«Ascoli, devi crescere»
Passare da una sconfitta onorevole alla disfatta è un attimo. Il calcio in questo senso è molto ambiguo, la prestazione dice e non dice, perché basta assentarsi un po’ dalla partita per ritrovarsi seppellito da una montagna di reti, come è successo all’Ascoli a Benevento nell'ultima dello scorso anno. Alzi la mano chi avrebbe potuto immaginare un epilogo simile (4-0 per i sanniti) dopo l’ottima prova bianconera per almeno tre quarti della gara, eppure... è successo. E qualche strascico potrebbe lasciarlo. Per fortuna adesso c’è la lunga sosta, un recinto temporale di oltre 20 giorni coerente con la ricarica delle batterie, poi dal 18 gennaio, a Trapani, inizierà un altro campionato (almeno così dicono tutti gli addetti ai lavori), quindi il destino del club marchigiano è ancora tutto da scrivere. Ora, a prescindere dalla frustrazione dell’esordiente tecnico Paolo Zanetti, il più giovane della categoria con appena 37 anni, che la esterna così, «sono arrabbiato, non voglio giocare un grande calcio e non fare risultato», la riflessione generale porta a pensare che all’Ascoli manchi ancora quel “quid” per consolidarsi nelle zone alte della classifica (sebbene attualmente sia dentro i play off, seppur di poco, ndc). Infatti, lo stesso Zanetti ammette. «La partita in questione può essere molto utile per farci capire qual è il gap tra una squadra costruita per vincere e la nostra. Per migliorare dobbiamo prendere meno gol, il Benevento è l’esempio plastico: ha subìto in tutto il girone di andata solo nove reti, quattro in un’unica partita (a Pescara, ndc). Non prendere gol è determinante, loro ce lo insegnano. Noi in casa ci riusciamo, ma in trasferta no: questa è la realtà. Non voglio essere troppo critico, ma lo sono prima di tutto verso me stesso perché mi sento responsabile. Le vittorie devono essere tutto per noi, io non voglio giocare un grande calcio e non fare risultato».
Premesso che è tutto vero quel che dice Zanetti, lo è altrettanto che c’è tempo (e modo) per migliorarsi, a maggior ragione se si parte da una base più solida di quanto si possa pensare. Il bilancio del girone d’andata dell’Ascoli, infatti, è piuttosto lusinghiero. Come contrappeso, il rendimento interno è da capogiro, il terzo in assoluto dietro le prime della classe Benevento e Pordenone.