Superman Howard torna a volare
La scorsa stagione ha disputato solo nove partite con Washington, in novembre, dopo aver saltato tutta la preparazione. Poi per Dwight Howard un intervento chirurgico alla schiena, il passaggio a Memphis durato un mese perchè il 24 agosto arrivava il taglio.
Per l'ex Superman, che ha compiuto da poco 34 anni, il tramonto era già una realtà. Poi, all'improvviso, ecco di nuovo i Lakers che gli hanno proposto un contratto al minimo di stipendio e la maglia 39 che nella storia della NBA era stata scelta solo da cinque giocatori.
Ebbene, incredibile ma vero, Howard non è mai stato fisicamente così in forma come oggi: domenica contro Dallas 15 punti in 20' (quest'anno il suo top 20 sul campo di Indiana) e la conferma di essere diventato un “fattore significante”. Dimenticata l'altra esperienza a Los Angeles datata 2012-13, quella finita male: con Kobe Bryant non si trovarono mai, e non solo in campo. «Io non ho mai perso l'amore per i fan e la gente di LA - ha detto il centro -: giocare qui è stupendo».
TRASFORMAZIONE. Orlando, Los Angeles, Houston, Atlanta, Charlotte, Washington e adesso nuovamente i Lakers, dopo anni bui e tanti problemi fisici. Ma anche il gioco è cambiato, il “big man” non è più il punto focale dell'attacco. «Da fuori - ha raccontato il centro, otto volte All-Star - la gente pensa: “Non segna più come prima, è in declino...”. Ma tutto fa riferimento alle opportunità e al sistema di gioco». Adesso Howard ha tra le mani la possibilità di arrivare a quell'anello che nel 2009, quando era a Orlando, gli fu negato proprio dai Lakers.
CINQUEFIGLI. Forse un aiuto gli è arrivato anche da una situazione fuori dal campo più stabile. Howard ha cinque figli, avuti con altrettante donne, però attualmente anche la sua vita sentimentale è legata al basket: infatti la compagna è Te'a Cooper, 21 anni (13 in meno di Howard) guardia della Baylor University. C'è chi sostiene che si siano conosciuti quando Te'a era alla high school: insomma, quando aveva meno di 18 anni...
L'anno scorso c'è stata anche la causa intentata a Howard da un uomo, Masin Elije: sosteneva di aver avuto una relazione con il cestista, interrotta dopo un tradimento a un transgender sex party. «Io non sono gay - la risposta di Howard - tante persone lo sono e devono nascondersi, come chi ha problemi mentali o di altro genere: devono indossare una maschera. Io no. Voglio solo essere».
Risultati: Toronto-Oklahoma City 9798; Memphis-Charlotte 117-104; New Orleans-Houston 127-112 (Ingram, Ball 27, House 22); Denver-Sacramento 120-115 (Porter, Barton 19, Bjelica 27); LA Lakers-Dallas 108-95 (Davis 23, Doncic 19)
Contro Dallas 15 p. in 20’. E una nuova fidanzata di soli 21 anni, giocatrice