Interruzione? Ecco quando si deve
Percassi, presidente dell’Atalanta, ha invocato la sospensione della partita per i cori contro Gasperini. Già, ma quando un arbitro può interrompere (e/o sospendere) una partita di calcio? Il regolamento del gioco del calcio (ovviamente in perfetta sintonia con il Codice di Giustizia sportiva e le carte federali) elenca i casi e le situazioni alla regola 5 («L’arbitro», appunto), in particolare quando analizza «Poteri e doveri dell’arbitro in ordine all’inizio, alla prosecuzione o alla interruzione delle gare» e «Tutela dell’ordine pubblico in occasione delle gare». La prima differenza riguarda quelle situazioni che riguardano “il campo” e quelle che invece ruotano attorno ai fatti che possono accadere fuori dal terreno di gioco.
INTERRUZIONI. Interruzioni (e sospensioni temporanee: pensate al cooling break, la novità introdotta ultimamente quando le partite si disputano in condizioni climatiche particolari, con temperature molto calde; o ancora, le review del VAR) sono all’ordine del giorno in una partita. Che può essere fermata per momentanea (o definitiva, a quel punto lo stop e definitivo) impraticabilità di campo, condizioni meteo estreme avverse, infortuni gravi, interferenze degli spettatori. La regola 5 indica all’arbitro il dovere di sospendere (o di non far iniziare una partita) in tutti quei casi in cui la sua incolumità, quella dei suoi collaboratori, dei giocatori e dei tesserati ammessi sul terreno di gioco possa essere messa in pericolo. Un arbitro può interrompere una partita anche per cori, grida ed ogni altra manifestazione discriminatoria per motivi di razza, di colore, di religione, di lingua, di sesso, di nazionalità, di origine territoriale o etnica, o raffiguranti propaganda ideologica vietata dalla legge. Gli insulti, per quanto censurabili e idioti, non sono contemplati. Sarebbero sospese tutte le partite... L’arbitro può solo annotare sul referto l’accaduto, poi spetterà al Giudice prendere provvedimenti. Cosa che succederà, statene certi.
SOSPENSIONI. Nei casi succitati, l’arbitro può interrompere la partita, prima per il tempo dell’annuncio, poi con le squadre a centrocampo per un secondo annuncio, che informi gli spettatori della possibilità di sospendere definitivamente la partita. Da questo momento in poi, la strada italiana diverge da quella, ad esempio, dell’Uefa. In Italia, dopo il secondo annuncio, la decisione passa direttamente nelle mani del responsabile dell’ordine pubblico (attenzione: in caso di assenza di figure simili, la decisione spetta all’arbitro, pensate ai campionati dilettantistici). Sarà lui, incaricato dal Ministero dell’Interno, che valuterà i casi di sospensione definitiva, in relazione all’ordine pubblico. In Europa, invece, la decisione spetta all’arbitro e al delegato Uefa, presente su ogni campo.
Impraticabilità, gravi inforntuni, ulra e cori discriminatori. Agli insulti pensa il Giudice