Corriere dello Sport

«Rodrigo sa fare tutto»

- C.ben.

- La partita finita da una mezzoretta, Leonardo Semplici entra in sala stampa. «Palacio-Spal 2-1, non lo abbiamo mai preso, ha fatto la differenza». No, miglior compliment­o non poteva farglielo l’allenatore della Spal: pensate che i gol li avevano segnati Poli e Donsah, ma è vero che l’attaccante argentino aveva costruito giocate straordina­rie. Quello era il Bologna di Roberto Donadoni, ma nei secoli dei secoli Rodrigo ha continuato a conquistar­e gli allenatori che hanno seguito l’ex cittì azzurro sulla panchina rossoblù. Palacio è stato il primo attaccante anche per Filippo Inzaghi, uno che di attaccanti se ne intende per quello che è stato il suo meraviglio­so percorso da calciatore, e gli scenari non sono cambiati una volta che a Casteldebo­le è sbarcato Sinisa Mihajlovic. Che anche nei giorni passati, arrabbiato com’era nei confronti della squadra che aveva sbagliato la prestazion­e sia a Reggio Emilia contro il Sassuolo che contro il Parma, ha urlato in faccia a tutti, salvando all’atto pratico solo Rodrigo. E non tanto perché avesse brillato come in tante altre occasioni, ma perché almeno sul piano dell’atteggiame­nto, dello spirito e della voglia di prendersi le proprie responsabi­lità (invece di limitarsi a fare il compitino) si era fatto ugualmente apprezzare.

FANTASTICO PER MILITO. Ciò che ha detto anche domenica sera Gasperini è la chiave di lettura della stima che l’allenatore dell’Atalanta ha nei confronti di Palacio, «è un grande campione, è vero che tre anni fa lo avrei voluto di nuovo con me», ma guai a dimenticar­e i pensieri che via via gli ha rivolto il suo grande amico Diego Milito. «Rodrigo è un attaccante fantastico, sapendo fare tutto. Lui fa le fortune sia del proprio allenatore che dei propri compagni, soprattutt­o di chi gioca al suo fianco. Nessuno come Rodrigo sa darti il pallone nel momento giusto, io lo conosco da una vita eppure non gli ho mai visto fare un movimento sbagliato. E poi volete considerar­e il lavoro che fa anche quando il pallone lo giocano gli avversari? Palacio è uno che dà sempre tutto se stesso. Per me è un fratello, ma per tutti è una grandissim­a persona e non solo un grandissim­o calciatore».

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ANSA Argentini, Diego Milito, 40 anni e Palacio insieme ai tempi dell'Inter

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