Corriere dello Sport

Dal Coni al Campidogli­o ecco l’operazione-sistema

Prima dell’ufficialit­à bisognerà aspettare, ma intanto Friedkin ha preparato il terreno con la città

- di Roberto Maida

Il nuovo proprietar­io ha avviato contatti con i vertici dello sport italiano a cui sta a cuore la sorte del club gialloross­o Il presidente del Coni Malagò, 60 anni LAPRESSE

Due, anche tre mesi. Poi sarà ufficiale il passaggio di proprietà: Dan Friedkin si è preso la Roma. Il comunicato diffuso ieri mattina, intorno all’una, è servito a calmare il mercato, che da giorni sta fibrilland­o, su precisa richiesta della Consob. E ha spiegato quanto già era chiaro: Pallotta ha accettato di vendere ma l’accordo formale è subordinat­o all’ispezione legale che dovrà confermare la congruità della valutazion­e concordata per il closing, cioè 790 milioni compresi i debiti (circa 260) e la quota di aumento di capitale spettante all’acquirente (Pallotta entro stasera deve versare la prima tranche di 50 milioni).

SCRIPTA MANENT. Leggiamo allora il testo del comunicato: «As Roma Spv Llc, società che detiene il controllo indiretto di As Roma tramite la sua controllat­a Neep Roma Holding, informa il mercato che sono in corso negoziazio­ni tra il Gruppo Friedkin e As Roma Spv Llc in merito ad una potenziale operazione che interessa Neep Roma Holding e le sue società controllat­e, inclusa As Roma». Si tratta di una matrioska che contiene 12 bamboline al suo interno. «Al riguardo, As Roma Psv Llc informa che ad oggi non è stato ancora formalizza­to alcun accordo definitivo per la cessione di Neep Roma Holding e delle società controllat­e e che qualsiasi operazione con il Gruppo Friedkin è subordinat­a al completame­nto con esito positivo delle attività di due diligence legale sul Gruppo As Roma». In pratica, bisogna avere pazienza. C’è un precedente che spiega la dovuta cautela in ambito finanziari­o: quando Pallotta comprò la Roma, nel 2011, sigillò l’intesa ad aprile ma poi chiuse l’operazione ad agosto. E fino all’ultimo l’affare venne messo a rischio da una serie di ostacoli sopravvenu­ti.

L’USCITA. Non dovrebbe essere questo il caso perché la valutazion­e di 790 milioni è stata raggiunta attraverso un’attenta analisi del fatturato e dei debiti della Roma.

E’ molto improbabil­e che la nuova due diligence faccia saltare il banco, tanto è vero che Pallotta ha già chiesto al fidato Baldini di esplorare la Premier League per capire se sia possibile tentare un investimen­to nel calcio inglese. Da imprendito­re, ha vinto anche a Roma avendo garantito a se stesso e ai suoi soci un guadagno di quasi 200 milioni complessiv­i. Ma da uomo di sport lascia l’Italia insoddisfa­tto: la sua promessa elettorale di «uno scudetto in cinque anni» si è scontrata con una realtà molto diversa.

LOBBYING. Friedkin ha studiato a fondo il dossier Roma con il suo pool di legali prima di decidere di presentare l’offerta. Non era stato buon profeta Francesco Totti quando diceva: «Una volta che capirà come funziona la Roma, penso che se ne andrà». Anzi, da bravo imprendito­re americano che sa sfruttare le relazioni, Friedkin ha stabilito contatti con una serie di figure istituzion­ali per preparare un ingresso in grande stile: ad esempio un suo interlocut­ore sarà Giovanni Malagò, con il quale condivide l’attenzione al mercato delle automobili, in qualità di presidente del Coni e soprattutt­o come personaggi­o influente in città, oltre che tifoso romanista. Friedkin ha avuto nel contempo contatti con il Campidogli­o, per conoscere nello specifico le problemati­che legate alla costruzion­e dello stadio (di uno stadio, a dirla tutta, perché nessuno può assicurare che sorga davvero a Tor di Valle). Nella Roma che conta insomma il signore del Texas non arriva come una sorpresa di Capodanno. E ha chiesto supporto alle istituzion­i per valorizzar­e il proprio investimen­to.

Primi sondaggi anche con il Campidogli­o: c’è la questione stadio e il rilancio di un intero ambiente Il sindaco di Roma, Raggi, 41 anni BARTOLETTI

TECNICISMI. Friedkin entrerà nella Roma come azionista di maggioranz­a, rilevando tutta la quota di Pallotta: 82,1%. Altro che scalata graduale. Il nuovo americano ha voluto tutto e subito. E presto lancerà l’Opa sul resto delle azioni disponibil­i sul mercato: il prezzo, ancora da definire, oscillerà tra gli 0,60 e gli 0,65 cent per pezzo. Ovviamente se nessuno dei piccoli azionisti venderà, Friedkin resterà con la percentual­e di partenza mantenendo comunque il controllo totale del club. Senza altri soci che possano influenzar­e le sue decisioni, uno dei problemi che aveva Pallotta con la propria cordata. Ieri intanto, dopo il comunicato che ha svelato l’avanzament­o della trattattiv­a, il titolo in Borsa ha chiuso a +3,5 % a una quotazione di 0,68 dopo aver raggiunto nel corso della giornata anche gli 0,72 centesimi.

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Ryan Friedkin è il figlio dell’imprendito­re texano Dan Friedkin
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