Alonso pensa alla rivincita
Fernando 13º con la Toyota «Se tornerò lo farò per vincere»
È proprio il caso di dire gallina vecchia fa buon brodo! Esperienza, velocità e tattica: tre ingredienti che hanno consentito a Carlos Sainz di scrivere un’altra pagina della Dakar. Per la terza volta c’è infatti la sua firma sul raid, disputatosi in Arabia Saudita. Dopo i trionfi con Volkswagen nel 2010 e con la Peugeot nel 2018, ecco arrivare quello con la Mini. Una lezione a tutti gli effetti quella del pilota 57enne, nell’anno in cui alla gara ha fatto il proprio debutto Fernando Alonso. Non mancava la curiosità nel vedere all’opera l’ex pilota Ferrari. Una Dakar rivelatasi tribolata per l’asturiano, che nel corso della prima settimana ha perso ben due ore di tempo per la rottura di una sospensione, mentre mercoledì è stato vittima di un cappottamento con la sua Hilux su una duna. Alonso sognava di vincere almeno una tappa al raid, invece deve accontentarsi di un secondo posto quale migliore prestazione.
Eppure, dal suo volto, trapela soddisfazione all’arrivo di Qiddiyah: «Sono felice - ha commentato - Giungere al traguardo rappresentava la priorità e ci sono riuscito alla prima partecipazione. Disputare la Dakar era una sorta di sfida personale, è un rally durissimo, ma sono stato in grado di essere veloce e competitivo». Non manca poi una battuta riguardo una sua eventuale seconda partecipazione: «Ancora non lo so. Qualora dovessi tornare sarà per vincere». Fernando cita quindi la vittoria, la stessa che inseguivano il campione uscente Nasser Al-Attiyah e il tredici volte vincitore, Stephane Peterhansel. Ci hanno provato fino all’ultimo a mettere i bastoni tra le ruote a Carlos Sainz, ma alla fine si sono dovuti consolare con il secondo e terzo gradino del podio. «Sono molto felice - ha detto il vincitore - Ci sono stati tanti sforzi dietro questo successo, tanto allenamento, pratica, preparazione fisica. Abbiamo iniziato a vincere questa Dakar il primo giorno, partendo da zero».
Nelle moto la Honda ha invece messo fine a un digiuno che durava dal 1989, quando l’ultimo a trionfare con la casa dell’ala dorata fu Gilles Lalay. Trent’anni dopo ci ha pensato Ricky Brabec a regalare alla HRC una vittoria a lungo inseguita e sognata. Semplicemente perfetto l’americano, che non ha mai dato agli avversari il minimo cenno di cedimento, gestendo fin dalla prima settimana la leadership del raid. Il trionfo dello statunitense mette quindi fine al dominio della KTM, che durava dal 2001. La Casa austriaca si consola questa volta con il terzo posto di Toby Price, preceduto dalla Husqvarna di Pablo Quintanilla. Per quanto riguarda gli italiani, il migliore è stato Maurizio Gerini, autore del 20º posto, mentre due posizioni più arretrate Jacopo Cerutti.
CLASSIFICHE FINALI - Auto: 1. Sainz (Spa, Mini) 42h59’17”; 2. Al-Attiyah (Qat, Toyota) a 6’21”; 3. Peterhansel (Fra, Mini) a 9’58; 13. Alonso (Spa, Toyota) a 4h42’47”.
Moto: 1. Brabec (Usa, Honda) 40h02’36”; 2. Quintanilla (Cil, Husqvarna) a 16’26”; 3. Price (Aus, KTM) a 24’06”; 20. GERINI (Husqvarna) a 4h08’16”; 22. CERUTTI (Husqvarna) a 4h26’00”.