Corriere dello Sport

Incidente e polemiche l’anno di Balo inizia male

La 500 Abarth sul marciapied­e alle 6 del mattino: semiasse rotto Mario rientra a casa a piedi Il Brescia: Guidava un suo amico

- di Alessandra Giardini

Ridendo e scherzando quest’anno compirà trent’anni. Chissà se almeno quel giorno smetteremo di considerar­lo un figlio e ci renderemo conto che parliamo di un padre.

Ridendo e scherzando quest’anno compirà trent’anni. Chissà se almeno quel giorno smetteremo di considerar­lo un figlio e ci renderemo conto all’improvviso che stiamo parlando di un padre, di un uomo grande e grosso capace di guardare negli occhi uno stadio che gli urla addosso e di calciare il pallone in tribuna. (Cosa urlano? Se non lo sapete vuol dire che allo stadio non ci siete mai stati, e allora ricapitoli­amo brevemente. Quando va bene fanno buuu per ricordargl­i che se sei nero per loro sei come una scimmia, quando riescono ad articolare un pensiero si va dal raffinato «non esistono negri italiani» all’augurale «se saltelli muore Balotelli» ovviamente con contorno della curva che salta compatta).

C’è un pezzo facile facile da scrivere, che va bene tutte le volte che Mario Balotelli fa qualcosa, basta aggiornarl­o con l’ultima puntata e funziona sempre: è l’elenco di tutte le scemenze di cui si è reso protagonis­ta, qualcuna in campo, molte di più fuori, parecchie a bordo di una delle sue macchine. (Anche quello dei calciatori al volante è un pezzo che si scrive da solo: sono giovani, la patente l’hanno presa senza fatica, spesso guidano auto veloci almeno tanto quanto sono costose, optional del mestiere, e sono pochissimi quelli capaci di uscire da questo personaggi­o, di sicuro non Balotelli).

Un altro format sempre buono è quello del Capodanno, siamo tutti convinti che ciò che facciamo il primo dell’anno ci condizione­rà fino alla fine di dicembre, e allora facciamo tutto quello che possiamo per metterci dentro i nostri desideri: divertimen­to, passione, un viaggio indimentic­abile, un vestito nuovo, un cibo ripieno. La prima cosa che si mangia a casa mia sono i datteri con le noci, dice la mia mamma che così l’anno sarà dolce ma con dentro qualcosa di buono, e però poi l’anno viene fuori come gli pare, qualche volta è dolce, altre volte amaro, e non sempre c’è dentro qualcosa di buono. (Andare a sbattere con la macchina il primo dell’anno non può essere considerat­o di buon augurio, ma pensandoci bene anche andare a sbattere il 2 o il 3 non è mica questa gran fortuna).

Insomma, tornando a Balotelli, questo doveva essere l’anno nuovo in tutti i sensi. Il ritorno a casa, battezzato dalle lacrime di gioia della sua mamma Silvia, lui che gioca nel Brescia come avrebbe tanto voluto il suo papà, il rapporto con sua figlia Pia celebrato entrando con lei in braccio allo stadio di Napoli, il gol con la dedica pronta, la Serie A, la voglia di rigare dritto per convincere Mancini che il suo tempo in Nazionale non è ancora finito, e questo è l’anin no dell’Europeo che comincia in casa. Invece no. Il rapporto difficile con il mondo continua. Grosso, l’allenatore, lo allontana dall’allenament­o perché lo vede svogliato. Cellino, il presidente, si mette a fare battute («Mario? E’ nero, ma sta cercando di schiarirsi») che non fanno ridere neanche quando le mette al loro posto («Ho detto una cazzata»). Balotelli, sempre lui. Eravamo nell’anno nuovo da poco meno di sei ore quando la 500 Abarth di Mario ha preso un marciapied­e e poi si è arrestata, con il semiasse spaccato, davanti a un cancello. Il Brescia fa sapere che al volante c’era un amico di Balotelli, lui era l’altro passeggero, che comunque non si è fatto niente, è tornato a casa a piedi e prima di andare a dormire ha chiamato il carro attrezzi perché si occupasse della macchina. Quello che avremmo fatto tutti, Capodanno o no. Però apriti cielo: il primo dell’anno di Balotelli ci conferma che, anche se il tempo passa e quelli che sono nati nel Duemila oggi hanno vent’anni, questo Paese c’è qualcosa di immutabile che ci tiene tutti in ostaggio. La storia di Mario assomiglia sempre a quella di Calimero, il pulcino che la gallina veneta non riconobbe come figlio suo perché era caduto nella fuliggine ed era venuto fuori nero: sono passati più di cinquant’anni da Carosello ma in fondo in Italia sembra che non sia cambiato niente. Se una donna viene infastidit­a per strada, ci sarà sempre qualcuno che pensa che avrebbe dovuto dare meno nell’occhio, e che se fosse rimasta a casa non ci sarebbe niente di cui parlare. Se Mario Balotelli è nella macchina sbagliata il giorno più sbagliato dell’anno, non è altro che la conferma di un sospetto. In qualche modo è sempre colpa sua.

La macchina si è fermata, lui è tornato a piedi chiamando però il carro attrezzi

Ne combina sempre una, ma com’è che risulta colpevole anche senza colpa?

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 ?? BARTOLETTI ?? Mario Balotelli, 29 anni, è al Brescia da questa stagione, dopo tre in Francia (Nizza e Marsiglia). Ha giocato nell’Inter, nel Milan e in Premier (City e Liverpool)
BARTOLETTI Mario Balotelli, 29 anni, è al Brescia da questa stagione, dopo tre in Francia (Nizza e Marsiglia). Ha giocato nell’Inter, nel Milan e in Premier (City e Liverpool)
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Un particolar­e della Cinquecent­o Abarth incidentat­a su cui all’alba di ieri c’era Mario: il Brescia ha comunicato che non era Balotelli alla guida
Primo dell’anno col botto Un particolar­e della Cinquecent­o Abarth incidentat­a su cui all’alba di ieri c’era Mario: il Brescia ha comunicato che non era Balotelli alla guida

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