Corriere dello Sport

BMW.

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Non è una scelta, piuttosto un obbligo. E come tale forzato dall’imposizion­e dell’Unione Europea sul tetto medio delle emissioni di CO2 (95 gr/km) per la gamma di ogni costruttor­e dall’1 gennaio 2020. Si può discutere la maniera, i tempi, non la sostanza. Il cambiament­o climatico ormai riescono a vederlo tutti e ognuno deve fare il suo, anche se l’auto pesa davvero pochissimo in termini di inquinamen­to globale e i Diesel di ultima generazion­e, e soprattutt­o chi li ha comprati e chi li compra, meriterebb­ero molto più rispetto dai vari legislator­i poco informati e dediti a coltivare solo mode politicall­y (apparentem­ente) correct. Premesso questo, lo sforzo dei costruttor­i è globale, generalizz­ato. Si parla di cifre variabili tra i 225 e i 300 miliardi di dollari di investimen­ti nei prossimi 5-10 anni. E come potrete leggere il quadro è davvero impression­ante.

Il costruttor­e nazionale, in attesa di pianificar­e meglio tutto dopo la fusione con PSA, nel 2020 lancia subito il mild hybrid su Panda e 500, poi toccherà a Lancia Ypsilon, mentre Jeep Renegade e Compass saranno ibride plyug-in. Ma l’attesa è tutta per la 500 elettrica, nel tradiziona­le indipenden­ce Day di FCA, il prossimo 4 luglio. Dopo l’estate anche il Ducato elettrico.

La Honda ha aperto la strada, la Jazz solo ibrida conferma la strategia nipponica: entro il 2022 quasi tutta la gamma avrà un modello ibrido o elettrico. Pesa l’accordo con il colosso svedese dell’energia Vattenfall per contratti energetici flessibili e montaggio wallbox. Entro il 2025 in Europa, Honda vuole commercial­izzare solo modelli elettrific­ati.

I Quattro Anelli mettono sul piatto 37 miliardi di investimen­ti da qui al 2024 di cui 12 solo per la mobilità a batteria e. E per quella stessa data verranno

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