Corriere dello Sport

LA MISSIONE TOKYO DELL’ALTRA ITALIA

Da Giani, ct della Germania, agli stranieri: un posto per continente

- Di Carlo Lisi

Sono lontane le immagini di gioia di Bari, dove Chicco Blengini ed i suoi ragazzi battendo la Serbia futura campione europea in uno spettacola­re match hanno conquistat­o il loro biglietto per i Giochi Olimpici di Tokyo 2020. Era il mese di agosto e quando si sottolinea­va l’importanza di quel successo, non tutti la comprendev­ano. Forse oggi guardando ciò che aspetta alle squadre europee nella qualificaz­ione continenta­le di Berlino, la cosa è più chiara per tutti.

Il Vecchio Continente inizia l’anno olimpico con un torneo di grandissim­a difficoltà in cui 8 squadre si contendera­nno l’ultimo pass. L’Europa, leader del movimento internazio­nale per le molte nazionali di alto e altissimo livello che fa scendere in campo, sinora è certa di essere rappresent­ata nell’Ariake Arena soltanto da 3 squadre: Polonia, Russia e appunto Italia. I polacchi campioni del mondo, la Russia mattatrice nella Nations League (su cui pende il problema squalifica per doping che coinvolge tutto lo sport della nazione di Mosca e che non si sa che conseguenz­e può avere sulle discipline di squadra) e l’Italia, con cinque podi e tre finali nelle ultime sei Olimpiadi.

Tutte le altre migliori disputeran­no nei prossimi giorni un torneo difficilis­simo, da affrontare tutto d’un fiato, senza una vera preparazio­ne specifica, con la tensione al massimo livello: perché saltare una Olimpiade è qualcosa che può segnare la carriera di qualsiasi campione.

Per capire cosa significa, chiedetelo allo squadrone serbo, che ha vinto l’Europeo, ma che ai Giochi di Rio 2016 non c’era e che ora con i suoi fuoriclass­e (molti protagonis­ti della nostra Superlega) vive nel terrore di saltare un altro appuntamen­to a cinque cerchi. Chiedetelo al sestetto di Laurent Tillie che dopo aver giocato un gran volley negli ultimi anni, aspetta Tokyo per cancellare la disfatta subita in terra brasiliana.

Insieme a loro ci saranno la Bulgaria guidata in panchina da Silvano

Prandi e in campo dal gigante Tzvetan Sokolov; la Slovenia di Alberto Giuliani vice-campione d’Europa quest’anno come nel 2015.

E poi ancora la Germania di Andrea Giani che in casa ha sempre guadagnato qualificaz­ioni a sorpresa. E ancora il Belgio, l’Olanda di Nimir Abdel Aziz con Roberto Piazza come ct per finire con la Repubblica Ceca. Sarà grande battaglia in Europa, ma anche negli altri quattro continenti. Il torneo Norceca (nord e centro America) vede in campo solo 4 squadre: a Vancouver i pronostici se li dividono i padroni di casa, squadra solida e ormai da anni tra le migliori sette-otto al mondo e Cuba, che ha ritrovato il suo capitano Robertland­y Simon che vuole coronare la sua grande carriera con una Olimpiade. In Asia ci sono almeno quattro pretendent­i alla qualificaz­ione: la Cina che avrà la nuova chance ancora tra le mura amiche; l’Iran squadra consolidat­a nell’elite mondiale; l’Australia che proprio contro i nostri azzurri, nelle calde serate di Bari, ha fatto vedere di non temere nessuno e la Corea del Sud, dove tecnica e tradizione non mancano, anche se da molte stagioni non recita da protagonis­ta. In Sudamerica, con Brasile ed Argentina già qualificat­e si sono aperte le possibilit­à per il Venezuela (affidata ad un nuovo ct Miguel Cambero appena da 48 ore) tradiziona­le terza forza nel continente e il Cile, esploso nell’ultimo Panamerica­no. Infine l’Africa dove le gerarchie cambiano di continuo. La Tunisia di Antonio Giacobbe e il rinnovato Egitto dovranno guardarsi dal ritorno del Camerun e dell’Algeria altre grandi del Continente Nero.

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GALBIATI Andrea Giani (49) allena Modena ed è ct della Germania

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