Orsolini: La mia missione è andare in doppia cifra
«Il posto in campo da titolare va guadagnato, non è un diritto E io voglio ripagare il Bologna»
La pennellata ce la mette sempre Walter Sabatini, adagiato su una delle poltrone di Casteldebole come un’opera dadaista: «Ho perso tutta la mia credibilità con lo spogliatoio quando l'ho paragonato a Recoba». Ridono tutti, anche il Recoba vero, che è dietro le quinte: è venuto a Casteldebole a salutare il suo amico Diego Perez. Il paragone è però tutto sulle spalle di Riccardo Orsolini, mezzo turno di riposo contro la Samp e oggi pronto a riprendersi la scena, la leadership, il gol. «Il posto da titolare non è obbligatorio per nessuno, nel corso della stagione non puoi pretendere di giocare sempre, è normale. Il posto te lo devi guadagnare settimana dopo settimana». Il sorriso è sardonico, un po’ di sfida, tutti sappiamo l’importanza di Orsolini. Su di lui hanno messo fiches per 15 milioni di euro: «Apprezzo tanto lo sforzo economico che ha fatto la società per trattenermi. Cercherò di ripagare. Qualche volta ho cercato di strafare, è vero, ma non per egoismo sia chiaro. E’ perché mi sento importante e cerco sempre di dare il massimo, anche in una giornata no».
PREGI E DIFETTI. Cagliari è la tappa giusta per lui. Dopo aver raddrizzato la rotta con i tre punti con la Samp, ora il Bologna vuole punti per sentirsi grande. Di pari passo con i suoi protagonisti, Orsolini su tutti, che vuole ristabilire il feeling con il gol. «Io devo cercare di essere il più imprevedibile possibile - dice -, quando ti aspettano sul sinistro devi essere più inaspettato. Giocare con il piede debole mi aiuterà nell’uno contro uno, che per me è un fondamentale». Non sono rare le volte in cui Sinisa Mihajlovic gli ha detto di osare, osare, osare. E l’unico modo che ha un attaccante per osare è cercare il dribbling, la giocata, l’assolo. Il gol verrà di conseguenza. «I miei pregi e i miei difetti li conoscono tutti, li conosco anche io. Ma sono giovane e per quelli come me è normale sbagliare. Penso solo a migliorarmi, lo faccio con il mister e lo staff. L’anno scorso il mister mi aveva punzecchiato con la storia di Simone Edera, ma l'ho preso come uno stimolo per fargli cambiare idea e alla fine ci sono riuscito».
DOPPIA CIFRA. Quest’anno, prima della gara contro la Samp, Orso era in calo. Doveva dare di più, tutti da lui si aspettavano molto. Mezzo turno in panchina deve avergli fatto bene. «Doppia cifra? Quello è un di più, un plus. I gol vengono con le prestazioni, è la verità». Fin qui Orso ne ha segnato soltanto uno in nove partite, tre gli assist. Un giorno disse che il gol era un’ossessione. Ma le cose cambiano: «No, non è un’ossessione. Però alla doppia cifra mi piacerebbe arrivarci». Di certo da lui ci si aspetta una percentuale realizzativa più alta. «L’anno scorso ci sono andato vicino, quest’anno cercherò di ripetermi avendo una stagione a disposizione». A cominciare da oggi.