DINAMITE LOPEZ IL MIRACOLATO
Un record immacolato con 12 ko Il padre spacciava droga, beveva e sniffava cocaina: ora lo allena
Sabato sera, Madison Square Garden, New York, settantatrè secondi del secondo round: si è chiusa la storia di Richard Commey (29-3, 26 ko), 32 anni, il ghanese del Bronx, fino a quel momento campione del mondo dei leggeri Ibf. Ed è cominciata quella luminosa di Teofimo Lopez junior (15-0, 12 ko) e d’ora in poi per il ventiduenne statunitense - nato a Brooklyn, genitori dell’Honduras, al primo tentativo mondiale - i successi e la popolarità potranno soltanto crescere. Prima un sinistro fulminante, Commey contato con le gambe che gli tremavano, poi, una serie tremenda di colpi gli hanno regalato la cintura iridata, mentre il padre Teofimo senior, suo trainer, gli alzava le braccia in segno di trionfo. Ma prima non poteva mancare il backflip, la capriola all’indietro senza mani, con la quale Junior conclude i suoi incontri vittoriosi. «Questo ragazzo ha la dinamite nelle mani» ha detto il suo promoter Lou Di Bella. «Non ho parole - ha aggiunto il neo campione - un sogno che diventa realtà».
PRIMA IL BUIO. Lo accompagna una storia da pugile “di una volta”. Teofimo senior, nato nell’Honduras, a Brooklyn faceva lo spacciatore di droga dopo aver sognato la boxe. Poi in Florida, autista di limousine per ricostruirsi la vita, mentre la moglie Jenny lavorava come barista negli strip club. Teofimo jr. il pugilato l’ha conosciuto presto, aveva 6 anni: aspettava il padre che si era fermato in palestra, quando un coach l’ha notato e ha cominciato a mostrargli i colpi più semplici. «Così mentre mio padre si allenava - ha raccontato Junior - io imparavo le prime combinazioni».
E sul ring, combattimenti veri, ci è salito molto presto, a 8 anni. A 9 era già campione nei Florida Silver Gloves (categoria 70 pounds, poco più di 30 kg). «Dio ha un piano per noi» diceva sicuro Teofimo sr. che poi, con alle spalle l’esperienza di un solo incontro vero (a trent’anni, perso dopo 33” del secondo round, il 28 gennaio 1999) ha iniziato ad allenare Junior. «Ho lasciato perdere il pugilato per dedicare la vita a mio figlio».
Guardando su YouTube i match di Floyd Mayweather e Andre Ward. E Teofimo jr. continuava a vincere: nel 2013 i National Silver Gloves, nel 2015 i Golden Gloves e i Trials olimpici. «Quando si tratta di boxe - racconta il neo campione del mondo - mio padre è un mago». Ma in quegli anni quante volte ha dovuto andarlo a raccogliere in un bar, in un club, perché era completamente ubriaco? «L’ho visto anche farsi di cocaina ha raccontato - Non voleva che lo guardassi, ma me ne sono accorto ugualmente». Mentre la mamma continuava a lavorare negli strip club. Poi i Giochi, ma sotto la bandiera dell’Honduras (battuto al primo turno dal francese Oumiha, poi argento): unico statunitense a non essere stato preso in squadra dopo aver vinto i Trials. Questioni politiche si disse. «Se c’è uno cosa che rispetto di mio padre è che non bacia il fondoschiena a nessuno» .
ECCO CYNTHIA. Finalmente il professionismo, nell’ottobre 2016, i primi soldi veri dalla Top Rank, e la famiglia, tutta, i genitori e le due sorelle, portata a vivere a Las Vegas. Poi, Cynthia, hostess conosciuta in aereo, cinque anni più grande, il primo appuntamento solo dopo che era diventato “legal”, a 21 anni.
Il matrimonio l’ha cambiato, in meglio naturalmente. Ed è diventato “A real deal”, come dicono negli Usa: non è un bluff, imbattuto dopo 15 incontri, 12 dei quali vinti per ko, cintura iridata Ibf e adesso, ricambiato, vuole subito l’ucraino-californiano Vasyl Lomachenko (14-1, 10 ko), campione del mondo dei leggeri Wba e Wbo. Arriverà nel 2020?
Sul ring a soli 8 anni poi escluso dal team Usa per Rio, «ma Dio ha un piano per noi»