MILAN, ROSSO DA PAURA
Il bilancio certifica un passivo pesantissimo: 146 milioni contro i 90 previsti, il peggiore nella storia rossonera. Le origini del buco
Perdita record per il gruppo AC Milan, che, al 30 giugno 2019, ha chiuso con un “rosso” di 145,9 milioni di euro (il passivo più forte nella storia del club). Un dato molto più alto rispetto alla stima di pochi mesi fa, quando si era parlato di un disavanzo non superiore ai 90 milioni di euro. Un risultato economico-finanziario, tra l’altro, molto più negativo rispetto al precedente bilancio sotto la guida del broker asiatico Li Yonghong (-126 milioni di euro). Il peggioramento è di circa 20 milioni di euro e pone forti interrogativi sul presente, ma soprattutto sul futuro del club attualmente gestito dal fondo Elliott Management Corp.
I costi di produzione della realtà rossonera sono pari a 373,4 milioni(in aumento del 5,1%, mentre nella precedente gestione si sono fermati a 354,4 mln di euro), con il personale che pesa per il 49,5% (184,8 mln) e gli ammortamenti/ svalutazioni per il 24,9% (93 mln). Seguono i “costi per i servizi e godimenti beni terzi” per il 16,1% (60,1 milioni), gli “altri costi” per il 4.4% (16,6 mln), gli “oneri per la gestione dei diritti dei calciatori” per il 3,7% (13,8 mln) e, infine, i “costi per l’acquisto di merci” per l’1,4% (5,1 mln). Il monte ingaggi (inclusi i salari di manager e impiegati), è cresciuto di ben 34,4 milioni di euro nel confronto anno su anno. Troppo per una realtà alla ricerca di un equilibrio gestioniale, con l’occhio rivolto al fair play finanziario imposto dall’Uefa a tutti i club interessati alle competizioni continentali. Anche se questo bilancio rimarrà fuori dall’osservazione degli ispettori di Nyon.
Dall’analisi delle voci che compongono i costi solo due non sono aumentate, a distanza di un anno: nello specifico gli “ammortamenti e svalutazioni” (-17,5 mln) e gli “altri costi ed oneri” (-12,3 mln). Tutto il resto è schizzato in alto, con “personale” e “oneri da gestioni da calciatori” incrementati rispettivamente di 34,4 milioni e di 11,1 milioni rispetto all’unica stagione “cinese” (2017/18).
DIRITTI TV. A peggiorare la fotografia del bilancio AC Milan c’è l’esame dell’area ricavi, sempre nel confronto con il 2017/18 quando la gestione era saldamente nelle mani dei cinesi. Il valore totale della produzione, al 30 giugno 2019, è stato pari a 241,1 milioni di euro(contro i 255,8 milioni di un anno prima). In sintesi -14,7 milioni di ricavi nel confronto anno su anno (-6,1% a livello percentuale). A tenere a galla il bilancio rossonero sono, ancora una volta, i diritti audiovisivi e media in area 113,8 milioni (il 47,2% del totale), in crescita di 4,5 milioni (+3,9%). Diminuiscono, invece, i proventi da sponsorizzazioni: 38 milioni (15,8% del totale) contro i 44,7 milioni del bilancio 2017/18. In generale, il club rossonero può contare ancora su diversi contratti di sponsorizzazione su base pluriennale ma è stato penalizzato dal mancato rinnovo di un contratto top (da parte della Lega calcio) e da minori bonus riconosciuti da uno sponsor ufficiale per non aver raggiunto i risultati sportivi.
Se, fino ad oggi, il fondo Elliott, come sottolineato nel bilancio consolidato, ha versato 265 milioni (fino al 30 giugno 2019), più altri 60 milioni tra luglio, agosto e settembre, a breve si troverà nella difficile situazione di dover lanciare una robusta ricapitalizzazione, anche se sono altre le ipotesi allo studio per superare lo stallo economico-finanziario.
La dirigenza rossonera infatti potrebbe optare per strumenti di “finanza creativa”, così da alleggerire il bilancio in chiave di fair play finanziario ed evitare, già a gennaio, cessioni dei pezzi pregiati presenti in “rosa”, ma l’equilibrio gestionale del club, nel breve-medio periodo, è un vero e proprio miraggio. Unica nota positiva: il patrimonio netto del club è tornato positivo per 83 milioni.
Un aspetto positivo: questi dati restano fuori dal controllo Uefa sul fair play
Schizzano in alto tutte le voci di spesa soprattutto il costo del personale