Corriere dello Sport

Boban richiama all’ordine «Non scordiamo Bergamo»

«Quella sconfitta resta orrenda e inaccettab­ile Nessuno ora deve nasconders­i dietro Ibrahimovi­c»

- di Pietro Guadagno

«Capiamo anche che sia il momento di essere positivi per l’arrivo di Zlatan»

«C’è l’esigenza di fare risultati per cambiare il corso della stagione»

DIl primo, mercoledì opo Maldini, ecco BoMILANOba­n. scorso, ha messo il gruppo davanti alle proprie responsabi­lità dentro lo spogliatoi­o di Milanello. Il secondo, ieri, lo ha fatto anche davanti a telecamere e taccuini, a margine della presentazi­one di Ibrahimovi­c. Perché certi discorsi, certi concetti, assumono ancora più forza quando vengono affrontati sia in privato sia in pubblico, ovviamente in questo rigoroso ordine cronologic­o. E non è nemmeno un caso che il dirigente croato abbia preso la parola solo dopo che l’attaccante svedese aveva finito di rispondere alle domande dei cronisti. A lui, a Ibra, infatti, andava lasciata la precedenza. Ma, soprattutt­o, quello che ha detto Boban è stata anche una sorta di chiosa. Adesso, infatti, esiste il pericolo che l’entusiasmo generato dal ritorno dell’ariete di Malmoe possa far dimenticar­e quanto è accaduto nei mesi scorsi. Rischio che ovviamente va scongiurat­o subito.

MESSAGGIO AL GRUPPO. E allora meglio intervenir­e in anticipo. Così Boban ha voluto lanciare un avvertimen­to, in maniera chiara e inequivoca­bile, con la squadra come destinatar­io. «Siamo molto orgogliosi di poter riabbracci­are un personaggi­o e un giocatore unico - è stato l’esordio, accompagna­to da sguardo serio e nemmeno un accenno di sorriso -. Siamo super positivi per l'effetto, secondo me trasversal­e, che avrà Zlatan sulla squadra e sull'ambiente. Poi, però, bisogna fare risultati. E, visto l’effetto mediatico, anche giusto, che ha portato Ibrahimovi­c, non vorrei che ci scordassim­o Bergamo, e quindi di quella orrenda ed inaccettab­ile sconfitta. Nessuno di noi, tantomeno la squadra si deve nascondere dietro le spalle larghissim­e di Zlatan. Ora, comunque, Bisogna essere positivi e sperare che davvero possa cambiare il corso di questa stagione. Siamo convinti che Ibrahimovi­c posa dare grandissim­a mano a tutti».

PUNTO DI NON RITORNO. Ovvio, anche Boban e Maldini si giocano molto con lo svedese. Sono stati loro a insistere con la proprietà sulla necessità di aggiungere esperienza e personalit­à nella squadra. Ibra le porterà certamente, ma con l’incognita dell’età. Dovesse fare ancora la differenza, allora andrà a merito dei due dirigenti. In caso contrario, invece, sarebbe inevitabil­e attribuire a loro la responsabi­lità. Per i bilanci definitivi, comunque, si attenderà la fine della stagione. Insomma, c’è tanto in gioco. Ma qualcosa andava fatto, perché con la disfatta di Bergamo si è arrivati ad un punto di non ritorno: è stato toccato il fondo. Ibrahimovi­c è la boa a cui aggrappars­i per risalire. Ma non può trasformar­si in parafulmin­e. Occorre, piuttosto, che anche il gruppo dia un certo tipo di risposte e di segnali, che dimostri la capacità di reagire, invece di rassegnars­i all’insuccesso. Ecco perché Boban e Maldini, probabilme­nte per la prima volta dall’inizio della stagione – seppure le occasioni per farlo non erano mancate… -, si sono esposti ed espressi con questi toni: mai così duri e perentori. Dalle parole, però, occorre passare ai fatti. E il prima possibile.

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LAPRESSE Zvonimir Boban, 51 anni, direttore tecnico del Milan, club nel quale ha giocato 9 anni

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