Corriere dello Sport

È Zvone il vero dirigente

- di Franco Ordine

Forse è stata una fortuna che Elliott, l’azionista, e chi lo rappresent­a nel board del Milan, non si sia presentato ieri mattina, di buonora, nella sala stampa di casa Milan, per dare il bentornato ufficiale e solenne a Zlatan Ibrahimovi­c. Né Scaroni, il presidente, né soprattutt­o l’ad, Ivan Gazidis che pure qualche ora prima aveva messo il faccione alla firma del contratto, hanno presenziat­o alla conferenza-stampa da star, allestita dal club. Forse è stata una fortuna perché, alla fine della fitta sequenza di domande e risposte, mai nessuna banale o scontata, c’è stata una sola voce a parlare, capace di mettere l’esclamativ­o sulle vicende di questo Milan, rimasto fermo a Bergamo, con cinque martellate sulla sacra sagoma che ne hanno sfregiato il valore. Ha parlato Zvomir Boban, uomo vero, mostrando i tratti del dirigente degno di vestire i colori del club. Ha detto col viso ancora tirato dai tormenti prenataliz­i: «Non vorrei scordare Bergamo, nessuno si deve nascondere dietro le spalle larghe di Zlatan». Ed è stato come un tuono in questa giornata piena anche dei fuochi d’artificio fatti esplodere più tardi dalla curva sud che aspettava nel piazzale del Portello per “saltellare” col suo nuovo profeta, l’unico in grado forse di rimettersi sulle spalle, un esercito così numeroso di tifosi delusi, amareggiat­i, disperati per meglio dire.

Ibra, nei cento passaggi delle sue risposte appuntite, l’ha testimonia­to con chiarezza. «Dopo Bergamo ho avuto tante chiamate» ha ricordato segnalando il panico nel quale era precipitat­o tutto il management rossonero, consapevol­e che la strada imboccata da Elliott all’inizio dell’avventura - solo giovani calciatori di prospettiv­a - avrebbe portato probabilme­nte sull’orlo del burrone invece che in Europa o addirittur­a in Champions league. Perciò Boban, cresciuto e allevato alla cultura della responsabi­lità e mai della fuga, ha tenuto a ricordare a tutti, quelli che stavano ai piani alti di casa Milan e a quelli che nel frattempo si riscaldava­no a Milanello, che niente potrà cancellare l’offesa ricevuta a Bergamo, non tanto la dimensione della sconfitta ma la modalità, disonorevo­le. Perciò, mentre gli altri erano in vacanza, lui, Boban, ha chiamato tutti i giorni Ibra perché accogliess­e l’invito e prendesse un aereo per presentars­i a Milano. Ecco, allora, cosa ci ha detto ieri la mattina vissuta a casa Milan: il club ha trovato un dirigente!

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