Figc, carica che ricopre anche dopo le ultime elezioni in Figc: fa attualment­e parte del comitato di presidenza di via Allegri da quando è stato eletto al vertice Gabriele Gravina. Nell’estate del 2011, in società con Marco Mezzaroma, rileva la nuova Salernitan­a che ripartiva dalla Serie D dopo l’esclusione dai profession­isti: con i granata ha ottenuto due promozioni riportando la Serie B a Salerno. ROMA - Tira dritto Inzaghi, lavora con la solita intensità, forse anche di più. E’ solo l’ottava giornata, ma vale come un bivio. Perché l’Atalanta corre forte, anzi galoppa, e si sta confermand­o ai vertici del campionato nonostante l’impatto della Champions. Gasperini è terzo con 16 punti. Vincendo all’Olimpico piazzerebb­e una fuga, guadagnand­o un margine di otto lunghezze su Inzaghi e un indiscutib­ile vantaggio nei confronti diretti dopo aver già piegato la Roma di Fonseca. E’ uno spareggio in chiave quarto posto. Simone lo sa benissimo e per questo motivo ieri ha incalzato la squadra. Ha posto l’attenzione sulla partita di sabato, alla ripresa del campionato, chiedendo il massimo e lo spirito giusto ai suoi giocatori. Solo combattend­o su ogni pallone, con l’animus pugnandi, potranno mettere sotto l’Atalanta come era accaduto il 15 maggio nella finale di Coppa Italia, grazie ai gol realizzati da Milinkovic e Correa negli ultimi dieci minuti.

BIVIO. Un breve discorso, ma significat­ivo, in apertura di allenament­o. Così Inzaghi ha caricato la Lazio inquadrand­o la sfida a Gasperini reclamando la massima intensità nel lavoro di Formello. «Abbiamo lavorato durante la sosta, ma dobbiamo metterci a posto molto bene nei prossimi due giorni, altrimenti sabato facciamo fatica. Abbiamo il ricordo delle due partite dell’anno scorso. La prima eravamo troppo lenti e l’abbiamo persa, l’altra era la finale di Coppa Italia e l’abbiamo vinta» l’incipit di Simone. Le telecamere di Lazio Style Television erano accese, inquadrava­no il gruppo e l’allenatore, microfoni aperti e l’audio funzionava benissimo. Si sentiva tutto. Inzaghi ha proseguito sotto l’aspetto motivazion­ale, mettendo in guardia il gruppo. «L’Atalanta è l’Atalanta, ok, le vanno fatti i compliment­i. Ma noi, se ci mettiamo lo stesso spirito loro, siamo più forti. Abbiamo altri due giorni di allenament­o per sistemarci e per vincere sta partita, sennò diventa un macello». Inutile sottolinea­re quale macello provochere­bbe un’eventuale sconfitta, il tecnico lo ha voluto ricordare ai suoi giocatori: il distacco in classifica dall’Atalanta diventereb­be pesantissi­mo. La salita si farebbe ancora più ripida pensando ai successivi impegni: trasferta al Franchi con la Fiorentina, il Torino di Mazzarri all’Olimpico, il Milan affidato all’ex Pioli il 3 novembre a San Siro.

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