Ritiri in massa e malori: «Era una fornace»
Siamo ancora indecisi: i Mondiali di atletica disputati recentemente a Doha passeranno alla storia come i più caldi di sempre - e purtroppo non ci riferiamo all'entusiasmo sugli spalti - o piuttosto a quelli con il marchio “$” più in evidenza? Perché, considerando le scene a cui abbiamo assistito, il racconto sportivo si è spesso mescolato con un freddo (metaforico) bollettino medico. Per non parlare dell'inutilità di disputare le gare più dure o posticiparle a mezzanotte, quando anzi si sono registrate temperature sui 35°C, con umidità oltre il 75%, come nel caso della drammatica maratona femminile. Già, a ottobre in Qatar fa caldo. Proprio la maratona femminile ha visto all'arrivo appena 40 atlete sulle 68 alla partenza (tra le 28 ritirate le azzurre Epis e Dossena, con quest'ultima che dichiara: «Il mio fisico è esploso») e le critiche di Paesi non esattamente celebri per il clima mite come l'Etiopia. Condizioni estreme che comunque non hanno impedito a Eleonora Giorgi di vincere (alle 3.40, ora locale) il bronzo nella 50km di marcia.
«Ci hanno messo in una fornace!», le parole del fuoriclasse francese della marcia Yohann Diniz, pure lui nella lunga lista dei ritirati. Diniz ci ha provato nella 50km, la 20 si è disputata con l'88% di umidità.
Meglio è andata a chi gareggiava nel Khalifa Stadium con il tanto discusso sistema di raffreddamento da far rabbrividire (metaforico) Greta e gli altri. Sugli spalti, una media di 2000 spettatori a sessione. Ma va tutto bene, madama la marchesa. E buon Mondiale 2022 di calcio a tutti.