Corriere dello Sport

«PALACIO PIÙ INVECCHIA PIÙ È BRAVO»

Donadoni: Dovunque lo metti gioca alla grande. Dategli libertà e lui farà sempre la differenza

- Di Claudio Beneforti

Roberto Donadoni, Bologna le deve essere riconoscen­te per averle regalato Rodrigo Palacio. «Solo per Rodrigo Palacio?». Almeno per noi no, poi è una questione di punti di vista. «Immagino. Parliamo di Rodrigo?».

L'abbiamo chiamata per questo. Ci dica, perché lo volle a tutti i costi?

«Perché sapevo che giocatore era e anche che uomo era. Chi lo conosce, sa che l’uomo è campione come il calciatore. Poi perché avrebbe potuto essere un esempio per tutta la squadra. Non mi sbagliavo, così è stato. Rodrigo è il primo ad arrivare al campo e l’ultimo ad andarsene, è la fortuna di qualunque allenatore». Non a caso Gian Piero Gasperini lo avrebbe voluto nella sua Alatanta, lo ha ammesso anche domenica sera.

«E ho avuto paura che potesse portarmelo via. Sai, lo aveva avuto al Genoa, poi Bergamo è più vicino a Milano di Bologna, e non dimentichi­amo che stava anche nascendo la grande Atalanta di oggi».

Per fortuna del Bologna Percassi e Sartori non vollero accontenta­rlo.

«Per nostra fortuna, perché a quel punto il Bologna e Bologna non avrebbero potuto goderselo. Perché ammetteret­e che è un piacere vedere giocare Rodrigo». Quando gli parlò, cosa gli disse per convincerl­o?

«Che per il mio Bologna sarebbe stato un giocatore fondamenta­le e che lo avrei messo al centro del villaggio, avendo bisogno di un attaccante con le sue caratteris­tiche».

E Rodrigo cosa le rispose?

«Mi fece capire che il Bologna poteva interessar­gli, anche perché l’Atalanta si stava allontanan­do». Ci sembra di capire che a quel punto fu più complicato convincere i suoi dirigenti a prenderlo che convincere Palacio ad accettare il Bologna.

«La politica della società era quella di puntare sui giovani e Rodrigo aveva numeri alti».

Dire che litigò forse è esagerato, forse, ma è vero che dovette impuntarsi per averlo? «Dissi che volevo Palacio a tutti i costi e che lo preferivo a tutti gli altri attaccanti, sia giovani che meno giovani».

Il Bologna chi voleva prendere? «Proprio devo dirlo?»

Lo diciamo noi: tra i meno giovani Borriello, caso mai. «Borriello mi è stato proposto con una certa continuità, è vero». E a lei Borriello non andava bene? «Preferivo Palacio, senza nulla togliere a Borriello».

Si può sapere il motivo? «Perché Borriello è soprattutt­o un uomo da area di rigore, mentre Rodrigo dovunque lo metti, gioca alla grande. Può fare la prima punta, la seconda, il trequartis­ta, è uno a cui devi dare la libertà di muoversi davanti, sapendo che farà la differenza».

Che idea si è fatto a vederlo giocare in queste ultime partite? «Che più invecchia, più diventa bravo, più lotta e fa anche più gol. E c’è una ragione: Rodrigo ha sempre curato bene il suo fisico, ha sempre fatto la vita giusta, quando arrivi alla sua età e giochi a livelli tanto alti signifidar­à ca che sei stato un campione anche fuori dal campo. Mentre in campo...».

Mentre in campo? Dove vuole arrivare?

«Che è un campione al presente e non al passato. Rodrigo è un attaccante che non sbaglia mai un movimento e che ti dà sempre la palla con i giri giusti e nell’attimo giusto. Tu seguilo e sai dove te la e quando te la darà. Su certe giocate è un mostro. E se difendesse meno...».

Se difendesse meno sarebbe ancora di più di un mostro, è questo che vuole dire?

«Sì, non si risparmia mai, pensate quante energie consuma a rincorrere tutti. Si ricorda quello che fece a Bergamo?». Quando partì dall'area dell'Atalanta per rincorrere un giocatore che era scattato in contropied­e? «Proprio quell’azione là. Rodrigo aveva capito il pericolo e fece una corsa di una novantina di metri per andare a contrastar­lo. E lo fermò. Anche questo è Palacio». Da come legittimam­ente lo esalta, ci sembra di capire che avreb

Lo portò a Bologna: «Sapevo che uomo era, la società voleva Borriello»

«È un campione moderno. In certe giocate è un mostro Non sbaglia mai»

be anche potuto giocare nel suo Milan delle stelle...

«Di sicuro, con le qualità che ha e con l’amore che ha per il pallone Rodrigo avrebbe potuto giocare sia nel mio Milan che nelle altre grandi squadre del mondo». Sa che domenica Palacio ha dichiarato che potrebbe continuare a giocare ancora per un anno? «Gli dico che fa benissimo. Sono certo che fino a quando il fisico lo sorreggerà, continuerà a fare la differenza. E Bologna potrà ancora goderselo».

Per merito suo...

«Se proprio non mi vuole riconoscer­e altri meriti, almeno questo me lo riconosca».

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 ??  ?? Roberto Donadoni, 56 anni, ha allenato il Bologna dal 2015 al ‘18
Roberto Donadoni, 56 anni, ha allenato il Bologna dal 2015 al ‘18
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Rodrigo Palacio, 37 anni

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