CASTORI: ORA SERVE FOLLIA
«Bisogna correre tutti come dei matti e non avere paura»
Un'impresa da ripetere. La corsa verso la salvezza del Trapani riparte dalla sfida di oggi contro l'Ascoli. Fabrizio Castori, marchigiano di San Severino, quell'impresa l'ha già compiuta 9 anni fa proprio con la squadra bianconera. Una salvezza che oggi punta a bissare alla guida dei siciliani. «Missioni complicate come queste mi danno grandi stimoli. E io che trovo la motivazione nella difficoltà, non riesco a provare paura neanche in circostanze simili». Castori non teme nulla, dunque, ed è proprio questo il concetto che sta provando a inculcare a una squadra che è penultima, dopo un girone d’andata insoddisfacente, e che oggi è un cantiere aperto.
PAURA MAI. La ricetta del tecnico ha altri ingredienti. La follia, ad esempio. «Senza non si va da nessuna parte. Dei folli apprezzo il coraggio perché è con questo che si vince, non certo con la ragione». Per rendere più chiaro il concetto, Castori, che è un appassionato di moto, usa una metafora. «Dobbiamo essere una squadra di matti che corre a manetta e senza frenare, anche a costo di sfiorare la caduta. Soprattutto in curva, dovremo essere gli ultimi a staccare. Oggi inizia la nostra corsa». Il terzo ingrediente è la convinzione dei propri mezzi. «Dobbiamo credere in ciò che facciamo. Ciascuno dovrà dare il massimo. Il calcio è un'arte e i calciatori non sono degli impiegati: devono metterci qualcosa di proprio». Il tecnico metterà da parte i sentimenti. «Non posso permettermi una flessione emotiva, servono punti».
DURO LAVORO. Gli ultimi sono stati giorni di duro lavoro. Spesso a porte chiuse, focalizzati sull'identità e sulla condizione fisica, ma con un punto fermo: il 3-5-2. «Non sono uno che cambia dalla sera alla mattina. In questa situazione serve una certezza che non si può modificare. Ecco perché non cambieremo». Nessun altro indizio, però. «Mi piace tenere tutti sulla corda».
MERCATO. Il mercato, intanto, sta rivoluzionando la rosa. L'allenatore, però, allontana le voci sulle possibili partenze dei pezzi pregiati. «La società sa bene chi deve restare. Dobbiamo correre ma non possiamo farlo in bicicletta contro chi è motorizzato». Correre, dunque, e in maniera folle. «Comodo, tranquillo e sereno nel mio vocabolario non esistono, sono parole che collego al sonno mentre noi dobbiamo essere reattivi. Ma sto iniziando a vedere un Trapani castorizzato».