«VI DICIAMO COME SI FA A VINCERE IN SERIE C»
I 5 tecnici promossi la scorsa stagione parlano dell’attuale campionato Attilio Tesser, Vincenzo Italiano Luca D’Angelo, Roberto Boscaglia e Fabio Caserta indicano le virtù necessarie per dominare la scena
(v.s.) - Mimmo Toscano, come Cristian Brocchi o Domenico Di Carlo che dominano i tre gironi della attuale Serie C, come pure i colleghi che ambiscono a scavalcarli in classifica, possono prendere appunti. Cinque allenatori che la Serie C l’hanno vinta pochi mesi fa ci raccontano come: piccoli e grandi segreti, valori a volte buoni sempre e a volte specifici. C’è la consapevolezza che vincere non è mai facile, riuscirci in C forse è persino più complicato che altrove. Loro sanno il motivo, perché la C assorbe energie mentali e fisiche in misura esagerata ma si ama. E non si dimentica. E allora tracciano qualche scenario sotto l’albero con il nostro giornale.
Eccoli, sgomitano in B. Uno di loro ha cambiato la casacca, gli altri sono rimasti con le insegne con le quali hanno trionfato in Serie C, la scorsa primavera. Attilio Tesser, Vincenzo Italiano, Luca D’Angelo, Roberto Boscaglia e Fabio Caserta sanno cosa significa vincere un campionato. Da leader dei rispettivi gironi, o con la coda dei playoff che un anno fa ha beneficiato due squadre invece che una. E allora dite: qual è stata la vostra formula vincente? TESSER: «Una squadra competitiva, creare nello spogliatoio un’alchimia importante. Senza una buona atmosfera e senza sintonia, si va in difficoltà».
ITALIANO: «Detto che vincere non è mai facile, abbiamo avuto un bel mix di giovani e meno giovani. Uno spogliatoio dedito al lavoro, che ha sempre saputo come uscire dalle difficoltà». D’ANGELO: «Mantenere l’equilibrio tra le varie componenti della società e della squadra anche nei momenti difficili». BOSCAGLIA: «Avere una grande forza mentale, almeno nel nostro caso, visto che abbiamo giocato ogni tre giorni. In generale, grande applicazione al lavoro». CASERTA: «La voglia di lottare su ogni pallone in ogni gara, la fame di ottenere l’obiettivo prefissato».
Che difficoltà comporta la C? TESSER: «E’ un torneo difficile, devi avere valore tecnico. Indipensabile la continuità; ci sono squadre materasso, ma il resto sono tutte battaglie».
ITALIANO: «Dico il fattore ambientale, in particolar modo nel girone C, dove in alcuni stadi è difficile giocare. Poi la qualità in termini di gioco ed individualità». D’ANGELO: «Una squadra che vuole vincere di norma è la più tecnica e in trasferta spesso è penalizzata dai terreni di gioco non ottimali. Mentre in casa deve affrontare avversari che pensano solo a difendersi e a distruggere il gioco». BOSCAGLIA: «Un campionato complicato, con campi difficili anche a livello ambientale. Ogni gara è un esame e contro le prime della classe tutti vogliono giocare la partita della vita».
CASERTA: «Bisogna essere sempre concentrati, non si può allentare la tensione. In Serie C non esistono partite dal risultato prevedibile».
Quali le percentuali di merito, fra allenatore e organico? TESSER: «Servono tutte e due, ma entrare in sintonia col gruppo è fondamentale. Servono anche una società che tiene la barra dritta, e l’ambiente che aiuta». ITALIANO: «Un fattore è collegato all’altro. Vanno condivisi meriti, demeriti, gioie e dolori». D’ANGELO: «L’allenatore è importante, ma i calciatori sono gli elementi-chiave per vincere. E la società ha un ruolo fondamentale sotto tutti i punti di vista». BOSCAGLIA: «Si vince tutti insieme».
CASERTA: «Ciascuno mette qualcosa di suo, ma è decisiva l’unità di intenti dell’intero l’ambiente, fare blocco unico».
La Serie C 2019/2020 vi sembra cresciutaqualitativamenterispetto alla vostra esperienza diretta? TESSER: «Io ho fatto tre campionati di Lega Pro vincendo con Novara, Cremonese e Pordenone. Si parla sempre di qualità, anche se è arduo fare paragoni. E’ un campionato che ho sempre trovato bello e difficile».
ITALIANO: «Penso che la qualità sia cresciuta, in almeno due gironi il numero di squadre attrezzate per la vittoria è molto più alto rispetto alla stagione passata». D’ANGELO: «Lo scorso anno il campionato è stato bellissimo, ora il livello è ulteriormente cresciuto. Il girone B è il più combattuto». BOSCAGLIA: «Vedo un torneo impegnativo con tante squadre agguerrite».
CASERTA: «La serie C la seguo sempre con interesse e passione. In ogni girone ci sono due o tre compagini che possono vantare qualcosa in più rispetto alle altre e si vede nettamente».
Fate i nomi: chi è sulla strada giusta per coltivare ambizioni? TESSER: «Il Renate l’anno scorso ha rischiato di retrocdere e ora è secondo in classifica, ha un ottimo modo di lavorare coi giovani. Il Monza sta facendo corsa a sé. Poi vedo una realtà bellissima come il Sudtirol, forse manca la Triestina all’appello, lo stesso Vicenza sta facendo bene. L’exploit della Reggina nel girone C è indiscutibile». ITALIANO: «Facile dire Monza nel girone A, Reggina nel C, più incerta la situazione nel B, con tante pretendenti alla vittoria finale. E molti calciatori saranno protagonisti ai piani superiori nelle prossime stagioni».
D’ANGELO: «Dico Monza, ma anche Siena e Alessandria, Vicenza e Padova, Sudtirol senza trascurare la Reggiana. E al sud, la Reggina, ma occhio a Potenza, il Bari e Ternana».
BOSCAGLIA: «Monza, Vicenza e Reggina, ma anche Padova, Carpi e Bari hanno le carte in regola». CASERTA: «Conosco in particolare sul girone C, e Reggina e Bari mi sembrano quelle con maggiori ambizioni di vittoria».
Potete regalare un segreto ai vostri colleghi che sperano di vincere la Serie C quest’anno? TESSER: «Per dire, Toscano in C ha già vinto. L’unico suggerimento buono per tutti è non pensare mai di avere già vinto nonostante l’ottima classifica».
ITALIANO: «Credere fortemente in quello che si fa. Cercare continuità in termini di risultati attraverso i propri principi… Nulla è scontato, ma niente è impossibile». D’ANGELO: «Nessun consiglio particolare a chi, magari, ha vinto più di me. Il livello di preparazione
degli allenatori, grazie alla scuola di Coverciano, è molto elevato». BOSCAGLIA: «Sono tutti preparatissimi e ogni consiglio potrebbe apparire superfluo. Comunque tanto lavoro durante gli allenamenti e cura di ogni dettaglio». CASERTA: «Credere sempre nel lavoro quotidiano e nel mantenere equilibrio: non fasciarsi la testa quando le cose vanno male e non esaltarsi invece nei periodi positivi».
Tesser e D’Angelo: «Conta molto saper creare armonia fra le varie componenti»
Italiano e Boscaglia: «Torneo difficile e selettivo, il livello è di sicuro cresciuto»
Caserta: «Equilibrio e lavoro, consiglio solo questo a chi oggi lotta per la B»