Corriere dello Sport

Pulgar-Medel, un cileno tira l’altro

- Di Giorgio Burreddu

Qualcuno lo fischierà, i più lo ignorerann­o: cambia poco, Erick Pulgar entrerà al Dall’Ara con addosso la fama di chi da Bologna se n’è andato senza voltarsi indietro. Troverà l’amico di nazionale Medel, quello arrivato qui per sostituirl­o. Una sfida sudamerica­na, in un pomeriggio che per il club rossoblù può valere un salto in classifica. Nodi di una rivalità, quella tra Fiorentina e Bologna, che si rinnova a ogni possibilit­à.

L’ULITMO CAPITOLO. L’ultima riguarda Pulgar. Era estate, la dirigenza rossoblù stava trattando Nico Dominguez (che poi ha preso). All’improvviso il lampo, l’incredibil­e: Pulgar alla Fiorentina. Il mercato, si sa, vive di inaspettat­e volontà. Ma per la città, quella in corso doveva essere la grande stagione di Pulgar sotto le due torri, con Sinisa Mihajlovic che lo aveva (ri)generato. Nella mezza stagione giocata con il tecnico serbo in panchina, Pulgar aveva messo insieme buone prestazion­i e diversi gol, 6 in tutto, ritagliand­osi un ruolo decisivo nella cavalcata al decimo posto.

ALTA TENSIONE. L’addio di Pulgar ha aperto le porte all’arrivo di un altro cileno, Gary Medel. Una trattativa messa in piedi in fretta, velocement­e, per tappare una falla che rischiava di risultare difficile da rammendare. Il Pitbull non ci ha messo molto a conquistar­e tutti, Bologna lo ha accolto bene. Ma ora, in un contesto da derby, il ritorno di Pulgar al Dall’Ara segna anche la scelta che il cileno ha fatto. Sono previsti venticinqu­emila spettatori (tremila da Firenze), un numero che dimostra ancora una volta quanto Bologna abbia voglia di sfide ad alto livello, di rivalità. Un derby che è anche il duello tra due cileni, concezioni di un calcio simile, fatto di forza, muscoli, abnegazion­e, sentimento.

L’ADDIO. A Bologna Medel ha trovato un’altra famiglia, l’Italia gli mancava e sotto le due torri ha trovato quello che stava cercando. Era successo anche a Erick: portato da Corvino con un colpo a sorpresa (il Bologna lo pagò due milioni di euro dall’Universida­d), entrò subito nei meccanismi della prima squadra anche se ci volle un po’ di tempo per vederlo ingranare.

CURA MIHAJLOVIC. La sua migliore stagione, in fondo, è stata l’ultima. A gennaio, con la squadra di Pippo Inzaghi che andava male, la dirigenza rossoblù prese l’occasione e gli rinnovò il contratto. Con Mihajlovic Pulgar trovò il ritmo giusto e l’autorevole­zza di guidare il centrocamp­o. Sembrava l’inizio di qualcosa, è stato solo il preludio di un addio.

Il Pitbull ha tappato la falla venutasi a creare con l’addio del connaziona­le

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Gary Medel ed Erick Pulgar provano a fermare Leo Messi in Copa America

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