«NON VOGLIO RIVOLUZIONI»
Buscaglia: «È il programma che conta, ce la faremo. Ma mancano ancora la consistenza mentale e la capacità di soffrire»
Riaprire un ciclo nello sport è quanto di più difficile ci possa essere. Perché i ricordi dei bei tempi, e gli inevitabili confronti, possono essere un peso gravoso per chi deve ricostruire.
Reduce da un’annata grigia, dopo tante stagioni esaltanti. la Grissin Bon Reggio Emilia ha provato a cambiare la guida tecnica per dare la svolta, ma per ora l’arrivo di Maurizio Buscaglia non è bastato a far scattare la scintilla giusta.
Il coach, che proprio domani sera, nell’anticipo, tornerà da avversario a Trento, contro la squadra che ha portato alla ribalta, è però concentrato molto più sul presente e sul futuro che sul passato.
SPECIALE. «E’, e sarà sempre, una partita speciale per me, a maggior ragione perché si tratta della prima volta - dice il tecnico -. La parte emotiva dello sport è molto importante, ha la sua bellezza e non va negata, anzi regala vitalità ed energia. So che questo ritorno mi provocherà emozione, ma per fortuna adesso sono troppo concentrato sulla situazione della mia squadra attuale per cedere ai ricordi: quando si alzerà la palla a due per 40 minuti non avrò altri pensieri che la partita».
DELUSIONE. Un approdo, quello a Reggio Emilia, dopo i 9 anni di Trento, che gli ha dato grandi stimoli, nonostante finora non sia andata proprio come sognava; anzi, un po’ di delusione serpeggia nell’ambiente perché si confidava in una ripartenza ambiziosa.
«Ma non ci saranno rivoluzioni – avverte Buscaglia-. E’ il programma che conta, e io penso che con questa organizzazione ce la faremo a centrare i nostri obiettivi: chi lotta sul parquet è il dettaglio di un quadro più grande che in questa città è ideale per chi fa pallacanestro. Qui c’è una società che lavora da 50 anni, 4.000 persone che vengono al palasport, aziende che seguono il club. Insomma, è un ambiente dall’identità forte. La squadra sta lavorando per trovare la sua».
A RISCHIO. Un roster profondamente rinnovato che sta mostrando dei limiti soprattutto in chi avrebbe dovuto vestire i panni del leader: il play israeliano Gal Mekel è un buon giocatore, ma ha poca aggressività difensiva e non riesce a mettere in ritmo i compagni.
La società sta cercando un sostituto e ha provato a riportare a casa Chris Wright, ma finora i tentativi sono andati a vuoto. Non soddisfa nemmeno Owens, il problema è che il suo ingaggio “pesante” rende difficile piazzarlo altrove.
GRUPPO. Buscaglia preferisce far riferimento al gruppo nel suo insieme: «Non direi che c’è un reparto in difficoltà più di un altro, soffriamo in difesa tutti. E quando non troviamo linfa dal nostro attacco soffriamo di più. Abbiamo vinto delle partite, però alla nostra squadra manca la consistenza mentale, la capacità di soffrire, la colla che ci tiene insieme nei momenti negativi della partita – spiega -. Il basket è uno sport di errori, vince chi reagisce meglio a quelli che commette senza lasciarsi trascinare dai pensieri negativi. Su questo non siamo ancora riusciti a svoltare» ammette.
Un po’ di pressione il coach la sente, ma «la pressione bisogna averla, come si fa a giocare senza? Bisogna saperla gestire» ribatte.
E aggiunge: «Qui la gente ha piacere che si giochi bene, oltre a vincere. Il pubblico di Reggio vuole un gruppo che lo rappresenti. Per costruire serve tempo; durante il percorso accadono delle cose che all’improvviso ti fanno credere in quello che stai facendo». Sotto il profilo tecnico Buscaglia chiede «approcci migliori e più reattività sulle palle vaganti».
Per fare il salto di qualità la Grissin Bon, vigile sul mercato, avrebbe bisogno di «giocatori che abbiano conoscenza del gioco, fisicamente e mentalmente forti. A volte, però, è solo questione di abitudine: chi ha nuove responsabilità e minutaggi più ampi deve fare un up-grade, qualcuno è più veloce nell’adattamento, altri meno».
Sta di fatto che i 14 punti in classifica non soddisfano un ambiente appassionato ed esigente. «Non nascondo che speravo di partire meglio e dare un’impronta più rapida e immediata». Ma la stagione riserva ancora delle possibilità.
«Qui i tifosi hanno piacere che la squadra giochi bene oltre che vincere»