SALVATE IL SOLDATO PIATEK
Il polacco assieme a Ibrahimovic con un trequartista alle spalle: il 4-3-1-2 permetterebbe al Milan di non vanificare l’investimento fatto soltanto un anno fa e che sembrava... assicurato
Un anno fa di questi tempi era un fenomeno assoluto. Ora, se non è un brocco, poco ci manca. L’equilibrio non esiste, nel caso di Krzysztof Piatek è squilibrio totale. Certo, sono le cifre che parlano, che fanno la differenza: quando spendi circa 35 milioni per un attaccante, diventa insopportabile pensare che per lui all’improvviso la porta sia diventata piccola piccola. Eppure prima, non una vita fa, era talmente grande da centrarla al primo respiro. Ora, salvare il soldato Piatek è una necessità anche per una questione di bilancio. Certo, il discorso andrebbe allargato a Leao, un’altra spesuccia non indifferente, ma di sicuro quello relativo al polacco è l’argomento che sta più a cuore. Per non vedere precipitare dalla finestra una cifra esorbitante che il Milan aveva scucito volentieri pur di accontentare il Genoa.
IBRA PUO’. Se c’è qualcuno in grado di poter riaccendere il talento smarrito, questo signore si chiama Zlatan Ibrahimovic. Lo pensiamo da settimane, quando la trattativa per il gigante svedese era molto ben impostata ma non ancora definita. Lo pensiamo oggi, a poche ore dalla pirotecnica (parole, sentenze, brividi) presentazione di un trentottenne che si sente ancora ventottenne. Ibra li deve svegliare, ha il carisma e la leaderhsip per attivarsi in pochi minuti. Lo stesso Piatek si farebbe svegliare volentieri, non a caso pochi giorni fa il suo messaggio a Zlatan era di benvenuto. Della serie: «Mi piacerebbe giocare con lui». Già, come se fosse una liberazione o qualcosa del genere. La penserà così anche Pioli? Presto lo capiremo, partendo dal presupposto che sarebbe fondamentale un 4-31-2, con trequartista alle spalle di due attaccanti e con l’inevitabile sacrificio di qualche esterno (Suso è il primo nome che viene in mente, a meno che non si ritenga di utilizzarlo in un ruolo, a ridosso delle punte, che ha dimostrato di non digerire). Tenendo conto che Paquetà non può essere diventato un appestato all’improvviso (è costato una fortuna) e che l’alternativa potrebbe essere rappresentata da un 4-4-2 con Suso e Bonaventura (o Calhanoglu o Paquetà) esterni per il famoso doppio attaccante in grado di permettere al Milan una maggiore competitività (eufemismo) negli ultimi 20 metri. Le statistiche sono una sentenza: i rossoneri segnano poco (la miseria di 16 reti) e creano poco (a Bergamo, prima di Natale, nulla). Tutto questo malgrado le prime, incoraggianti, recite della nuova era post Giampaolo.
Ieri, contro la Rhodense, il primo Pioli in Ibrahimovic (storia di un matrimonio calcistico appena celebrato) ha deciso di puntare sul solito 4-3-3. Quindi, Ibra e Piatek non si sono abbracciati, se non idealmente o fuori dal campo. Nel primo tempo c’erano Suso e Calhanoglu con Ibra, nella ripresa il polacco ha trovato Leao sulla sinistra e Castillejo azionato sulla corsia di destra. Il fatto che Piatek abbia segnato due gol è già, se proprio intendiamo esagerare, lo zuccherino di ritrovata fiducia per la presenza in gruppo dell’asso svedese. Ma ora bisognerà capire come Pioli si orienterà su futuro tattico del Milan che diventa terribilmente presente. Insomma, l’esperimento di ieri va analizzato sì ma senza la certezza che si tratti di una decisione definitiva.
QUALE AMATORE? Certo, poi il mercato è lungo e quindi bisogna sempre stare molto attenti alle possibili evoluzioni. Ma nel caso di Piatek la situazione è abbastanza chiara: se lo dai in prestito, dopo aver speso quello che hai speso, più che un pentimento si tratterebbe di un naufragio. Gennaio è un mese difficilissimo, tra umori complicati e adattamenti con un nuovo allenatore tutti da verificare. Fin qui i sondaggi che ci sono stati (peraltro non troppo concreti) hanno sempre avuto lo stesso comune denominatore: prestamelo che fino a maggio cerco di farlo tornare l’attaccante che hai conosciuto. Un messaggio che il Milan non ha raccolto, anzi l’ha respinto al mittente. Almeno per ora. Poi ci sono storie che oggi sono bloccate e che tra quindici giorni possono avere una nuova chiave, magari completamente diversa. La formula vincente per il Milan, inutile girarci troppo, sarebbe quella di affidare Krzysztof a Ibra per farlo uscire dalla lavatrice “nuovo” e completamente rigenerato. Come poco più di un anno fa quando Piatek la mattina si svegliava e pensava «stavolta a chi dedico un gol?». Ibra, pensaci tu.
Nel primo esame con lo svedese Pioli è ripartito ancora dal 4-3-3
Gli estimatori dell’ex Genoa ci sono ma puntano soltanto al prestito