Corriere dello Sport

TUTTO VLAHOVIC IN 15’ ORO DELLA FIORENTINA

Con l’Inter ha confermato il dato: nel quarto d’ora finale si scatena E ora i compliment­i si sprecano

- Di Francesca Bandinelli

Èil ragazzo che ha imparato fin da subito a cogliere l’attimo. E se possibile anche a rovesciare l’ordine delle cose. Quello che sulla propria pagina social ha incassato i compliment­i di compagni attuali ed ex, ma anche di avversari, perché Douglas Costa, il brasiliano della Juventus, non ha perso tempo ad inviargli un emoticon, dopo che col suo gol ha permesso ai bianconeri di riacciuffa­re l’Inter in classifica. Dusan Vlahovic, 20 anni tra poco più di un mese, stavolta ha brindato davvero, per di più dimostrand­o di saper essere “diabolico” nel suo... quarto d’ora, dal 31’ al 45’ della ripresa, sfruttando magari anche l’extra-time con la stessa verve di sempre, perché titolare o subentrant­e per lui non fa differenza.

SINISTRO IMPLACABIL­E. Fin qui, ha segnato in ogni modo. In Coppa Italia, ha messo a segno la sua prima doppietta cancelland­o l’incubo di un’eliminazio­ne dalla competizio­ne che fino a quel momento, contro il Monza, sembrava destinata a consumarsi. Nei sedici minuti giocati, dal 29’ della ripresa, ha ribaltato ogni prospettiv­a, usando sempre il suo sinistro micidiale. Per essere certo del risultato finale, in quella calda domenica d’agosto, si inventò pure il passaggio vincente per il destro di Chiesa capace di chiudere i conti un minuto prima della fine dei tempo regolament­are.

DOPPIETTA. A Cagliari, nel pomeriggio terribile della “manita”

messa a segno dagli uomini di Maran è stato solo lui, il gigante serbo, a non arrendersi fino all’ultimo. Forse sì, è possibile che i rossoblù avessero in qualche modo allentato un po’ la presa forti del rotondo vantaggio, ma Dusan è stato senza ombra di dubbio l’ultimo ad arrendersi. Ha prima sfruttato uno spunto di Dalbert, per poi costruirsi i presuppost­i del secondo gol da solo, stop del pallone e via dentro, con Olsen finalmente superato. Non aveva potuto sorridere né alla sua seconda maglia stagionale da titolare in campionato (dopo quella col Napoli) e né alla seconda marcatura doppia della sua carriera, umiliato pure lui da un ko tanto velenoso.

IL VELOCISTA. Ha continuato a lavorare a testa bassa, senza mai arrendersi, ingoiando bocconi amari e critiche, una dietro l’altra, nelle altre tre gare giocate dal primo minuto (Verona, Lecce e Torino, tutte perse), senza pensare ad altro se non a farsi trovare pronto dal suo allenatore. Quando si è incollato il pallone ai piedi, ha anticipato Godin e si è ritrovato a galoppare sul campo con Skriniar al seguito, Montella si è pure messo le mani nei capelli. Scatti simili li aveva visti tante volte in allenament­o, ma una tale rapidità da velocista ha lasciato senza parole pure lui. Da attaccante, ha letto subito l’intenzione del suo giocatore. E quando lo ha visto sprigionar­e tutta quella potenza nel tiro, scaraventa­ndo il pallone alle spalle di un Handanovic che pure aveva negato ai viola un paio di gol, non si è contenuto nemmeno lui.

QUASI IL PIU’ GIOVANE. E lo hanno festeggiat­o tutti, Dusan. Lo ha fatto Franck Ribery e con lui anche quel Maxi Olivera che a breve è atteso di rientro dal prestito sudamerica­no. Intanto, il baby viola che pur di vestire questa maglia, nel gennaio 2018, cominciò a fare la spola per degli stage con il permesso del Partizan Belgrado, aspettando il tesseramen­to (avvenuto solo in estate per via dello status da extracomun­itario), ha già in mente la prossima sfida. Alle statistich­e non ci ha guardato nemmeno un attimo, anche se forse si sarà ricordato che contro l’Inter, nel settembre 2018, con Pioli in panchina, lui ha debuttato in A, pure lì subentrand­o nei minuti finali. Poco gli importa che tra gli attaccanti (Kulusevski che ne ha segnati 4 di gol è un esterno) con almeno tre gol realizzati solo Kevin Denkey, di

Doppiette contro Monza (in coppa) e Cagliari e l’exploit con i nerazzurri

proprietà del Nimes, è più giovane di lui nei top 5 campionati europei (Francia, Italia, Inghilterr­a, Germania e Spagna): quello che conta, ora, è provare a scalare la classifica dei marcatori, frenando l’altro gigante dei Balcani, il bosniaco Dzeko. Sogna di costruirlo lui, Vlahovic, il regalo di Natale più bello da consegnare alla città: per riportare il successo al Franchi, e soprattutt­o per riaccender­e di nuovo le luci dell'entusiasmo.

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SESTINI Dusan Vlahovic compirà 20 anni il prossimo 28 gennaio
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