NEGRI: RIMONTIAMO COME VALENTINO
«Ammiro coraggio e perseveranza di Rossi. Dopo la vittoria su Forlì, decisivo battere Montegranaro»
Per cercare di dare una svolta al proprio campionato e tirarsi fuori dalle sabbie mobili dell’ultimo posto nel girone Est della A2, occupato con soli 6 punti, Orzinuovi si affida a un giocatore che ha assaggiato la serie A a 14 anni. Sì, proprio 14 anni, nessun refuso.Lo conferma lui stesso, Matteo Negri, classe 1991, guardia. «Sono nato a Bologna e giocavo nel settore giovanile della Virtus. Claudio Sabatini, il presidente, era un vulcano di idee. Pensò quella di premiare i ragazzi che avevano il migliore rendimento scolastico con la convocazione in serie A. Così un giorno arriva un dirigente e mi dice che mi sarei allenato con Markovski, il coach di allora, per andare poi in panchina con i grandi. Arrivai all’allenamento e mi chiesi: ma cosa ci faccio qui?».
Era un ragazzino che spalancava gli occhi di fronte alle giocate di Bluthental e Vukcevic. Oggi con Orzinuovi il suo ruolo è ben diverso. «Sono uno dei giocatori più esperti del gruppo e provo a trasmettere la mia carica per puntare alla salvezza. Io ci credo e quello che sento è condiviso dalla società, che ha fatto un grande sforzo per far arrivare Anthony Miles. Abbiamo sconfitto Forlì nell’ultimo turno e questo risultato, oltre a rimpinguare la classifica, ci dà fiducia e forza in vista della prossima partita. Non sarà decisiva ma poco ci manca. Giocheremo a Montegranaro, che ci precede. L’abbiamo sconfitta all’andata e superarla di nuovo sarebbe fondamentale».
Pensare che nella Poderosa ha lasciato un bel ricordo. «Ho giocato con loro lo scorso anno. Una cavalcata fantastica, una stagione stupenda. Ma i sentimenti sono una cosa, il campo un’altra. Dobbiamo vincere e io proverò ad aiutare Orzinuovi a farlo». Nella Marche ha avuto come coach Pancotto. «Sono un giocatore fortunato, sulla mia strada ho incrociato sempre grandi allenatori. Da Consolini nelle giovanili della Virtus, a Buscaglia a Trento. Poi Pillastrini a Treviso e Cesare a Montegranaro. Gente che sa insegnare basket». Che per Negri è un sogno realizzato. «La mia professione oggi è lo sport che praticavo da bambino. Ma voglio finire il corso di Scienze Motorie cui sono iscritto e laurearmi, anche se qui in Italia il percorso universitario per gli atleti è più complicato che in altre nazioni».
Fuori dal campo Matteo ha altri interessi. «Adoro leggere libri e sono appassionato di motociclismo». E su chi sia il suo idolo pochi dubbi. «Valentino Rossi. È ancora sulla breccia con l’entusiasmo di un ragazzzino. È un grande esempio di passione, coraggio e perseveranza. Mi piace il calcio, ma non sono un supertifoso. La squadra del cuore? Ovviamente il Bologna. Visto che si parlava di coraggio nello sport, c’è la lezione di Mihajlovic. Ha mostrato il volto umano di un campione dal grande cuore. In campo non si tirava mai indietro. Lo sta facendo anche nella vita». Tra le sue grandi passioni rimane spazio anche per una grande V nera. «Nella Virtus sono nato e mi sono formato cestisticamente. Sta tornando agli splendori di un tempo. Merita il primo posto. Ha preso quel fenomeno di Teodosic. Il suo arrivo, insieme a quello di Markovic, ma anche di Rodruguez nell’Olimpia, torna a dare lustro al nostro basket».