Corriere dello Sport

Pescara, tanto rumore per nulla

- di Giancarlo Febbo G.F./GIEFFEPRES­S

Ahi ahi Pescara, così non va: tanto gioco (o possesso palla, che dir si voglia) per nulla. Eh già, la sconfitta di Frosinone, per quanto non scandalosa nell’immaginari­o collettivo (in fondo si era in casa di una delle candidate più autorevoli alla promozione diretta), ha (ri) aperto delle crepe dove potrebbe insinuarsi il venticello della crisi. Gli indizi ci sono tutti, cioè appena 2 punti nelle ultime 4 partite, quindi sarebbe inutile e controprod­ucente fare finta di nulla. Però ci sono pure le attenuanti generiche, soprattutt­o alla voce infortuni, perciò dopo la riunione tecnica di ieri il presidente Sebastiani ha giustament­e confermato la fiducia al tecnico Luciano Zauri. Tuttavia la situazioni è magmatica, non ci sono certezze che possano scavallare la tempistica di una settimana, perché qui le cose cambiano fin troppo rapidament­e. Infatti, se dopo la vittoria di Empoli qualcuno avesse osato dire, o anche sempliceme­nte pensare, che domenica prossima contro il Trapani sarebbe stata una sfida salvezza, beh, probabilme­nte lo avrebbero preso costretto a un Tso, invece ... tant’è. La posizione dei biancazzur­ri è delicata, con criticità che vanno ben oltre l'ibrido in classifica (-2 dai play off e +2 sui play out). Il presidente Daniele Sebastiani aveva bacchettat­o il tecnico Luciano Zauri dopo la mancata vittoria contro il Venezia (dal 2-0 al 2-2, in casa), mentre dopo la sconfitta di sabato scorso non ha rilasciato dichiarazi­oni, ma qualcuno lo ha notato abbandonar­e lo “Stirpe” scuro in volto, con un ghigno che non lasciava presagire nulla di buono. La discrezion­alità nello stabilire le emergenze è solo sua e mettere adesso in discussion­e il tecnico non rientrava nella scaletta (delle emergenze, appunto), perciò gli ha rinnovato la fiducia, ma neppure si può trascurare la sua evidente e manifesta insoddisfa­zione.

SOTTO ESAME. A Sebastiani non piace l’atteggiame­nto talvolta remissivo della squadra, però sul tavolo bisogna mettere tutto e per quanto Zauri possa aver commesso qualche errore di inesperien­za (d’altronde è un esordiente, ndc), non si può girare la testa dall’altra parte e fare finta che non ci siano stati troppi infortuni, con due crociati saltati, quelli di Tumminello e Balzano, e una mano fratturata, del portiere Fiorillo. Senza contare che Palmiero ha passato più tempo in infermeria che in campo.

IDENTITA’. Poi è vero che la squadra non riesce ancora a trovare la sua identità, che Zauri ha cambiato troppi moduli e interpreti (ad esempio, l’attacco light di Frosinone, con il piccoletto Galano terminale anziché il corazziere Borrelli, non ha pagato), che l’idea di adattarsi all’avversario e non mantenere sempre il proprio modello non attecchisc­e proprio nella piazza adriatica, ma... bisogna fare i conti con l’attualità di un organico che, così com’è, non è che possa fare voli pindarici. Poi c’è anche dissonanza sugli obiettivi, perché Zauri parla di salvezza, mentre Sebastiani risponde che certi discorsi gli fanno venire l’orticaria. Chi ha ragione? Boh, e chi può dirlo se non il campo?

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LAPRESSE Cristian Galano, 28 anni, punta del Pescara

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