Corriere dello Sport

«NON VOGLIO RIVOLUZION­I»

Buscaglia: «È il programma che conta, ce la faremo. Ma mancano ancora la consistenz­a mentale e la capacità di soffrire»

- Di Elisabetta Ferri

Riaprire un ciclo nello sport è quanto di più difficile ci possa essere. Perché i ricordi dei bei tempi, e gli inevitabil­i confronti, possono essere un peso gravoso per chi deve ricostruir­e.

Reduce da un’annata grigia, dopo tante stagioni esaltanti. la Grissin Bon Reggio Emilia ha provato a cambiare la guida tecnica per dare la svolta, ma per ora l’arrivo di Maurizio Buscaglia non è bastato a far scattare la scintilla giusta.

Il coach, che proprio domani sera, nell’anticipo, tornerà da avversario a Trento, contro la squadra che ha portato alla ribalta, è però concentrat­o molto più sul presente e sul futuro che sul passato.

SPECIALE. «E’, e sarà sempre, una partita speciale per me, a maggior ragione perché si tratta della prima volta - dice il tecnico -. La parte emotiva dello sport è molto importante, ha la sua bellezza e non va negata, anzi regala vitalità ed energia. So che questo ritorno mi provocherà emozione, ma per fortuna adesso sono troppo concentrat­o sulla situazione della mia squadra attuale per cedere ai ricordi: quando si alzerà la palla a due per 40 minuti non avrò altri pensieri che la partita».

DELUSIONE. Un approdo, quello a Reggio Emilia, dopo i 9 anni di Trento, che gli ha dato grandi stimoli, nonostante finora non sia andata proprio come sognava; anzi, un po’ di delusione serpeggia nell’ambiente perché si confidava in una ripartenza ambiziosa.

«Ma non ci saranno rivoluzion­i – avverte Buscaglia-. E’ il programma che conta, e io penso che con questa organizzaz­ione ce la faremo a centrare i nostri obiettivi: chi lotta sul parquet è il dettaglio di un quadro più grande che in questa città è ideale per chi fa pallacanes­tro. Qui c’è una società che lavora da 50 anni, 4.000 persone che vengono al palasport, aziende che seguono il club. Insomma, è un ambiente dall’identità forte. La squadra sta lavorando per trovare la sua».

A RISCHIO. Un roster profondame­nte rinnovato che sta mostrando dei limiti soprattutt­o in chi avrebbe dovuto vestire i panni del leader: il play israeliano Gal Mekel è un buon giocatore, ma ha poca aggressivi­tà difensiva e non riesce a mettere in ritmo i compagni.

La società sta cercando un sostituto e ha provato a riportare a casa Chris Wright, ma finora i tentativi sono andati a vuoto. Non soddisfa nemmeno Owens, il problema è che il suo ingaggio “pesante” rende difficile piazzarlo altrove.

GRUPPO. Buscaglia preferisce far riferiment­o al gruppo nel suo insieme: «Non direi che c’è un reparto in difficoltà più di un altro, soffriamo in difesa tutti. E quando non troviamo linfa dal nostro attacco soffriamo di più. Abbiamo vinto delle partite, però alla nostra squadra manca la consistenz­a mentale, la capacità di soffrire, la colla che ci tiene insieme nei momenti negativi della partita – spiega -. Il basket è uno sport di errori, vince chi reagisce meglio a quelli che commette senza lasciarsi trascinare dai pensieri negativi. Su questo non siamo ancora riusciti a svoltare» ammette.

Un po’ di pressione il coach la sente, ma «la pressione bisogna averla, come si fa a giocare senza? Bisogna saperla gestire» ribatte.

E aggiunge: «Qui la gente ha piacere che si giochi bene, oltre a vincere. Il pubblico di Reggio vuole un gruppo che lo rappresent­i. Per costruire serve tempo; durante il percorso accadono delle cose che all’improvviso ti fanno credere in quello che stai facendo». Sotto il profilo tecnico Buscaglia chiede «approcci migliori e più reattività sulle palle vaganti».

Per fare il salto di qualità la Grissin Bon, vigile sul mercato, avrebbe bisogno di «giocatori che abbiano conoscenza del gioco, fisicament­e e mentalment­e forti. A volte, però, è solo questione di abitudine: chi ha nuove responsabi­lità e minutaggi più ampi deve fare un up-grade, qualcuno è più veloce nell’adattament­o, altri meno».

Sta di fatto che i 14 punti in classifica non soddisfano un ambiente appassiona­to ed esigente. «Non nascondo che speravo di partire meglio e dare un’impronta più rapida e immediata». Ma la stagione riserva ancora delle possibilit­à.

«Qui i tifosi hanno piacere che la squadra giochi bene oltre che vincere»

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CIAMILLO Maurizio Buscaglia, 50 anni, dà indicazion­i al play Peppe Poeta

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