«Il Milan, che incubo!»
- A distanza di 18 mesi torna a parlare uno dei vertici della proprietà cinese del Milan. L’ex direttore esecutivo David Han Li ha scelto “Forbes” per spiegare i motivi dell’improvvisa uscita di scena, quando nel luglio nel 2018 il club passò nelle mani del fondo Elliott: «Per tutto questo tempo abbiamo taciuto perché non abbiamo fiducia in nessuno. Le informazioni trapelate ci hanno danneggiato molto», ha spiegato Han Li. «I media ci hanno massacrato, sempre a ridosso di eventi importanti. Ad esempio, nel novembre 2017, il New York Times ha pubblicato un articolo molto duro ed eravamo in procinto di firmare degli accordi per il rifinanziamento del debito e la cosa è proseguita anche quando eravamo a Londra per trattare con alcune banche il rifinanziamento. Mi chiedo come sia possibile che i media italiani avessero tutte quelle informazioni. Berlusconi? L'avevamo invitato a diventare presidente onorario: all'inizio ha accettato, ma poi, pochi giorni prima della chiusura, ha detto di non poter accettare la nostra offerta».
ELLIOTT. Il cinese poi nel corso dell’intervista ha ammesso le grosse difficoltà nel sostenere le spese di cui mensilmente aveva bisogno il club per sopravvivere: «È stato surreale. Il giorno dopo ci siamo resi conto che questo era un onere molto pesante. Abbiamo dovuto mettere in media 10 milioni di euro al mese. Abbiamo dovuto investire più capitale nella società, nel club. Era molto più di quanto ci aspettassimo», ha ammesso Han Li. Poi l’attacco all’attuale proprietà americana: «A febbraio 2018, chiesi a una delle persone di Elliott se loro fossero stati diretti responsabili della messa in atto di quegli attacchi mediatici e se avessero voluto prendersi il club. Ovviamente l'hanno negato. Avevamo sentito parlare della reputazione del fondo, ma non ero sicuro che le storie fossero vere».
«Ci siamo sentiti sempre danneggiati E i costi: servivano 10 milioni al mese...»