BARAZZUTTI: ASPETTO SINNER IN AZZURRO E CONFERME DAI BIG
Il capitano archivia il 2019 e rilancia le ambizioni di tutto il movimento «Jannik è il nostro giovane migliore, mi auguro di vederlo in Davis La Atp Cup non propone niente di nuovo, ma non mi dà fastidio»
«P er i giocatori l’Atp Cup è perfetta: giocano sereni, prendono punti Atp, e guadagnano anche parecchi soldi…».
Corrado Barazzutti dicembre lo ha trascorso fra gli affetti famigliari, gli allenamenti romani con Fabio Fognini, prima che il fresco bi-papà volasse a Barcellona da mamma Flavia e dalla neonata Farah, e una capatina al Lemon Bowl, il tradizionale torneo giovanile romano di Capodanno, per dare un’occhiata ai talenti del futuro.
PARTENZA. In Australia volerà il 14 gennaio, prima degli Australian Open. Sulla panchina dell’Italia da domani alla Atp Cup siederà Alberto Giraudo, l’ex pro torinese che quest’anno seguirà più assiduamente il Fogna, «mentre io gli darò una mano, ma preferisco sempre che di me si parli come del capitano di Coppa Davis».
PROGETTO. Rispetto alla Atp Cup la vecchia Zuppiera d’argento, da poco ridisegnata nelle date e nel formato, resta comunque un’altra cosa. «Indubbiamente. La Davis ha uno spessore, una storia diversa, anche se è stata stravolta resta più importante, più sentita, nel bene e nel male. Alla Atp Cup ci si iscrive in base alla classifica e il capitano non può decidere le convocazioni come succede invece in Davis, scegliendo chi è più in forma o dà più affidamento, ma al massimo essere di sostegno ai giocatori in campo. Poi è vero che mi criticano perché io scelgo spesso il numero 1 e il numero 2 secondo il ranking: ma quando sono i più forti è abbastanza comprensibile che succeda così…. Detto questo, non è che l’Atp Cup mi dia fastidio, può anzi essere una buona preparazione per i giocatori. Piuttosto mi sembra che l’Atp non proponga niente di nuovo. L’Atp Cup non è altro che la vecchia World Team Cup di Dusseldorf (che in realtà nacque in Giamaica nel 1975 e inizialmente si chiamava Nations Cup, ndr), e anche la Laver Cup la giocavamo già ai nostri tempi a Barcellona, Europa contro Resto del Mondo».
OBIETTIVI. Il 2019 è stato un anno straordinario per il nostro tennis maschile, il 2020 dovrà essere una stagione di conferme, sia individuali sia di squadra. «A Fabio, che come ho detto seguirò in alcuni appuntamenti, mentre Giraudo gli sarà accanto più spesso, auguro che riesca ad ottenere il traguardo che si è posto, e cioè un grande risultato in un torneo dello Slam. A Roma con me si è allenato benissimo, spero che riesca a mantenere a lungo questo stato di forma. Ed è lo stesso augurio che faccio anche agli altri azzurri. Lorenzo Sonego ha già fatto bene e può fare meglio, Matteo Berrettini non deve fermarsi, e dietro di loro ci sono altri che coltivano ambizioni, come Fabbiano o Travaglia. O ancora Jannik Sinner che deve confermare la crescita del 2019, e i giovanissimi Musetti e Zeppieri. Poi un augurio sinceramente vorrei farlo anche a me e alla Fit, e cioè che accanto ai risultati individuali arrivino anche quelli di squadra, in Coppa Davis, perché credo che ce li meriteremmo».
BILANCIO. Nel 2019 alle Finals di Madrid l’Italia non ha mantenuto le promesse della vigilia, anche perché sia Berrettini sia Fognini ci sono arrivati ormai a serbatoi vuoti. «E’ vero, la data di fine stagione, dopo le Atp Finals, non aiuta. Ma dobbiamo conviverci e tutti, ne sono sicuro, faremo uno sforzo per dare il meglio nel 2020».
SINNER. A Madrid a novembre non c’era Sinner, che diplomaticamente si era dichiarato ‘non ancora pronto’, scoraggiando, diciamo così, l’eventuale convocazione di Corrado. Pare scontato invece che nel 2020 lo vedremo in squadra: «E’ il nostro giovane più forte, quindi mi auguro di vederlo presto in Davis - dichiara con altrettante diplomazia il capitano - in modo che possa dare il suo contributo al raggiungimento del grande risultato che tutti desideriamo».
«Fognini in questi giorni si è allenato benissimo, spero che mantenga il suo stato di forma e centri gli obiettivi negli Slam»
«Berrettini non deve fermarsi Sonego ha già fatto bene e può fare meglio. Fabbiano e Travaglia gli altri da seguire»