MARATONA, CAOS OLIMPICO
Il Cio: «Troppo caldo, andremo a Sapporo». Giappone furioso
Dieci giorni fa le polemiche per il clima estremo in cui sono stati costretti maratoneti e marciatori a gareggiare nel cuore della notte ai Mondiali di Doha, in Qatar. Ieri l'annuncio congiunto del Cio e della Iaaf di voler proporre lo spostamento delle due discipline di resistenza dell'atletica da Tokyo al nord del Giappone, nella regione dell'Hokkaido, a mille km di distanza. Dove d'estate la temperatura media è di circa 6 gradi inferiore a quella della capitale. Maratona e marcia dovrebbero quindi disputarsi lungo le strade di Sapporo, già sede dei Giochi invernali del 1972. Così ha suggerito il gruppo di lavoro del Cio incaricato di valutare l'impatto del caldo eccessivo la prossima estate.
SORPRESA. La notizia ha colto di sorpresa il comitato organizzatore di Tokyo 2020, una parte del quale è impegnato proprio in questi giorni nel II World Press Briefing al quale partecipano un centinaio di giornalisti di tutto il mondo. In cui si è trattato a lungo dell'aspetto clima e di tutte le misure che saranno messe in atto per garantire la salute degli atleti, dei media e anche del pubblico. Già lo scorso aprile erano stati anticipati gli orari di alcune gare di resistenza con il via delle maratone alle 6 di mattina, la 50 km di marcia addirittura alle 5:30, mentre le partite di rugby a 7 dovranno concludersi entro le 12 e l'inizio della mountain bike spostato a dopo le 15. Erano anche sorti dubbi circa l'acqua troppo calda e inquinata della Baia di Tokyo in cui i nuotatori del fondo avevano partecipato a gare preolimpiche.
CALDO. A preoccupare poi è stato il record delle temperature fatte registrare quest'estate a Tokyo, le più elevate da 150 anni: nel periodo dei Giochi (24 luglio - 9 agosto) il termometro non è mai sceso sotto i 35°. E anche il forte tasso di umidità che, soprattutto di mattina raggiunge il 97%, e le immaginI drammatiche degli atleti ritiratisi esausti sul circuito di Doha, hanno spinto verso una proposta che qui a Tokyo troverà non poche opposizioni. Due i motivi. La maratona a Tokyo è un vero rito collettivo, quella internazionale che si celebra ogni prima domenica di marzo raccoglie oltre 400.000 richieste di iscrizione ed è seguita da milioni di spettatori con record di audience tv. L'altro è più recente: l'atletica giapponese, con un alto livello di maratoneti d'élite, ha puntato molto sulla marcia. A Doha per la prima volta il Giappone ha vinto il titolo iridato sia nella 20 che nella 50 km. «Anche perché abbiamo approntato tutte le misure utili a lenire al massimo gli effetti del caldo: Tokyo è il palcoscenico ideale», ha risposto il direttore tecnico di Tokyo 2020, l'ex martellista Koji Murofushi.
«La salute e il benessere degli atleti sono sempre la nostra priorità, la proposta di spostare maratona e marcia a Sapporo dimostra quanto siano serie le nostre preoccupazioni», ha commentato Thomas Bach che ha anche annunciato una riunione straordinaria della commissione di coordinamento a Tokyo il 30 ottobre. In quell'occasione verrà discussa l'iniziativa.
«Da tempo lavoriamo con il Cio e Tokyo 2020 per il miglior svolgimento delle gare - ha commentato il presidente Iaaf, Seb Coe - e continueremo a farlo appoggiando lo spostamento delle due specialità in Hokkaido». Proprio all'indomani dei Mondiali di Doha la Iaaf aveva fornito al Cio le prime risultanze dei parametri fisiologici riscontrati da una campionatura su alcune maratoneti e marciatori in gara. E da mesi lo stesso Cio aveva inviato alle varie federazioni internazionali un questionario sui rischi di caldo e umidità. Per la cronaca l'ultima Olimpiade si svolse a Tokyo nel 1964, ma era ottobre e le temperature più che miti erano quasi invernali.
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