Corriere dello Sport

Paulo un grande giocatore

- di Alberto Polverosi

Se Ronaldo può decidere quando e quanto giocare pensando a cosa sia meglio per se stesso, vorremmo che Dybala non avesse questa possibilit­à di scelta: lo vorremmo sempre e comunque in campo. In un’intervista di qualche anno fa, parlando del fascino del numero 10, Zvonimir Boban, appartenen­te di diritto a questa casta, disse: «La differenza fra un grande numero 9 e un grande numero 10 è questa: quando si parla del numero 9 si dice che è un grande attaccante, quando si parla del numero 10 si dice che è un grande giocatore». Ronaldo, anche se porta il 7 sulle spalle, è un attaccante, Dybala è un giocatore. E’ la stessa ragione per cui se oggi qualcuno ci chiedesse chi è stato il miglior giocatore del girone d’andata della Serie A diremmo il 10 della Juve, ben sapendo che Ciro Immobile ha fatto di più come gol, stabilendo un record. Il record di Dybala è il livello dello spettacolo, a cui nessun altro protagonis­ta del nostro campionato può avvicinars­i.

Quello che davvero fatichiamo a comprender­e è l’atteggiame­nto della Juve (tutta, dalla dirigenza ai tecnici) nei confronti di quel fenomeno. La storia stabilisce che fra Ronaldo e lui la differenza è a favore del portoghese, ma la cronaca di questa stagione ribalta il rapporto. Oggi la differenza è a favore dell’argentino. I famosi 150 palloni a partita che Sarri a inizio stagione voleva ingentilit­i dai piedi di Pjanic dovrebbero passare invece dal sinistro di Dybala, allora sì che la Juve non avrebbe rivali.

L’argentino entra di diritto nella galleria dei fantastici 10 della storia della Juventus, dal danese John Hansen (il primo del dopo-guerra) a Omar Sivori che in bianconero vinse il Pallone d’Oro, da Michel Platini (tre Palloni d’Oro da juventino) a Roberto Baggio (uno solo...), da Zinedine Zidane (uno pure lui) ad Alex Del Piero. Dybala è di quel livello, ci sembra impossibil­e che, in alcuni momenti, in alcune situazioni, non venga così recepito dalla Juve. Non è colpa sua se è capitato negli anni di Messi e Ronaldo, ma appena i due si avvieranno alla pensione sarà lui, insieme a Neymar, a Mbappé e a pochi altri a battersi per il Pallone d’Oro.

Doveva essere ceduto e per fortuna di Sarri e della squadra non se n’è andato, è stato sostituito quando era decisament­e il migliore in campo (a Roma), è rimasto spesso fuori per cedere il passo a Ronaldo e per suo merito ha raggiunto il livello del suo compagno. Tanto per dare un’idea, in questa stagione Cristiano ha giocato 2.026' e segnato 16 gol, alla media di 1 gol ogni 126'; l’argentino è arrivato 1.479' con 11 reti, alla media di 1 rete ogni 134'. La differenza, sotto questo aspetto, è minima. Ma Ronaldo è un grande attaccante, Dybala un grande giocatore.

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