Corriere dello Sport

LAMPO DI LAZOVIC PARMA SI FERMA

Al Tardini vince il Verona grazie a un sigillo del serbo Traversa di Gervinho e tre buone occasioni per i padroni di casa Ma che grinta la squadra di Juric

- Di Furio Zara

In questa serie A di valori livellati si vincono le partite senza i gol degli attaccanti (7 gol segnati in 10 turni, zero dalle punte), con una squadra costruita con sapienza e intuito, riempiendo le caselle vuote con nomi sconosciut­i (non fate i fenomeni: chi di voi li conosceva Kumbulla, Amrabat e Rrhamani prima di questa estate?), trovando - con merito - un gol da cineteca e presidiand­o ogni zona del campo come soldati in trincea, roba di alto artigianat­o questo Hellas Verona marchiato a ferro e fuoco da Juric, altro che. In questa serie A si perdono le partite per una distrazion­e, un rimpallo beffardo, hai voglia poi a rimontare, sei sgonfio, non hai forza nelle gambe perché te ne mancano sette (!) e in panchina hai portato solo quattro giocatori di movimento, tra cui due Primavera: ci ha pure provato, il Parma, ma non era proprio serata. L’illusione di poter davvero salire al piano superiore, magari affacciars­i alla finestra che dà sull’Europa, resta tale. Il Parma resta inchiodato ai suoi 13 punti (che comunque costituisc­ono una eccellente classifica) e tra oggi e domani si vedrà inevitabil­mente superato da qualcuno della concorrenz­a. Il Verona invece sale a 12 e va oltre ogni aspettativ­a. Squadra con vocazione corsara, questo Hellas: 7 punti su 12 ottenuti in trasferta, ha vinto al Tardini e a Lecce, ha pareggiato a Cagliari. Squadra a cui è difficile fare gol: ha chiuso 4 partite su 10 con la porta inviolata, ha perso con due gol di scarto solo a Napoli (2-0), ha fatto sudare assai - per dire - Juventus e Milan. Juric l’ha plasmata a sua immagine e somiglianz­a, aggressiva, mai doma, ostica e anche agnostica, come da celebre gaffe nel tempo che fu (Sacchi, Trapattoni, svariati giocatori).

UNA PERLA. E dunque: primo tiro in porta, subito gol. Lazovic, quando sta per scoccare il decimo minuto. Il serbo sfrutta un rimpallo, col pallone che sbatte sullo stinco di Darmian e galleggia in una terra di nessuno, si sposta da sinistra, si accentra, due passi e botta all’incrocio, senza pietà. Imprendibi­le. Il resto della partita è una sceneggiat­ura che si scrive da sé: il Parma attacca, il Verona si difende. Ma il Parma attacca con poche idee, affidandos­i ai guizzi di Gervinho, privandosi di un gioco corale cui non sa dare forma. E il Verona si difende con grande bravura, senza mai perdere la calma, affidandos­i a tre gladiatori, Rrhamani, Kumbulla e Gunter, tutti e tre debuttanti quest’anno in Serie A. Il Parma recrimina per un contatto Salcedo-Darmian (l’arbitro non lo giudica da rigore), per una traversa di Gervinho nella ripresa e va a sbattere tre volte contro un super Silvestri, bravo a respingere i tiri di Gervinho e Karamoh e il colpo di testa di Dermaku. Ci poteva stare il pareggio, se non si è capito. Ma onore al Verona, squadra assemblata con pochi soldi e molte intuizioni, tosta e tignosa. Consentite­ci il paragone: sembra il Perugia di Cosmi che all’alba del Duemila si affacciò in Serie A, quella squadra-risiko costruita da Gaucci: a tanti di loro bastò una stagione per farsi conoscere, apprezzare e spiccare il volo. Succederà così anche con quelli dell'Hellas, c'è da scommetter­ci.

D’Aversa non riesce a fare il salto in avanti C’è super Silvestri a dire di no a tutto

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LAPRESSE Darko Lazovic (29 anni) segna il gol decisivo del Verona

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