Corriere dello Sport

«PALERMO, SOGNO REALIZZATO ORA TORNIAMO INSIEME IN A»

Il difensore col “primato” di autogol più veloce si racconta in esclusiva. È ambizioso, le difficoltà non lo abbattono Crivello: I record e le rivali che vogliono batterci? La sola cosa che importa è vincere il campionato

- di Salvatore Geraci PALERMO ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Per fortuna è in buona compagnia, Roberto Crivello, come De Vrij (sedici secondi) e... meglio di Pjanic (due in più), il più veloce, nella storia rosanero anche in A, a firmare un autogol. «Ne avrei fatto a meno. L'ho rivista mille volte la “prodezza”. Ho cercato di proteggere il primo palo, anche se non era compito mio. In ritardo e scoordinat­o, ho colpito di collo pieno. Un eurogol (ride, ndr)».

Ci ha sorpreso la sua calma.

«Cose che capitano. “Calmi c'è tutta la partita”, la mia unica frase. Poi, ho portato il pallone a centrocamp­o».

Tre minuti e avete capovolto il risultato. Ma che squadra siete? «Fuori dal comune».

Sette vittorie di fila, e dite di non essere al massimo... «I record non ci interessan­o. Siamo nati per vincere il campionato. Il resto, ciliegine».

A un interista fa male sentirsi la Juve della D? «La passione per l’Inter nasce in famiglia, la Juve mi ha trasformat­o in uomo. Non sono cresciuto in curva, ma il Palermo è nel cuore. Nel 2011, ero a Roma per la finale di Coppa Italia, proprio contro l’Inter, con la magliettin­a del Palermo».

Alcuni avversari non vi consideran­o marziani. «Gli altri parlano, noi mostriamo la forza in campo. Siamo la squadra da battere e non ci nascondiam­o».

Da Palermo a Torino a 13 anni.

«Noi terroni ci adattiamo. Però, da persona emotiva, quando il compagno di stanza piangeva, soffrivo la lontananza».

Titolo di studio?

«Ragioniere. Mamma Maria Grazia, fumatrice incallita, mi spronava con le promesse: “Se vieni promosso, smetto”. E non smetteva. Studiavo più per lei che per me. Però, tornassi indietro, imparerei almeno l’inglese. A Londra, con mia moglie Laura, mi esprimevo a gesti». Cosa è rimasto della sua Juve? «L’amicizia con Ciro (Immobile, ndc), ragazzo d’oro e il ricordo dolente di essere andato via dopo il trionfo nel Viareggio. Infatti, si infortunar­ono tutti i terzini della Juve e venne richiamato Grosso che era fuori rosa. Mi sono mangiato le mani».

Il segreto del primato?

«Giocatori di categoria superiore che fanno la differenza. Santana, a 37 anni, corre più di tutti. Siamo un bel mix. Alcuni giovani scalpitano ma non hanno spazio. La gente, per esempio, non conosce Mendola, elemento di primo piano. Per sua ... sfortuna, andiamo a mille». Accardi è finito in panchina con il suo arrivo. «Io e Lancini stiamo facendo bene. Accardi era in B e pensava, giustament­e, di giocarle tutte. Però, non molla ed è un esempio».

Perché la maglia numero 24?

«Sempre avuto la 3. Ora ho altre esigenze. Avrei voluto la 6, data di nascita di mio figlio Gaspare, ma era occupata. Così, ho scelto la 24, giorno in cui è nata mia moglie».

Storia di occasioni mancate ma anche di soddisfazi­oni, la sua. «Ho fatto la gavetta, ho vinto il Viareggio, la C2, la C1, due volte la B. Un solo rimpianto. In A, con Stellone, avevo un problema al ginocchio ma soffrivo in silenzio pur di giocare. Ovviamente, le mie prestazion­i calavano».

Hobby?

«Mi piace andare al cinema, sono malato di serie tv e di partite. Laura non ne può più...».

L’attaccante che le ha dato più fastidio? «Higuain, “immarcabil­e” nel Napoli di Sarri. E Jovetic nell’Inter. Un fenomeno».

Il compagno di sempre?

«Daniel e Matteo Ciofani. Con Daniel un rapporto fraterno. Il primo anno, con quello che mi davano, aiutavo la mamma e lui mi prestò i soldi per prendere la patente».

Pergolizzi, una sorpresa?

«Avevo molti amici nella squadra che vinse lo scudetto Primavera con lui. Curiale mi aveva avvisato: “Un martello e un motivatore: se dai tutto, è felice”».

Perché la D e rinunciare a molti quattrini? «Il Palermo non ha prezzo». Ha un accordo per il futuro?

«Un progetto esiste, sia pure a parole. Il mio obiettivo è tornare in A. Tutte quelle sensazioni che non ho vissuto da bambino le sto provando adesso. Un sogno che sono riuscito a realizzare».

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 ??  ?? Due immagini di Roberto Crivello in campo. In basso a destra una foto donata dallo stesso giocatore del Palermo, insieme alla moglie Laura
Due immagini di Roberto Crivello in campo. In basso a destra una foto donata dallo stesso giocatore del Palermo, insieme alla moglie Laura
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