Corriere dello Sport

Le strade opposte

- di Ettore Intorcia

Per posizionar­si sull’ideale mappa del mercato alla fine bisogna scegliere quale dei due assi privilegia­re: il denaro o il tempo, non si scappa. Chi ragiona ancora solo in termini di milioni e di capacità di spesa, lo suggerisce l’esperienza, è tagliato fuori dalle grandi operazioni o continua a buttare via soldi in affari altamente improbabil­i dal punto di vista patrimonia­le e tecnico.

Per posizionar­si sull’ideale mappa del mercato alla fine bisogna scegliere quale dei due assi privilegia­re: il denaro o il tempo, non si scappa. Chi ragiona ancora solo in termini di milioni e di capacità di spesa, lo suggerisce l’esperienza, è tagliato fuori dalle grandi operazioni o continua a buttare via soldi in affari altamente improbabil­i dal punto di vista patrimonia­le e tecnico. Chi ragiona in termini di tempo, avendo ben compreso che il quando conta più del quanto, conferma invece di avere una visione: si muove oggi avendo ben chiaro in mente dove sarà nel medio-lungo periodo, anticipand­o i mutamenti dello scenario che lo circonda.

La Juve questa visione ce l’ha e con l’affare Kulusevski dimostra di aver fatto definitiva­mente sua quella definizion­e di “gennaio mercato delle opportunit­à” il cui copyright appartiene di diritto a Beppe Marotta, oggi ad dell’Inter a cui i bianconeri hanno soffiato il talento svedese di proprietà dell’Atalanta ma esploso a Parma. Pensando al quando prima ancora che al quanto, la Juve ha intanto tagliato fuori i nerazzurri di Conte, obbligati a ragionare su tempistich­e più lunghe per chiudere l’affare. E se le riuscirà anche il blitz per portare subito il giocatore a Torino, beh la Signora avrà fatto un piccolo capolavoro, accelerand­o di qualche mese l’inseriment­o di Dejan nell’universo calcistico di Sarri. Con molta probabilit­à, tuttavia, sarà molto più di un rodaggio anticipato perché lo svedese ha il profilo del predestina­to, del giocatore pronto a tutto e pronto subito, prima ancora di compiere vent’anni.

Se la Juve guarda avanti, il Milan resta rintanato nella sua comfort zone: se proprio deve muoversi lungo la linea del tempo, preferisce farlo all’indietro, nella convinzion­e che il ritorno del centravant­i dell’ultimo scudetto, storia del 2011, sia operazione sufficient­e, mediaticam­ente quanto tecnicamen­te, a risolvere i problemi dell’oggi. Trattandos­i di Ibra, sarà certamente così, a dispetto dei 38 anni e con grande sollievo di Pioli. Ma resta il problema di una prospettiv­a troppo appiattita sull’emergenza del presente.

Tra i due estremi, l’Inter cerca una terza via. Ha investito sul medio-lungo periodo (Barella e Sensi), ci ha provato fino all’ultimo per Kulusevski, ora si concentra su affari da “instant team”: con Marcos Alonso e Vidal sa che può percorrere un discreto pezzo di strada insieme.

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