Sensi, nessuno come lui per l’Inter e per l’Italia
A centrocampo sa come muoversi a memoria, ha tecnica, segna e serve assist: è più di un tesoro
Il ritorno di Sensi è un sollievo per l’Inter. E’ il recupero di qualità che sono mancate in questo periodo. E’ giusto riconoscere a Borja Valero, il suo sostituto, un livello notevole di professionalità, se la squadra non ha perso contatto dalla Juve è anche merito del sorprendente rendimento dello spagnolo, chiamato a giocare 7 partite di fila (di cui 5 da titolare), dopo non aver visto il campo nelle prime 12 gare di campionato. L’assenza dell’ex centrocampista del Sassuolo è stata comunque pesante per una serie di ragioni che cerchiamo di riassumere in questi 4 punti.
LA COMPLETEZZA. I ruoli in un centrocampo sono tre: il regista (o centrocampista centrale), la mezzala (o interno), il trequartista (o centrocampista avanzato). Nel sistema di Conte, quest’ultimo ruolo ha contorni più sfumati, non c’è quasi mai nelle sue squadre un vero numero 10. In ogni caso, Stefano Sensi può occupare indifferentemente le tre posizioni. Il Sassuolo di De Zerbi puntava molto sulla completezza di questo ragazzo, una volta piazzato davanti alla difesa, un’altra più avanti, un’altra ancora da rifinitore. Conte modificava l’Inter attraverso la posizione di Sensi e il suo ritorno consentirà al tecnico salentino di rendere ancora più ricca ed equilibrata la squadra.
LA TECNICA. Con Sensi e Barella in infermeria, il centrocampo interista ha perso non poco sul piano tecnico. Mettendo da una parte Brozovic, che fa il regista fisso, va detto che Borja Valero e Gagliardini hanno caratteristiche diverse dai due, soprattutto da Sensi, hanno entrambi una sola velocità. Mentre le irruzioni in area di Vecino rappresentano comunque un’alternativa a Lukaku e Lautaro Martinez, gli altri due danno sostanza, ma non qualità eccelsa. Non hanno lo stesso livello tecnico, la stessa abilità nel trasmettere idee e rapidità alla manovra. Sotto questo profilo, l’Inter ha perso molto.
I GOL E GLI ASSIST. L’inserimento di Sensi nel gioco di Conte è stato immediato, i due hanno trovato un’intesa fin dalle amichevoli estive. Mentre Barella cercava di entrare nei nuovi meccanismi, l’ex Sassuolo li maneggiava come se li conoscesse da sempre.
Prima dell’infortunio (Inter-Juve 1-2 il 6 ottobre scorso), aveva giocato 6 gare di campionato, segnando 3 gol con 4 assist. Ancora oggi, nessun centrocampista del trio centrale nerazzurro è riuscito a segnare lo stesso numero di reti, pur giocando più di lui.
IL “RIMORCHIO”. Sotto certi aspetti, Sensi ricorda Marchisio, un centrocampista che poteva giocare al posto di Pirlo (al posto, non nel ruolo: sono due cose diverse), poteva fare l’interno per inserirsi in area senza palla e, all’occorrenza, spingersi in avanti per rifinire l’azione. Marchisio ha segnato 33 gol in 11 campionati di Serie A (1 con l’Empoli, 10 con la Juventus), Sensi nei primi 3 campionati e un pezzo sempre di A è a quota 8. Come Marchisio, conosce alla perfezione i tempi del “rimorchio” che irrompe in area a fari spenti. Lo ritrova Conte e lo ritrova Mancini, che in Nazionale gli ha già dato spazio. Sarà una risorsa in più anche per l’Europeo.
Nel sistema Conte si è ambientato subito: l’intesa è stata naturale
Sotto certi aspetti ricorda Marchisio E conosce i tempi del “rimorchio”