Corriere dello Sport

DAN A MUSO DURO PER TOR DI VALLE

La giunta capitolina conta sull’approvazio­ne definitiva a marzo Friedkin è stato chiaro: presto il via libera o lo stadio si fa altrove E il Campidogli­o stringe i tempi

- Di Giorgio Marota

Virginia Raggi a febbraio esultava: «Lo stadio si fa. E i proponenti, se vorranno, potranno aprire i cantieri entro la fine dell’anno». Oggi si conclude il 2019 e la prima pietra è ancora un miraggio. Ecco perché il suo prolungato silenzio fa rumore. Tanto rumore. Durante l’inaugurazi­one di una biblioteca nel Municipio VIII, la sindaca non ha risposto alla nostra doppia domanda: «Cosa significa per l’amministra­zione il passaggio di proprietà della Roma? Se la sente di rassicurar­e i tifosi sulla realizzazi­one dello stadio?». Nessuna dichiarazi­one. La Raggi prima si è confrontat­a con il suo staff, poi ha chiacchier­ato a lungo con il suo vice Luca Bergamo. Curiosità: per 5 minuti i due politici si sono parlati alle orecchie, coprendosi la bocca con la mano come fanno i calciatori che non vogliono farsi leggere il labiale.

LA STRATEGIA. Come interpreta­re l’ennesimo “no comment” della prima cittadina? Sicurament­e fa parte di una strategia. Da quanto si apprende, l’amministra­zione ha accolto con stupore l’accelerazi­one della trattativa per la cessione del club: in un primo momento il tema stadio sembrava essere l’ago della bilancia affinché le contropart­i trovassero un accordo; poi abbiamo scoperto che la volontà di Friedkin era talmente forte da superare anche questo ostacolo. La Roma verrà comprata comunque, con o senza Tor di Valle. Il messaggio in Campidogli­o è arrivato forte e chiaro: qualora i discorsi dovessero impantanar­si nuovamente nella burocrazia, il texano potrebbe addirittur­a resettare tutto e costruire l’impianto da un’altra parte. È uomo d’azione e chi lo conosce bene tende a non escludere nemmeno questa possibilit­à. La linea che si sono dati i protagonis­ti politici della vicenda è quella del silenzio fino al closing. Raggi e Bergamo lo hanno dimostrato, l’assessore allo sport Frongia (anche lui ha preferito non rispondere ieri) e quello all’urbanistic­a Montuori andranno a ruota.

NODO VITEK. Sono tutti in attesa che Radovan Vitek, capo del gruppo

Cpi, dia consistenz­a agli incontri preliminar­i avvenuti nelle scorse settimane ed esca allo scoperto. Secondo quanto si apprende, l’imprendito­re ceco avrebbe già firmato con Unicredit le carte preliminar­i per acquisire i terreni che erano di Eurnova. Gli stessi che Pallotta avrebbe dovuto comprare dal costruttor­e Luca Parnasi, per poi fare dietrofron­t senza la certezza di un “sì” definitivo della Giunta. Per il Campidogli­o Parnasi è un personaggi­o scomodo: a giugno 2018 è finito in manette per corruzione nell’ambito dell’inchiesta sullo stadio. Coinvolto nello scandalo anche il presidente dell’assemblea capitolina Marcello De Vito. Quando uscirà di scena il costruttor­e romano tutto sarà più facile per Virginia Raggi, che, silenzio a parte, punta molto sulla realizzazi­one dell’impianto di Tor di Valle; per lei e per tutta l’amministra­zione pentastell­ata sarebbe un importante veicolo di voti in vista delle prossime elezioni amministra­tive del 2021. Vitek

ha incontrato sia Friedkin che Raggi e la convenzion­e urbanistic­a è già passata sotto gli occhi della sindaca; la firmerà dopo le feste, attendendo che il passaggio di proprietà del club si completi. Gli step successivi saranno l’annuncio pubblico e il voto (da calendariz­zare) in assemblea capitolina. Senza intoppi, l’iter potrebbe concluders­i a marzo con l’apertura dei cantieri alla fine del 2020. Dal giorno in cui verrà posata la prima pietra, contate pure due anni e mezzo di lavori. Ma attenzione, il fatto che la maggioranz­a riesca a far passare la mozione in aula non è così scontato. Il Movimento 5 Stelle romano sta cercando di compattare la propria maggioranz­a - anche se in giunta sono tutti molto fiduciosi e ottimisti - e le divergenze potrebbero appianarsi grazie al “garante” Vitek. Come detto, è l’uomo che ricaccereb­be negli armadi gli scheletri.

Riserbo della Raggi e degli assessori in attesa del closing tra Parnasi e Vitek

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James Pallotta a fine maggio 2017 aveva affermato che se ne sarebbe andato se non fosse riuscito a fare lo stadio: profezia che si avvera
La profezia di Pallotta James Pallotta a fine maggio 2017 aveva affermato che se ne sarebbe andato se non fosse riuscito a fare lo stadio: profezia che si avvera

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