TUTTO L’ORO DELLO SPORT
Malagò: «La vittoria più bella? Milano-Cortina». Normodotati e paralimpici, prima volta assieme
Tanti campioni, di ieri e di oggi. Dal 90enne e nove volte iridato delle moto Carlo Ubbiali, alla 21enne reginetta del nuoto Simona Quadarella. Icone olimpiche e stelle paralimpiche. Dall’atletica al taekwondo, dall’arrampicata sportiva, ultimo sport tra le novità olimpiche, al Settebello d’oro del c.t. Campagna. Soprattutto i vertici del Governo centrale, con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dello sport Vincenzo Spadafora. E poi i governatori di Lombardia (Fontana) e Veneto (Zaia), con il sindaco di Milano, Sala, e quello di Cortina, Ghedina, nell’anno che ha portato nel Lombardo-veneto l’Olimpiade invernale 2026. C’era tutta l’Italia sportiva nella tradizionale cerimonia dei Collari d’Oro del Coni. Una festa a 360 gradi che saluta un 2019 ricco di successi agonistici e organizzativi, già proiettato alla stagione olimpica a 220 giorni dai Giochi di Tokyo. Festa che il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha ospitato nella palestra monumentale, un po’ angusta, di Palazzo H, edificio nella disponibilità del Miur dopo anni di celebrazioni nell’ex Aula Bunker del Foro Italico, passata ora sotto l’amministrazione della controversa società Sport e Salute.
«Aver riportato i Giochi invernali del 2026 in Italia è stato un capolavoro dello sport italiano. Un esempio di unità che rimarrà nella storia: siamo stati bravi noi, con la diplomazia sportiva, sono state brave le istituzioni centrali e locali. Un gran gioco di squadra reso possibile dall’intervento decisivo del premier Conte, che ha creduto fino in fondo al nostro progetto: ecco, sappiamo vincere in campo ma anche nelle stanze che contano», ha ricordato Malagò, lasciando per una volta fuori dalla porta le polemiche legate al depotenziamento del Coni voluto dal passato Governo. Non solo l’Olimpiade, l’Italia ha portato a casa quest’anno anche i Giochi del Mediterraneo 2026 con Taranto e gli Europei di nuoto 2022 a Roma. «L’istituto di ricerca Doxa ha rilevato che la vittoria di Milano-Cortina 2026 è considerata dal 6% degli italiani come il successo sportivo più bello del Paese degli ultimi dieci anni». Tanto orgoglio e tanti progetti per una manifestazione che l’Italia torna a organizzare per la terza volte e non a caso «perché in ben 18 regioni su 20 ci sono impianti sciistici».
PARITÀ. Tokyo 2020 è alle porte ed è già ora di abbozzare i primi medaglieri virtuali. Che ad oggi danno l’Italia fuori dalla Top 10 delle potenze olimpiche, nonostante i quattro successi iridati delle discipline acquatiche, cui fanno da contraltare le prestazioni opache di due sport tradizionalmente vincenti, scherma e canottaggio. Al momento siamo tredicesimi. «Questa è una fase molto delicata per qualificazioni e pass: sto sveglio la notte cercando di stare in contatto con tutti i nostri atleti in giro per il mondo, a volte è un manicomio per i fusi orari - ha confessato Malagò - Noi siamo fortunati perché facciamo bene un po’ in tutti gli sport per una questione di cultura, storia e tradizione: non siamo impegnati solo a collezionare medaglie».
Per la prima volta i riconoscimenti dei Collari hanno visto sullo stesso piano campioni normodotati e diversamente abili: «Due facce della stessa medaglia». Per Luca Pancalli, presidente Cip, «lo sport paralimpico sta declinando nel migliore dei modi la politica sportiva di un Paese che vuol crescere culturalmente». Sport come piccolo pezzo di welfare.
«Sì, questo è lo sport che vogliamo - ha sottolineato Spadafora Uno sport a 360 gradi che regala esperienze uniche e che fa crescere anche le periferie». Coraggio, dedizione e passione. «Quella passione che ci anima tutti e ci fa sentire membri della stessa famiglia», ha ricordato Novella Calligaris, collare d’oro al merito sportivo per il titolo iridato degli 800 sl conquistato da “bambina”, nel lontano 1973. Guarda lontano Ludovico Fossali, l’uomo ragno che scala una parete di 15 metri in 5”78: «A Tokyo voglio scalare l’oro all’esordio olimpico dell’arrampicata sportiva». E guarda lontano anche la non vedente Assunta Legnante, lanciatrice paralimpica neo iridata di peso e disco: «Dove voglio arrivare? Perché c’è una fine a tutto questo? Intanto pensiamo a Tokyo, sogno il triplete».
Spazio anche per la cultura della sconfitta nella giornata che ha avuto il merito di rappresentare l’unità tra sport e politica. «La sconfitta ci fa crescere, più della vittoria», ha ricordato l’iridato del nuoto paralimpico Federico Morlacchi, una delle 50 medaglie conquistate ai Mondiali di Londra.
Ma a 220 giorni dai Giochi non siamo nella Top 10 delle previsioni olimpiche
«Lo sport paralimpico declina la politica sportiva di chi vuol crescere culturalmente»
Luca Pancalli presidente CIP
«Fondamentale che il Governo ci dia una legge olimpica che ci permetta di lavorare bene»
Luca Zaia, presidente della regione Veneto
«In questo momento storico manca la cultura della sconfitta: aiuta a crescere»
Federico Morlacchi, nuoto paralimpico