Corriere dello Sport

«Ascoli, devi crescere»

- di Giancarlo Febbo GIEFFEPRES­S

Passare da una sconfitta onorevole alla disfatta è un attimo. Il calcio in questo senso è molto ambiguo, la prestazion­e dice e non dice, perché basta assentarsi un po’ dalla partita per ritrovarsi seppellito da una montagna di reti, come è successo all’Ascoli a Benevento nell'ultima dello scorso anno. Alzi la mano chi avrebbe potuto immaginare un epilogo simile (4-0 per i sanniti) dopo l’ottima prova bianconera per almeno tre quarti della gara, eppure... è successo. E qualche strascico potrebbe lasciarlo. Per fortuna adesso c’è la lunga sosta, un recinto temporale di oltre 20 giorni coerente con la ricarica delle batterie, poi dal 18 gennaio, a Trapani, inizierà un altro campionato (almeno così dicono tutti gli addetti ai lavori), quindi il destino del club marchigian­o è ancora tutto da scrivere. Ora, a prescinder­e dalla frustrazio­ne dell’esordiente tecnico Paolo Zanetti, il più giovane della categoria con appena 37 anni, che la esterna così, «sono arrabbiato, non voglio giocare un grande calcio e non fare risultato», la riflession­e generale porta a pensare che all’Ascoli manchi ancora quel “quid” per consolidar­si nelle zone alte della classifica (sebbene attualment­e sia dentro i play off, seppur di poco, ndc). Infatti, lo stesso Zanetti ammette. «La partita in questione può essere molto utile per farci capire qual è il gap tra una squadra costruita per vincere e la nostra. Per migliorare dobbiamo prendere meno gol, il Benevento è l’esempio plastico: ha subìto in tutto il girone di andata solo nove reti, quattro in un’unica partita (a Pescara, ndc). Non prendere gol è determinan­te, loro ce lo insegnano. Noi in casa ci riusciamo, ma in trasferta no: questa è la realtà. Non voglio essere troppo critico, ma lo sono prima di tutto verso me stesso perché mi sento responsabi­le. Le vittorie devono essere tutto per noi, io non voglio giocare un grande calcio e non fare risultato».

Premesso che è tutto vero quel che dice Zanetti, lo è altrettant­o che c’è tempo (e modo) per migliorars­i, a maggior ragione se si parte da una base più solida di quanto si possa pensare. Il bilancio del girone d’andata dell’Ascoli, infatti, è piuttosto lusinghier­o. Come contrappes­o, il rendimento interno è da capogiro, il terzo in assoluto dietro le prime della classe Benevento e Pordenone.

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Paolo Zanetti, 37 anni

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