«Finalmente il gol, adesso voglio volare col Palermo»
Langella: Non segnavo da quasi un anno, ora l’obiettivo è arrivare in Serie C. Restare in rosanero? Il mio sogno
Pensava al Natale come ad un momento di riflessione, tormentato da mezza stagione senza posto fisso e con l’handicap della staffetta. Un giorno a casa, a Pisa; gli altri a Napoli dai nonni. Christian Langella non si aspettava che, nel 2020, il suo mondo sarebbe cambiato con la prima partita dell’anno: gol dopo 16’ dall'ingresso, Palermo in vantaggio, svolta forse decisiva per il campionato e per lui. Un gol, l’urlo e diverse faccine: rabbia, pianto, soddisfazione: a cosa pensava? «A tutto e a niente. Era la fine di un incubo. Come dire: “Ci sono...”. Emozione indescrivibile. Non segnavo quasi da un anno. E mai in casa, neanche a Bari. Festa e liberazione da una stagione senza l’acuto. L’importante era comunque tornare a vincere».
A proposito di gol, visto quello di Silipo?
«Stupendo, sì. Non so se volesse tirare. Bravo e fortunato. Nel calcio ci sta».
Segna Mauri e tutti ad abbracciare Santana in panchina con le stampelle.
«Mauri è molto legato a Mario. Si è messo a correre, lo abbiamo seguito».
Due volte in prestito dal Pisa: Bari e Palermo.
«Riavvolgendo il nastro, farei la stessa scelta senza pensarci. Qui, resterei il più a lungo possibile. Spero di firmare un contratto per più anni. Vediamo a giugno. Sono giovane, le sfide mi piacciono».
La staffetta conKraja?Neparl ate? «I compagni ci prendono in giro, senza malizia: “Oggi, chi gioca?”.
E “Siete la stessa persona con due identità?”».
Dove e come vive?
«Abito in una grande villa con Felici, Ferranti e Vaccaro. Spesso anche Peretti viene da noi perché si trova bene. A volte, pranzo a Mondello con Lancini, Martineli e Pelagotti; a cena siamo tutti insieme. Chi cucina? Ognuno ha il suo piatto forte. Il mio è la pasta in bianco! Quello di Vaccaro, pasta con pomodoro e pangrattato, sa fare solo quella; Ferrante e Felici, che sono di Roma, preparano la carbonara. La pizza? Arriva da fuori, non ho mai lavorato nella pizzeria di papà».
Ci definisca Pergolizzi.
«Come uomo, sincero eti parla guardandoti negli occhi. In campo, ci fa esprimere al meglio. Grazie a lui sono cresciuto del 30-40% rispetto a prima. Anche se ancora mi mancano più presenze, un paio di gol e di assist».
Le polemiche sul tecnico?
«Alla gente piace, ed è giusto, esprimere un pensiero. Alla fine, contano i fatti. Il Palermo andrà in C. Ci metto la mano sul fuoco».
Nel Bari ha giocato con Floriano. «Persona straordinaria, attaccante devastante. Mi dava consigli e faceva anche la faccia brutta, quando serviva. L’ho chiamato spesso. E prima di vederci, sui social, abbiamo scambiato una battuta. Ha scritto: "Ringrazia. Dalla tribuna, ti ho portato fortuna. Ed io: “Sapevo che c’eri, non potevo deluderti”».
Vent’anni ad aprile con promozione e quale altro sogno?
«La C mi darà la possibilità di scegliere meglio, anche per il futuro. Il mio sogno è la A. Voglio dimostrare che sono in grado di farcela».