Corriere dello Sport

Roma, ci vuole un altro Dzeko ma non Piatek

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mento la situazione è questa e credo che non cambierà dato che in tre settimane ci aspettano Lazio e Juventus. La squadra di due anni fa se li sarebbe mangiati, Inter compresa, questa purtroppo, è alla mercè di tutte.

Caro Cucci, per quanto riguarda la Roma ci eravamo lasciati con la goleada di Firenze che ci aveva riempito gli occhi e ci aveva mostrato una squadra concreta finalmente anche in zona gol e con tutti i suoi interpreti principali in grande spolvero: i vari Dzeko, Lorenzo Pellegrini, Zaniolo. Neanche il tempo di goderci quella vittoria che a Firenze per la Roma è stata sempre storicamen­te difficile da ottenere, che improvvisa­mente ci siamo risvegliat­i malamente con la brutta prestazion­e andata in scena all’Olimpico contro il Torino. Una Roma di colpo brutta, involuta, senza tante idee e che è sembrata accusare anche la pressione di una classifica che con una vittoria le avrebbe permesso di approcciar­si allo scontro diretto contro la Juventus con la possibilit­à di accorciare addirittur­a a meno quattro. Come al solito, invece, niente. Quando c’è stato da fare il salto di qualità la Roma ha steccato come le è quasi sempre successo nella sua storia recente. La troppa euforia dovuta alla vittoria di Firenze molto probabilme­nte ha rilassato un po’ i calciatori e l’allenatore e forse non gli ha permesso di preparare nel migliore dei modi una partita, quella del turno della Befana, che è quasi sempre stata nefasta nella storia della Roma. Nel 2003/04 si perse uno scudetto all’Olimpico contro il Milan grazie ad una doppietta di Shevchenko che annullò l’iniziale vantaggio di Cassano. Nel primo anno di gestione Garcia ci fu la brutta sconfitta per 3-0 a Torino contro la Juventus che sgonfiò le ambizioni di primato della squadra gialloross­a e in più il 6 gennaio ci fu il primo caso di gol-line technology a Verona contro il Chievo con il gol di Pepe che andò a pareggiare nel finale una partita già vinta. La Befana della Roma insomma numeri alla mano porta (quasi) sempre carbone. Lo ha dimostrato un dato molto significat­ivo che è stato rinforzato anche dal ko contro il Torino: sono state solo 3 le vittorie nelle 10 ultime riprese dopo le feste natalizie. Il problema della

Roma poi è chi fa gol. Se si toglie Dzeko si segna col contagocce. Quando non segna il bosniaco la Roma non vince. Il problema è che Dzeko, rispetto alla concorrenz­a, segna poco. Nell’ultimo anno e mezzo appena 16 gol in 51 gare di campionato. Alla Roma mancano poi anche i gol degli altri. Degli esterni offensivi e dei trequartis­ti. C’è poca gente che vede la porta; Perotti non è mai stato uno da dieci gol a stagione se gli si tolgono i rigori, Kluivert è ancora acerbo, Zaniolo deve crescere e migliorare anche nel tiro in porta e nell’ultima decisione, Under è scomparso e Mkhitaryan sta deludendo anche lui le aspettativ­e. Alla Roma in poche parole manca un vero bomber d’area di rigore, ma di fatto manca anche una spalla. Appena 9 gol sono stati distribuit­i da Under, Perotti, Kluivert, Pastore, Mkhitaryan e lo spento Kalinic. Serve quindi qualcosa di più se si vuole ambire alle posizioni di testa, l’ultimo turno di campionato ha fatto capire questo. Hanno segnato tutti i veri bomber: Lukaku, L.Martinez, C.Ronaldo, Higuain, Immobile, Belotti e Milik. Solo il Milan è rimasto a secco e aveva in attacco titolare quel Piatek che è stato accostato alla Roma. Ecco, la cosa da evitare sarebbe questa, comprare attaccanti che non sono in fiducia. Alla Roma serve qualcosa che faccia la differenza. Altrimenti si trovino altre soluzioni, Fonseca ha saputo fare di necessità virtù nel momento del bisogno con delle invenzioni geniali come il Mancini centrocamp­ista. Gli si chiede un ulteriore sforzo.

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LAPRESSE Krzysztof Piatek

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