Corriere dello Sport

«BELLO RIPARTIRE DALLA MIA ITALIA»

Andrea Gardini rientra dalla Polonia per scommetter­e su Piacenza in Superlega «Sono curioso, amo il talento e il campionato è aperto: avremo sorprese a ogni giornata»

- Di Stefano Ferrari

Andrea Gardini ha 54 anni ed è stato il primo giocatore italiano a essere inserito nella "Hall of Fame" di Holyoke, la località dello Stato del Massachuse­ts dove la tradizione dice che il volley venne inventato nel lontano 1895. “Gardo” è pertanto un fuoriclass­e, uno della “Generazion­e di Fenomeni” e anche uno fra i tanti predestina­ti che, dopo avere vinto (quasi) tutto sul flex, hanno fatto benissimo anche in panchina: con lui Lorenzo Bernardi, Fefè De Giorgi, Andrea Giani, per citare i più noti. Ed è proprio il grande centrale di Ravenna, Treviso, Roma e Modena una delle novità della nuova Superlega che scatta nel week end: la neonata compagine You Energy di Piacenza, nata lo scorso anno e già protagonis­ta, ha riportato in patria un talento come il suo dalla Polonia, quasi come accade per i cervelli in fuga che ritrovano un posto al sole da noi. Ora, dopo avere vinto una Polska Liga con lo Zaksa ed avere affrontato un manipolo di squadre italiane in Champion's League, da domenica è pronto a sfidarle anche nella nostra vecchia A1, ribattezza­ta Superlega. Gardini, è emozionato per il ritorno a casa?

«Sono molto curioso e ho tanta voglia di cominciare. Dopo anni lontano da qui, ritornare in Italia mi offre grandi stimoli, sono felice, mi confronto con un campionato di altissimo livello».

Cosa si porta in Italia dall'esperienza polacca?

«Storie di emozioni, di educazione, una sfida che ritengo vinta con la lingua e lo stile di vita che sono diversi dai nostri, dal punto di vista sportivo, un confronto prima a livello di Nazionali e in seguito con un campionato che ha sfornato talenti a volontà negli ultimi anni: non a caso, la Polonia ha vinto gli ultimi due Mondiali».

Italia e Polonia, campionati a confronto.

«Le più forti squadre polacche se la giocano con le nostre, ma non con Lube e Perugia: quelle se stanno bene e danno il massimo sono inavvicina­bili. L’ho visto con il Zaksa: siamo arrivati all’atto finale di Champion’s ma poi non c’è stata storia».

Com'è la sua Piacenza vista oggi? «Una squadra giovane, con la pretesa di imparare, di giocare senza porsi limiti, la consapevol­ezza di poterselo permettere, ma non ho nessuna idea adesso su dove potremmo arrivare. Dipende da tante cose - allarga le lunghissim­e braccia il centrale di Bagnacaval­lo - Comunque il nostro ds e la società che sono stati in grado, da nuovi arrivati in Superlega, di fare un ottimo mercato». Fra gli altri sono arrivati l’ex capitano della Lube Dragan Stankovic, un talento puro come Dick Kooy, l’austriaco Berger ed è rimasto il 41enne Alessandro Fei, uno che tempo fa dava il cambio in Nazionale proprio a Gardini.

E Gardini che allenatore è?

«Uno che cerca il dialogo con i suoi giocatori e mette le regole, uno che vuole vedere crescere il suo gruppo e che ama il talento».

Molti sui compagni della “generazion­e” ora fanno gli allenatori ad alto livello. Come se lo spiega? «Siamo stati un bel gruppo, di quelli che che ne nascono pochi in un secolo. Siamo ancora appassiona­ti, evidenteme­nte abbiamo qualcosa da dare». Chièilfavo­ritodiques­tastagione? «Civitanova e a Perugia sono un gradino sulle altre ed il motivo è chiaro. Hanno costruito due squadre titolari ciascuna, intercambi­abili, fortissime, con l'obiettivo di vincere tutto: campionato, Supercoppa, Coppa Italia, Champion's League. Per battere le più grandi servono dodici titolari, loro li hanno».

Dietro chi c'è?

«Modena e Trento su tutte. Andersson-Zaytsev sono straordina­ri, anche Bednorz un talento vero. Trento si è rafforzata e si è strutturat­a. Sono le altre due del poker delle più forti. Vedrete che nelle varie Final Four queste saranno le squadre iscritte».

Outsider ne vede alla vigilia? «Beh, il campionato è aperto, livellato verso l'alto, la bellezza della Superlega è proprio questa, vedremo sorprese ogni domenica». Leidagioca­torehavint­osettescud­etti, quattro Coppe dei Campioni e tre titoli mondiali: vede un altro Andrea Gardini oggi in circolazio­ne?

«Generazion­i diverse, non è possibile avvicinare un giocatore degli anni Novanta a uno di oggi. Se devo essere sincero, di recente mi sono rivisto in Mateusz Bieniek, il centrale polacco appena acquistato dalla Lube: ha 25 anni, ha già vinto un Mondiale ed è un tipo tosto, determinat­o e ha qualità. Il futuro può essere suo».

«Lube e Perugia su un altro livello, ma noi abbiamo fatto un ottimo mercato»

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FOTO CEV Andrea Gardini, 54 anni, reduce della panchina dello Zaksa
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Gardini è cresciuto nei primi anni Ottanta con Ravenna

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