De Siervo: Danno da 100 milioni
«La norma ha penalizzato i club: servono educazione e prevenzione»
La ludopatia è un problema serio, ma la legge che vieta pubblicità e sponsorizzazioni alle società di scommesse non la combatte e in più sta danneggiando pesantemente il nostro sistema calcio. A tre mesi dall'entrata in vigore del divieto nel “Decreto dignità”, il giudizio di Luigi De Siervo, ad della Lega Calcio Serie A, non si presta a equivoci: «Abbiamo già espresso in più occasioni, e nelle sedi opportune, la nostra preoccupazione per una norma che ha creato un danno evidente ai bilanci dei club italiani. La perdita annua stimata è superiore ai 100 milioni di euro», ha detto in un'intervista ad Agipronews. Minori entrate, minore competitività sul piano internazionale. «A livello europeo il mercato delle sponsorizzazioni nel calcio e nello sport nel 2018 ha raggiunto il valore record di oltre 20 miliardi di euro - sottolinea De Siervo - e i ricavi derivanti dalle società di betting rappresentano una notevole fonte di guadagno per i club dei cinque massimi campionati europei. In Premier League, da sempre considerata il benchmark per la riconosciuta capacità di generare risorse, il 50% dei club ha come sponsor di maglia una società di gaming, per un importo di quasi 80 milioni di euro annui. La penalizzazione del calcio italiano sotto questo profilo è evidente».
NON SOLO I CLUB. Lo scenario critico non riguarda solo le entrate dei club: «Anche l’editoria e il mercato televisivo subiranno una forte diminuzione dei propri introiti. Lo stesso Stato italiano nei prossimi tre anni rischierà di perdere sino a 700 milioni di gettito. L'indebolimento progressivo andrà ad incidere sull’Italia come paese candidato ad ospitare grandi eventi internazionali o anche sulla possibilità di investire sul rifacimento degli stadi».
I PROGRAMMI. Una revisione della norma è negli auspici della Lega Calcio: «Massimo rispetto e collaborazione con il Governo, ma serve un intervento che, pur conservando le finalità antiludopatiche, non diminuisca le risorse delle nostre società. Il contrasto al gioco patologico dovrebbe avvenire con appositi programmi di prevenzione ed educazione, si può pensare anche di destinare a questi programmi una quota dell’investimento pubblicitario delle aziende di betting. Il divieto di ogni forma di comunicazione e pubblicità favorisce invece il proliferare del gioco clandestino, individuato dagli esperti come la vera causa delle ludopatie».