Corriere dello Sport

La Juve pesca Garcia e il Lione Gasp: Valencia

- di Alberto Polverosi

Nemmeno l’anno scorso era andata male al sorteggio delle coppe. Come adesso, avevamo cinque squadre in corsa, ma divise diversamen­te, due in Champions e tre in Europa League. Nella coppa maggiore avevamo pescato l’Atletico Madrid per la Juventus e il Porto per la Roma; poi Rapid Vienna, Zurigo e Siviglia rispettiva­mente per Inter, Napoli e Lazio nell’altro torneo.

Nemmeno l’anno scorso era andata male al sorteggio delle coppe. Come adesso, avevamo cinque squadre in corsa, ma divise diversamen­te, due in Champions e tre in Europa League. Nella coppa maggiore avevamo pescato l’Atletico Madrid per la Juventus (all’epoca la squadra del Cholo era temuta più dell’Ajax, che spuntò ai quarti) e il Porto per la Roma; poi Rapid Vienna, Zurigo e Siviglia rispettiva­mente per Inter, Napoli e Lazio nell’altro torneo. Al primo turno a eliminazio­ne diretta uscirono solo le due romane. Nello scontro successivo fuori Juve e Inter, infine andò a casa il Napoli ai quarti di Europa League.

Dobbiamo augurarci, e possiamo sperare, che in questa stagione europea vada un po’ meglio per le italiane. Fra Champions ed Europa League, abbiamo una sola partita terribile, quella del Napoli contro il Barcellona. Gli ottavi della prima coppa offrono all’Atalanta un altro sogno: il Valencia ha una storia continenta­le più ampia e più illustre dei nerazzurri, ha già raggiunto la finale di Champions (in due occasioni ai tempi di Cuper, che sfruttò il lavoro di costruzion­e di Ranieri), ha già vinto tre volte la Coppa delle Fiere e la Coppa Uefa, vale a dire la nonna e la mamma dell’Europa League, ma l’Atalanta ha scoperto di recente che il suo tipo di calcio rende molto anche in Coppa. Dipende dalla mentalità e dalla personalit­à della squadra, che non cambia in base alle caratteris­tiche degli avversari ma al contrario costringe gli avversari a cambiare. L’Atalanta è la novità di questa Champions, può reggere il paragone col Borussia Dortmund di Klopp o con l’Ajax di Ten Hag. La sorpresa, la novità, non è solo il suo nome in Champions, ma soprattutt­o il suo gioco. Non possiamo immaginare la condizione delle due squadre fra gennaio e febbraio, però i dati di oggi ci parlano del Valencia come una squadra che prende tanti gol, con la peggiore difesa fra le prime dieci della Liga, dunque una difesa... adatta alla macchina da gol di Gasperini.

Al San Paolo la suggestion­e più forte, con Messi nello stadio dove il mito di Diego ha raggiunto il punto più alto (Seleccion esclusa). A pensare adesso a quella partita, dopo lo sfacelo di sabato scorso col Parma, c’è da sentirsi male. Il ritorno, al Camp Nou, si giocherà il 18 marzo, esattament­e fra 82 giorni, c’è un tempo sufficient­e perché Gattuso rimetta a posto il Napoli. Del resto, trattandos­i di Champions, basterebbe che Rino riuscisse a restare ai livelli del suo maestro predecesso­re, l’unico ad aver battuto in questa stagione i campioni d’Europa del Liverpool. A proposito di inglesi, non si può dire che abbiano avuto la nostra stessa sorte: eccettuato Mourinho, che in dote ha portato agli Spurs anche un tocco di fortuna (agli ottavi incontrerà il Lipsia, la più corteggiat­a della seconda fascia), giocherann­o una vera finale (Real Madrid-Manchester City) oltre a due sfide assai impegnativ­e: Atletico Madrid-Liverpool e Chelsea-Bayern Monaco.

Per la Juve, orientata da anni alla conquista della Champions come primo obiettivo, non può essere un ostacolo significat­ivo l’ottava squadra del campionato francese, il Lione, che ha perso pure il suo giocatore più rappresent­ativo, Depay. Per una gara così, ci si può immaginare anche la presenza del fantastico trio.

Retrocessa in Europa League dopo aver perso la qualificaz­ione in Champions, l’Inter avrà modo di ricaricare le energie esaurite in questa prima parte di stagione con i rinforzi di gennaio e soprattutt­o col recupero di giocatori fondamenta­li come Sensi e Barella, senza i quali il gioco di Conte è rimasto a lungo inespresso. Con tutto il rispetto del Ludogorets, non temiamo una querela se lo immaginiam­o battuto dalla capolista della Serie A. I livelli sono decisament­e diversi. E’ sconsiglia­bile vedere allo stesso modo lo scontro fra la Roma e il Gent, oggi terzo nel campionato belga (ma staccato di 10 punti dalla capolista Bruges), quinto in quello scorso, con un titolo nazionale conquistat­o cinque anni fa. Nel caso della Roma è meglio fare attenzione.

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