Corriere dello Sport

SALVATE IL SOLDATO PIATEK

Il polacco assieme a Ibrahimovi­c con un trequartis­ta alle spalle: il 4-3-1-2 permettere­bbe al Milan di non vanificare l’investimen­to fatto soltanto un anno fa e che sembrava... assicurato

- Di Alfredo Pedullà

Un anno fa di questi tempi era un fenomeno assoluto. Ora, se non è un brocco, poco ci manca. L’equilibrio non esiste, nel caso di Krzysztof Piatek è squilibrio totale. Certo, sono le cifre che parlano, che fanno la differenza: quando spendi circa 35 milioni per un attaccante, diventa insopporta­bile pensare che per lui all’improvviso la porta sia diventata piccola piccola. Eppure prima, non una vita fa, era talmente grande da centrarla al primo respiro. Ora, salvare il soldato Piatek è una necessità anche per una questione di bilancio. Certo, il discorso andrebbe allargato a Leao, un’altra spesuccia non indifferen­te, ma di sicuro quello relativo al polacco è l’argomento che sta più a cuore. Per non vedere precipitar­e dalla finestra una cifra esorbitant­e che il Milan aveva scucito volentieri pur di accontenta­re il Genoa.

IBRA PUO’. Se c’è qualcuno in grado di poter riaccender­e il talento smarrito, questo signore si chiama Zlatan Ibrahimovi­c. Lo pensiamo da settimane, quando la trattativa per il gigante svedese era molto ben impostata ma non ancora definita. Lo pensiamo oggi, a poche ore dalla pirotecnic­a (parole, sentenze, brividi) presentazi­one di un trentotten­ne che si sente ancora ventottenn­e. Ibra li deve svegliare, ha il carisma e la leaderhsip per attivarsi in pochi minuti. Lo stesso Piatek si farebbe svegliare volentieri, non a caso pochi giorni fa il suo messaggio a Zlatan era di benvenuto. Della serie: «Mi piacerebbe giocare con lui». Già, come se fosse una liberazion­e o qualcosa del genere. La penserà così anche Pioli? Presto lo capiremo, partendo dal presuppost­o che sarebbe fondamenta­le un 4-31-2, con trequartis­ta alle spalle di due attaccanti e con l’inevitabil­e sacrificio di qualche esterno (Suso è il primo nome che viene in mente, a meno che non si ritenga di utilizzarl­o in un ruolo, a ridosso delle punte, che ha dimostrato di non digerire). Tenendo conto che Paquetà non può essere diventato un appestato all’improvviso (è costato una fortuna) e che l’alternativ­a potrebbe essere rappresent­ata da un 4-4-2 con Suso e Bonaventur­a (o Calhanoglu o Paquetà) esterni per il famoso doppio attaccante in grado di permettere al Milan una maggiore competitiv­ità (eufemismo) negli ultimi 20 metri. Le statistich­e sono una sentenza: i rossoneri segnano poco (la miseria di 16 reti) e creano poco (a Bergamo, prima di Natale, nulla). Tutto questo malgrado le prime, incoraggia­nti, recite della nuova era post Giampaolo.

Ieri, contro la Rhodense, il primo Pioli in Ibrahimovi­c (storia di un matrimonio calcistico appena celebrato) ha deciso di puntare sul solito 4-3-3. Quindi, Ibra e Piatek non si sono abbracciat­i, se non idealmente o fuori dal campo. Nel primo tempo c’erano Suso e Calhanoglu con Ibra, nella ripresa il polacco ha trovato Leao sulla sinistra e Castillejo azionato sulla corsia di destra. Il fatto che Piatek abbia segnato due gol è già, se proprio intendiamo esagerare, lo zuccherino di ritrovata fiducia per la presenza in gruppo dell’asso svedese. Ma ora bisognerà capire come Pioli si orienterà su futuro tattico del Milan che diventa terribilme­nte presente. Insomma, l’esperiment­o di ieri va analizzato sì ma senza la certezza che si tratti di una decisione definitiva.

QUALE AMATORE? Certo, poi il mercato è lungo e quindi bisogna sempre stare molto attenti alle possibili evoluzioni. Ma nel caso di Piatek la situazione è abbastanza chiara: se lo dai in prestito, dopo aver speso quello che hai speso, più che un pentimento si tratterebb­e di un naufragio. Gennaio è un mese difficilis­simo, tra umori complicati e adattament­i con un nuovo allenatore tutti da verificare. Fin qui i sondaggi che ci sono stati (peraltro non troppo concreti) hanno sempre avuto lo stesso comune denominato­re: prestamelo che fino a maggio cerco di farlo tornare l’attaccante che hai conosciuto. Un messaggio che il Milan non ha raccolto, anzi l’ha respinto al mittente. Almeno per ora. Poi ci sono storie che oggi sono bloccate e che tra quindici giorni possono avere una nuova chiave, magari completame­nte diversa. La formula vincente per il Milan, inutile girarci troppo, sarebbe quella di affidare Krzysztof a Ibra per farlo uscire dalla lavatrice “nuovo” e completame­nte rigenerato. Come poco più di un anno fa quando Piatek la mattina si svegliava e pensava «stavolta a chi dedico un gol?». Ibra, pensaci tu.

Nel primo esame con lo svedese Pioli è ripartito ancora dal 4-3-3

Gli estimatori dell’ex Genoa ci sono ma puntano soltanto al prestito

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LAPRESSE Krzysztof Piatek (24 anni) centravant­i polacco del Milan

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