Lega, niente presidente Scontro tra Cairo e Lotito
Il candidato presidente Dal Pino non passa. Il commissario lascia
Come previsto è stata fumata grigia, anche se, alla fine, a Dal Pino è mancato soltanto un voto per essere eletto nuovo presidente della serie A. Nelle prime due tornate di ieri, infatti, è riuscito a raggiungere le 13 preferenze, mentre alla terza si è fermato a 12. A quel punto si è capito che non era più il caso di insistere. Ci si riproverà il prossimo 8 gennaio, quando basterà la maggioranza semplice. Già, ma Dal Pino sarà ancora disponibile? La domanda è lecita, visto che aveva messo come pregiudiziale alla sua candidatura un’ampia maggioranza. Dovesse andare male anche la terza Assemblea elettiva, allora aumenterebbero le chance che in via Rosellini si insedi un vero commissario.
CICALAOUT. Intanto, già nelle prossime ore uscirà di scena l’attuale commissario ad acta. Sarà lo stesso Cicala (ieri in totale balìa di presidente e dirigenti) a dare le dimissioni, oppure ci penserà direttamente Gravina a intervenire nel Consiglio federale di domani, nominando un sostituto. Una decisione inevitabile alla luce del conflitto di interessi emerso per il ruolo di membro supplente del consiglio di sorveglianza della Lazio da parte di Cicala. In ogni caso, il 16 gennaio, scadono i 45 giorni consentiti dallo statuto per rimanere senza presidente dopo la prima votazione. In teoria, a quel punto, potrebbero già decadere tutti gli organi, dal Consiglio all’ad De Siervo, ma l’ultima parola resta alla Federazione, che dopo le dimissioni di Miccichè aveva indicato come termine il 10 marzo.
FACCIAAFACCIA. Tornando alle votazioni di ieri, il nome di Dal Pino, manager con trascorsi in Fininvest, Mondadori, Kataweb, Telecom, Seat Pg e Pirelli, è stato formalmente portato in Assemblea dalla Roma. Ha avuto l’appoggio di una serie di club di area lotitiana, mentre non è chiaro dove e come si sia posizionato il Milan. Certamente contro, invece, Inter, Torino, Juventus, Fiorentina e Sassuolo: hanno lasciato la scheda bianca, oppure hanno riscritto il nome di Miccichè, sempre pressato da De
Siervo per tornare in via Rosellini. Prima della terza tornata, peraltro, c’è stato pure spazio per un faccia a faccia tra Cairo e Lotito, definito da qualcuno «maschio»,. Il secondo voleva chiudere lì con le votazioni, mentre il primo insisteva per andare avanti. Pare che sia stata una battuta del presidente granata a rischiare di fare degenerare tutto. Poi, un pronto intervento di Preziosi ha riportato la calma. Il terzo giro è stato fatto e Dal Pino è sceso a 12, perché il Brescia avrebbe cambiato fronte.
OGGI IN COMMISSIONE. Infine, appena accennato in Assemblea il tema Mediapro, nonostante ieri scadesse il mandato a De Siervo per preparare una nuova proposta di accordo da sottoporre agli spagnoli. Se ne parlerà comunque oggi nella commissione per i diritti tv. Anche se da Barcellona ribadiscono di considerare la propria offerta scaduta e la trattativa chiusa, rinviando però un’eventuale riapertura al momento in cui in via Rosellini ci sarà una governance stabile e definitiva.
Nuovo tentativo l’8/1 Gravina pronto al commissariamento sostituendo Cicala