FCA-PSA, Tavares leader ideale: sarà super partes
FCA e PSA hanno ratificato l’accordo di fusione. Ci vorrà un po’ di tempo per renderlo operativo, ma le premesse sono positive. Così si costituisce il quarto gruppo automobilistico mondiale dopo VW, Toyota e Renault/ Nissan. Il club dei 10 milioni di produzione. Il nuovo gruppo per il momento ne produce un po’ meno, 9 milioni, ma conta su una decina di brand e ha una presenza rilevante in Europa, USA e Cina. Ha iniziato a fare sul serio sui prodotti elettrificati, soprattutto per merito di PSA e può contare su marchi premium generalmente fonte di margini consistenti. Risulta poi che gli accordi prevedono tre direttrici fondamentali, brand, regioni e sviluppo. I capi dei brand verranno scelti non per la nazionalità ma per competenze, i capi delle regioni avranno la responsabilità della vendita di tutti i brand nella regione di competenza e lo sviluppo, sarà il vero resoconto tecnologico e innovativo del Gruppo. Sembra un programma maturo e stimolante che richiederà una leadership indipendente e attenta alle necessità dei mercati e a contrastare la concorrenza, piuttosto che essere influenzata da pressioni di parte. Il leader sarà il portoghese Tavares uno dei migliori manager mondiali oggi operativi nell’automotive, se non il migliore in assoluto. Tavares è un grande professionista che ha portato fuori dalle sabbie mobili PSA. Il suo approccio e le sue scelte sono tutte basate su competenze, merito e risultati operativi. Non credo che Tavares sarà al servizio di una parte, ma con professionalità e determinazione gestirà le sorti della totalità del Gruppo. Il suo obiettivo dichiarato non sarà la chiusura di fabbriche ma la crescita dei volumi. Detto dallo stesso Tavares, non suona come un discorso programmatico di rito, piuttosto una linea guida, difficile da realizzare ma chiara come obiettivo. Vedremo se di fronte alle pressioni sindacali e governative francesi e anche italiane, il nuovo Gruppo saprà fare delle scelte coraggiose nella direzione del merito e non del compromesso politico. Altre fusioni sono state realizzate nel mondo dell’auto ma con risultati deludenti. Non è facile armonizzare, unire e far progredire brand che come quelli automobilistici. Di solito, c’è la tendenza a vedere il particolare e non la forza dell’insieme. Forse questa volta è diverso dalle altre, la complessità del modo dell’auto lo richiede.