ASCOLI, STRESS TEST PER L’ESAME TESSER
Piegato anche il Cittadella con Scamacca e Leali grandi protagonisti Zanetti ha ancora fame di punti pesanti
Ormai si sono fatti furbi tutti, quindi c’è poco da meravigliarsi se anche l’Ascoli, contro il Cittadella, abbia deciso di sottomettersi un po’, ma poi si è preso l’intera posta in palio. «Avere il pallino del gioco in mano conta solo se si arriva a produrre occasioni e reti - il pensiero del tecnico bianconero Paolo Zanetti - altrimenti vale zero». Logica stringente, si potrebbe dire, ma in realtà c’è dell’altro. La verità è che Zanetti si stava parecchio preoccupando per la piega che aveva preso la sua squadra nelle ultime due trasferte di Salerno ed Empoli, dove aveva giocato tanto e raccolto poco (1 punto), quindi la prova di forza contro un avversario in grandissima forma, con una striscia positiva di sette partite, raddoppia la sua importanza. «Una vittoria salutare - continua - perché venivamo da due partite ben giocate, ma senza l’adeguato conforto del risultato. In questi casi l’aspetto cui un allenatore deve fare più attenzione è quello della paura che può subentrare. Infatti, nel primo tempo la paura ci stava attanagliando. Nell’intervallo mi sono fatto sentire con i ragazzi, poi nella ripresa la squadra ha ritrovato grinta e coraggio onorando al meglio la memoria di Costantino Rozzi. Ci tenevamo ad essere degni di una giornata del genere e credo che ci siamo riusciti. Così anche i fischi, meritati, della prima frazione, alla fine si sono trasformati in applausi. Credo che il Presidentissimo sarebbe stato orgoglioso di noi».
DOPPIA MOSSA. A decidere le sorti della sfida che ha rimesso l’Ascoli in corsa per i play off sono stati il primo e l’ultimo della distinta consegnata all’arbitro, cioè il portiere Nicola Leali e l’attaccante Gianluca Scamacca. Leali ha salvato il risultato su un colpo di testa di Diaw ed è molto probabile (se non certo) che l’episodio abbia inciso in maniera determinante sull’esito finale della partita al “Del Duca”. «E’ stata una bella parata - ammette il diretto interessato - ma a parte quella tutta la squadra è stata brava a gestire qualche momento di imbarazzo contro un avversario che fa tanta pressione alta, una squadra dove corrono tutti e tanto. Abbiamo capito il momento di difficoltà e siamo rimasti compatti, con lo spirito giusto. Personalmente, sono molto contento di aver mantenuto la mia porta inviolata. Diciamo pure che in casa abbiamo una marcia in più (6 vittorie sulle 7 complessive), perché il “Del Duca” è uno stadio importante e i nostri tifosi si fanno sentire, ci trascinano sempre. Ora dobbiamo cominciare a capire meglio certe partite in trasferta».
STRESS TEST. E per capire a fondo le potenzialità dell’Ascoli domenica prossima non poteva capitare uno stress-test più indicativo, cioè la visita al sorprendente Pordenone. Lì (per la precisione, sul neutro di Udine), servirà ancora il bomber Scamacca (10 gol tra campionato e Coppa Italia), esempio plastico del finalizzatore. Lui è davvero partecipe alla causa, lo si nota da come racconta la metamorfosi contro il Cittadella. «Dopo un primo tempo un po’ così, siamo usciti dagli spogliatoi per la ripresa con il sangue agli occhi. Io sono contento per il gol, ma conta di più il gruppo. In campo cerco di fare sempre quello che mi chiede il mister. Con Ardemagni (il capitano che gli ha fornito l’assist) c’è un grande rapporto, ho molto da imparare da lui».
Ebbene sì, è proprio questo lo spirito giusto!