Corriere dello Sport

Bolpin: Saremo noi i guastafest­e

- Di Fabrizio Fabbri

Nella Benacquist­a Latina che marcia a gonfie vele nel girone Ovest della A2 c’è un ragazzo che nella città pontina si sente di casa. «Sono di Venezia - dice Riccardo Bolpin, guardia classe 1997, che si sta rilanciand­o dopo l’annata a Pistoia - nato sul mare. In questo momento sono in spiaggia a sentire il rumore delle onde. Mi aiuta a ricaricare le pile e tornare in palestra pronto a reggere i ritmi alti che coach Gramenzi ci impone».

Non è certo l’unico veneto sbarcato da quelle parti. «Lo so che quando hanno bonificato le paludi, tante persone della mia regione sono venute qui e hanno messo radici da queste parti. Un altro motivo che mi fa pensare di aver fatto questa estate la scelta giusta».

Anche se Riccardo voleva ancora la serie A giocata la scorsa stagione con Pistoia... «Chi non punta al massimo? In Toscana ho capito che posso fare quel tipo di campionato e sembrava che dopo la preparazio­ne con Trento potessi rimanere con lopro. Poi è arrivata l’interessam­ento, molto forte, della Benacquist­a. A Trento non era ancora nulla sicuro, e allora ho detto sì. Sono felicissim­o della scelta fatta».

Latina ha vinto tre partite su quattro e oggi affrontare il derby regionale contro Rieti al PalaSojour­ner (ore 21). «Un ottimo ruolino di marcia, anche se abbiamo il rammarico della sconfitta contro Biella. Abbiamo perso per due punti, e con qualche pallone gestito meglio ora parleremmo di percorso netto». La società ha delineato i suoi obiettivi. «Ogni stagione il club vuole fare un passo in avanti. Non siamo certo la squadra favorita per salire in A, ma non ci dispiacere­bbe essere una sorta di guastafest­e. Dobbiamo centrare i playoff e farlo bene per garantirci un buon posto nel tabellone. Rispetto al campionato scorso non ci sono corazzate come la Fortitudo, Treviso o Roma. Sarà divertente». Tanto quanto allenarsi e giocare per Franco Gramenzi. «Lo confesso, all’inizio ho fatto fatica. Venivo dalla serie A dove i giochi sono specifici per ogni situazione: per dare palla al lungo, per far tirare la guardia in uscita dai blocchi. Il coach invece ci fa giocare un basket libero, che deve essere figlio delle letture. Mi sono dovuto adattare, e ogni giorno che passa va sempre meglio. Ci divertiamo e vogliamo che si divertano i nostri tifosi».

Un po’ come accade nei campetti del 3 contro 3. Bolpin ha vinto, in questa disciplina che è diventata sport olimpico, la medaglia d’argento con la Nazionale ai Giochi

del Mediterran­eo a giugno in Spagna. «Abbiamo ceduto in finale solo alla Francia, dopo un supplement­are. Il 3 contro 3 è particolar­e: c’è grandissim­a intensità un po’ come nel campetto sotto casa». Ha poco tempo per lo svago. «Con Gramenzi ci si allena tanto e molto duramente. Sono tifosissim­o dell’Inter. Spero che Conte possa cambiare l’andazzo degli ultimi anni. Se non ci riesce lui, chi può farlo?».

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SIMONESCHI/LATINA Riccardo Bolpin, 22 anni, da quest’anno a Latina

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