Da Milinkovic a Caicedo «Qui per vincere ancora»
Sergej: «Merito di questa squadra se ho una spinta in più». Il ds Tare: «Meraviglioso, continuiamo così»
Sta come una statua sul Terrazzo di Castel S’Angelo: «È merito di questa squadra se ho una spinta in più». Lo statuario Milinkovic si affaccia su Roma, svetta sulla Capitale in questa notte tutta laziale, si sporge per vedere il futuro. Le luci biancocelesti la illuminano, è uno sfavillio di gloria. Ha statura internazionale, il Sergente. E’ una guglia altissima, elemento piramidale di questa Lazio proiettata in alto. A dicembre è stato votato come miglior giocatore della serie A: «Per questo riconoscimento voglio ringraziare i miei compagni perché abbiamo fatto tutto insieme». E’ un ragazzone anche Correa, incarna un’immagine fulminea: «Vogliamo vincere ancora, c’è questa determinazione in tutta la società, nel gruppo, per fare sempre meglio». Scherza con Leiva durante la cena di gala. Aspettando il compleanno della Lazio si è aspettato il compleanno di Leiva, nato il 9 gennaio del 1987: «Ormai ho 33 anni, sto invecchiando», dice ridacchiando e sfottendo il Tucu: «Abbiamo vinto prima che tu arrivassi, non è il contrario (risata, ndr)».
CAICEDO. È Zona Panterone anche a Castel S’Angelo, è sempre più adulato: «Auguri alla società, sono orgoglioso di far parte della sua storia. Siamo felici di festeggiare il compleanno della Lazio tutti insieme». Caicedo ha portato la grinta al potere: «Mi fa piacere ascoltare elogi, sto imparando tanto giocando nella Lazio, una squadra storica. Dobbiamo continuare così per dare ai tifosi sempre più allegria». La grande bellezza di Roma ha conquistato lui e la moglie Maria: «Siamo felici di vivere a Roma, una piazza stupenda, vogliamo continuare qui. Ho girato tanto, ma il rapporto città-squadra che c’è qui non l’ho mai visto. Ha ragione Lotito, siamo una famiglia, è la nostra arma in più. Giochiamo l’uno per l’altro». Sabato, contro il Napoli, i meravigliosi di Inzaghi giocheranno con una maglia celebrativa, distintivo dei 120 anni appuntato come una medaglia.
I DIRIGENTI. Tra i cerimonieri, il diesse Tare. Prova emozione nel vedere la Lazio così unita: «E’ meraviglioso festeggiare questi 120 anni tutti insieme, essere qui è un qualcosa di speciale. Dobbiamo essere bravi continuando a fare le cose così come sono state fatte finora, a fine anno vedremo cosa avremo raggiunto». Angelo Peruzzi, club manager, ex portierone biancoceleste, interpreta e incarna nel nome, nel viso, nei gesti, prima che nelle parole, una gran fetta di storia: «Siamo in un buon momento, festeggiamo la storia lunghissima, più che centenaria, di una società che ha vissuro di alti e bassi. Siamo felici di onorare questi 120 anni. Da qui a febbraio, tra campionato e Coppa Italia, giocheremo
Peruzzi: «Speriamo che l’Olimpico ci dia una mano, può essere decisivo»