ALONSO: NON CORRO PER DIVERTIRMI
Domani primo via in Arabia con l’ex iridato F.1 debuttante d’eccezione «L’obiettivo è arrivare in fondo Non ho intenzione di ritirarmi subito per una stupidaggine»
Ognuno di noi, da ragazzino, aveva il classico amichetto bravo in tutto. A scuola, con le ragazze, a giocare a calcio, pallavolo, basket. Insomma, ogni cosa facesse, riusciva ad avere un rendimento elevato, una versatilità quasi insopportabile. Sarà capitato anche a Oviedo, nelle Asturie, che alcuni ragazzini abbiano invidiato un certo Fernando Alonso a partire dalle sue prime gare di kart. Magari non era un fenomeno a scuola - questo non è dato saperlo -, ma con gli anni si è trasformato in un fuoriclasse delle quattro ruote, in campione del mondo di Formula 1 e infine in un pilota eclettico. Storia conosciuta, arricchita con le vittorie nella 24 Ore di Le Mans e in quella di Daytona. Per chi è stato un bimbo prodigio, però, accontentarsi non è facile e allora ecco la nuova sfida, che parte domani in Arabia Saudita: la Dakar.
ALTRA STORIA. Non è proprio un novellino, Fernando. Il Rally Raid è corsa a tappe che necessita di una preparazione fisica e mentale speciale. Un’esperienza unica nel suo genere è la Dakar. «Non c’è niente di più diverso dalla Formula 1 - dice il 38enne - Una sfida interessante, impossibile sulla carta, ma voglio sfruttarla al massimo e imparare. La preparazione che ho fatto nei mesi scorsi mi ha arricchito come pilota, che è una delle mie priorità quando mi confronto con sfide simili».
Lo sanno anche in Spagna che Alonso non è il favorito nonostante goda di un’immunità, nel suo Paese, di cui possono fregiarsi solo i più grandi, a cominciare da Nadal nel tennis e Marquez nella MotoGP. Quasi impossibile puntare alla vittoria finale in una corsa in cui è un debuttante. «Non sono qui per ritirarmi al secondo o terzo giorno per aver fatto una stupidaggine. Il mio obiettivo è semplice: arrivare alla fine, non importa in che posizione. Voglio affrontare la gara con una certa calma».
SIGNORI DELLA DAKAR. Accanto a lui avrà un copilota che i pericoli della corsa li conosce non bene, ma benissimo: Marc Coma, uno che la Dakar l’ha vinta cinque volte nelle moto. Leggenda vivente che può guidarlo e con il quale sembra già avere una certa sintonia. Navigatore di lusso, Coma, che è stato anche direttore tecnico della gara dal 2015 al 2018. «Sono qui per far vincere la Dakar a Coma in tre continenti diversi» ha scherzato Alonso ieri in conferenza a Gedda, da dove partirà la gara. Il duo spagnolo sarà a bordo di una Toyota Hilux, una delle migliori vetture in circolazione, ma sulla quale è salito per la prima volta solo il 27 marzo in Sudafrica. Ha sfruttato in questi mesi i consigli e l’esperienza del qatariota Nasser Al Attiyah, campione della Dakar nel 2019 oltre che del sudafricano Giniel De Villiers, che la gara l’ha vinta nel 2009.
Insomma, Alonso ha macinato chilometri di sabbia negli ultimi mesi. Le prove generali però le ha fatte a inizio ottobre nel Rally del Marocco, terminando tre volte tra i primi dieci, salvo poi lasciare la corsa a due tappe dal termine per un problema alla sospensione. Una prova, comunque, che ha convinto la Toyota a ufficializzare la partecipazione alla Dakar 2020 lo scorso 24 ottobre. «Ho gli occhi di tutti addosso, lo so perfettamente - dice da Gedda - Ci sono aspettative su ogni cosa faccia, ma sapete ciò che mi resta di tutto quello che si è detto? Che ho due “palle così”, perché non vengo per una questione di marketing, non ne ho bisogno. E per divertimento nemmeno: mi divertirei più in un’altra situazione in cui sai cosa fai e dove vai, qui invece è tutto nuovo. Non è uno show, ma una gara in cui c’è un semaforo che si spegne, un cronometro che parte e gareggi con i migliori».
TRIPLE CROWN. Alonso è programmazione, è giocare con il calendario per incastrare vita privata, con la sua compagna Linda Morselli, e sfide da affrontare. La più grande, dopo la Dakar, è conquistare la Triple Crown. Per questo insegue la 500 Miglia di Indianapolis, che correrà probabilmente con la McLaren. Gli manca da vincere solo quella, dopo il Mondiale di Formula 1 e la 24 Ore di Le Mans, per eguagliare il leggendario Graham Hill, l’unico nella storia a esserci riuscito. Lui, nel frattempo, si fregia di essere il primo campione del Mondo di Formula 1 a prendere parte alla Dakar. Roba non da poco, roba da Alonso.
Ha avuto tempi stretti: primo test a marzo, l’annuncio di Toyota a ottobre