Corriere dello Sport

«Senza Squinzi è una sfida terribile»

Carnevali rivela come il Sassuolo sta aspettando la partita con i nerazzurri

- Ramazzotti

Quello di domenica sarà l’incontro più difficile della sua carriera da dirigente. Non tanto e non solo perché di fronte ci sarà la formazione di Antonio Conte che è seconda il classifica. Per Giovanni Carnevali Sassuolo-Inter sarà soprattutt­o la prima gara dopo la scomparsa del patron Giorgio Squinzi. Da amministra­tore delegato neroverde aspetta di capire quale sarà la risposta della squadra sul campo, mentre da uomo si prepara a vivere una giornata nella quale trattenere le lacrime non sarà facile. Ci ha raccontato il momento che lui e il club stanno vivendo senza dimenticar­e di parlarci dell’amicizia che lo lega a Marotta e di svelare un gustoso retroscena sull’affare Sensi, in estate finito all’Inter, ma “sondato” anche dal Barcellona.

Carnevali, come si immagina la prima partita senza Squinzi? «Difficile e complicata sotto ogni punto di vista. Sarà una giornata particolar­e, nella quale dovremo sforzarci di tenere a bada i sentimenti e di pensare solo a quello che succederà sul campo».

La squadra è ancora provata? «E’ stato un colpo importante. Non dico inaspettat­o, ma duro. Non avere più in società il dottore è una perdita incredibil­e perché lui ha sempre trasmesso a tutti noi il coraggio, l’entusiasmo e la volontà di crescere e di migliorarc­i. I ragazzi hanno risentito di questa perdita, ma adesso dobbiamo guardare avanti perché lui avrebbe voluto così. Bisogna lavorare per ottenere un bel risultato domenica e in tutti gli incontri da qui a fine stagione».

Lei quanto sente questo vuoto? «Ho perso una persona straordina­ria, un maestro. Non era solo un datore di lavoro, ma un esempio, un secondo padre. Con lui ogni giorno condividev­o quello che succedeva in società. Mi ha sempre considerat­o parte della sua famiglia e mi ha dato la possibilit­à di lavorare potendo operare e decidere in prima persona. Mi mancherà un grande appoggio e di sicuro da qui in avanti avrò ancora più responsabi­lità, ma tutto ciò non mi fa paura».

C’è un ricordo speciale che la lega a Squinzi?

«Le parole rassicuran­ti che mi diceva, frasi che mi trasmettev­ano la forza di andare avanti anche nei momenti più difficili. Ci spronava a ottenere risultati sempre migliori e ha sempre centrato l’obiettivo visto che il Sassuolo è in A da 7 anni, ha uno stadio di proprietà e ha costruito il suo centro sportivo. Il tutto grazie a lui».

Che rapporto aveva Squinzi con lo spogliatoi­o?

«Considerav­a i giocatori un po’ i suoi figli e quando c’era da cederne uno, per me era un problema perché non aveva piacere a veder partire i suoi ragazzi. Le trattative per cedere Defrel, Sensi e Politano gliele ho svelate quando stavamo per firmare».

Berardi invece non le ha mai permesso di cederlo.

«Il suo desiderio è sempre stato quello di trattenerl­o. Domenico a sua volta non voleva andarsene perché ha capito la volontà del patron e della società».

Squinzi ha mai cercato di suggerirle un acquisto?

«A dire il vero sì (sorride, ndr). Mi chiamava al telefono e mi chiedeva se avevo comprato… Messi. Gli rispondevo “Ci stiamo lavorando. Ora vediamo cosa riusciamo a fare”. Era il nostro modo per scherzare. Ma quando gli ho detto che avevamo ripreso Defrel, una delle cessioni per lui più dolorose, era felice come se avessimo acquistato Messi».

Sassuolo-Inter per Squinzi, milanista doc, era sempre un match “sentito”.

«Ogni volta che batteva l’Inter metteva una targa nel suo ufficio. Lo faceva soprattutt­o perché durante la scalata del Sassuolo dalla C alla A parlava sempre del suo desiderio di sconfigger­e l’Inter a San Siro. Traguardo raggiunto. Tante idee e tante cose che ha detto si sono realizzate. Sosteneva che con l’impegno, le motivazion­i, la generosità, il sacrificio e soprattutt­o l’umiltà tutto è possibile. Aveva ragione».

A fine stagione che regalo vorrebbe idealmente fargli?

«Vorrei che la squadra avesse espresso sempre un buon calcio. A lui piaceva vedere che il Sassuolo giocava bene e valorizzav­a i giovani».

La parola Europa non la pronuncia?

«Mettiamola così: giorno dopo giorno puntiamo a costruire qualcosa di importante per riportare il Sassuolo in Europa».

E’ stato giusto rinviare Brescia-Sassuolo? «Assolutame­nte sì. La perdita del dottore per noi è stata uno choc importante e la squadra quando ha appreso la notizia non si è voluta allenare per due giorni. Nella vita ci sono cose più importanti di una gara di calcio».

Senza il suo patron, che futuro aspetta il Sassuolo?

«La società è parte di un’azienda importante a livello internazio­nale come la Mapei e alle spalle ha la famiglia Squinzi. Io ho il compito di proseguire il progetto voluto dal dottore».

Che Inter si aspetta domenica? «Una squadra forte che proverà a vincere per dimenticar­e il ko con la Juventus».

Un bel vantaggio trovarla senza Sensi, Sanchez e D’Ambrosio. «L’Inter ha una rosa in grado di sopperire a certe assenze. Mi preoccupan­o più le nostre: Chiriches è un elemento importante da “regalare”, ma resto fiducioso perché abbiamo giocatori importanti. Io comunque Sensi con la maglia nerazzurra nel nostro stadio lo avrei visto volentieri». Sensi è l’Iniesta italiano? «Rispondo raccontand­ovi un retroscena: quando sono stato a Barcellona per la trattativa Marlon, uno dei dirigenti del Barcellona mi ha chiesto informazio­ni proprio su Sensi. Lo conoscevan­o e lo seguivano anche loro, ma l’Inter è stata più rapida. Abbiamo chiuso l’affare di venerdì, al termine di una riunione lampo nella sede nerazzurra alla quale ha partecipat­o anche Conte. Il lunedì succesivo avrei avuto un appuntamen­to importante con un club straniero. Brava l’Inter a puntare sul ragazzo con più determinaz­ione rispetto agli altri».

Che effetto le fa vedere in nerazzurro Politano e Sensi, due dei vostri ragazzi?

«E’ una soddisfazi­one aver dato loro l’opportunit­à di arrivare in una grande. Dietro a tutto questo c’è il lavoro dell’intera società».

Sassuolo-Inter sarà anche la sfida tra lei e Marotta.

«Beppe è un amico vero. Il nostro rapporto è iniziato oltre 30 anni fa, dopo anche avevo finito di giocare nella Solbiatese. Mi ha voluto con lui al Monza e poi al Ravenna e al Como. Mi ha dato la possibilit­à di iniziare a lavorare nel calcio ed è stato il mio maestro. Con gli anni il nostro rapporto è diventato ancora più stretto e sono stato pure il suo testimone di nozze».

Se lo batterà, è pronto a offrirgli una cena per consolarlo? «Volentieri, ma pagargli una cena è complicato... Anche sabato comunque ceneremo insieme: ci è capitato spesso prima di una partita e non abbiamo mai parlato del match del giorno dopo».

Conte è il miglior allenatore italiano?

«Dico di sì e allargo il concetto a tutti i tecnici che sono attualment­e in Serie A».

E’ migliore anche di Allegri? «Allegri è fantastico. Sono stato il direttore generale di Max quando era a Pavia e tra noi è nato un bel rapporto di amicizia. Recentemen­te ci siamo visti al funerale di Squinzi che con Allegri aveva un feeling speciale. Vedrete che Massimilia­no tornerà ad allenare presto, magari all’estero». Perché Di Francesco, che con voi era stato super, alla Roma e alla Samp è stato esonerato?

«Il valore di Di Francesco lo conoscono tutti e non è in discussion­e. A Genova probabilme­nte ha patito le problemati­che che il cambio di proprietà comporta, mentre a Roma ha fatto bene. Vedrete che si riprenderà presto».

Il vostro De Zerbi è già da grande squadra?

«E’ il più giovane tecnico della Serie A, un allenatore che diventerà importante: ama il bel calcio e ha qualcosa di diverso dagli altri. Deve solo avere un po’ di tempo per acquisire esperienza».

Rogerio,BogaoCaput­o:qualesarà il prossimo gioiello che il Sassuolo cederà a peso d’oro? «Rogerio per l’età e per le caratteris­tiche che ha, già a gennaio ha avuto una richiesta importante dall’estero (dal Chelsea, ndr), ma lo abbiamo tenuto riuscendo anche a comprare il suo cartellino dalla Juventus».

Ha rammarichi per un acquisto sfumato?

«Quello di Duvan Zapata. Con il Napoli avevamo una trattativa avviata, ma il giocatore preferì la Sampdoria. Su di lui eravamo arrivati primi anche quando è sbarcato in Italia: mancava solo la firma sul contratto e se non si fosse inserito il Napoli...».

«Spero di chiudere la stagione giocando un buon calcio. Noi al lavoro per tornare in Europa. Intanto battiamo l’Inter suo primo obiettivo»

«Alla vigilia cenerò con Marotta, come spesso mi capita: amico e maestro da una vita. Conte è super, De Zerbi il top più giovane»

Chi vincerà lo scudetto?

«La Juve perché è la più forte. In campo e anche dietro la scrivania. Rispetto al passato, però, il gap con l’Inter si è ridotto».

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ANSA Giorgio Squinzi, morto il 2 ottobre scorso a 76 anni e l’ad del Sassuolo, Giovanni Carnevali

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