Gattuso: Ora tutti in ritiro hanno deciso i giocatori
«Stiamo giocando con il fuoco bisogna guardarsi in faccia»
Il Napoli continua inesorabilmente a colare a picco in campionato. Lo dicono i numeri di questa prima, nerissima parentesi della gestione Gattuso: quattro sconfitte e una vittoria in cinque partite, tre delle quali al San Paolo. Terra di conquista e deserto di punti bagnato soltanto dalla pioggia incessante di fischi scatenata dal popolo azzurro all’uscita di squadra e tecnico dal campo. La scossa tecnica, fisica e soprattutto caratteriale attesa e invocata dopo l’esonero di Ancelotti, che quattro sconfitte le ha raccolte in quindici giornate, resta ancora un’idea. Una speranza. «Abbiamo toccato il fondo, siamo sprofondati, è stata una prestazione imbarazzante: non è soltanto una questione tecnico-tattica, ma anche di tenuta del campo. Mentale. Il responsabile sono io, con il mio staff. Non possiamo continuare così, stiamo rischiando e giocando col fuoco: lo devono capire tutti e leggere la classifica», dice Gattuso con grande onestà. «Dobbiamo guardarci in faccia, parlare chiaro e trovare soluzioni». Il Napoli lo farà in ritiro almeno fino a martedì, giorno dei quarti di Coppa Italia con la Lazio: «Lo ha deciso la squadra». Quella stessa che disertò il primo, deciso dal club, dopo il Salisburgo.
L’INVOLUZIONE. E allora, la serie negativa di Rino: prima di lui soltanto Zeman, nel 2000, aveva perso quattro delle prime cinque partite alla guida del Napoli in Serie A. E cinque sono anche le volte in cui la squadra è andata in svantaggio: sempre, praticamente. E’ accaduto con il Parma, il Sassuolo, l’Inter, la Lazio e anche ieri; striscia nel corso della quale sono stati collezionati appena 3 punti (media 0.6), con 4 gol realizzati e 9 subiti. La fase difensiva, l’elemento approfondito in questo primo mese per ammissione dell’allenatore, lascia a desiderare tanto quanto quella offensiva. Problemi evidenti, e tanti, fermo restando le pesanti assenze di Koulibaly, Mertens e Maksimovic: «Recuperare gli infortunati è importante, ma cerchiamo alibi. Siamo dei privilegiati: dobbiamo metterci la faccia e io sono il primo responsabile. Bisogna chiedere scusa ai tifosi: l’involuzione è difficile da spiegare, abbiamo fatto peggio di quanto accadde con il Parma».
FURORE E RITIRO. Gattuso non si nasconde: «Sono molto preoccupato: la squadra ha fatto il contrario di quello che avevamo preparato, ma non ha furore agonistico. Per uscire da questo periodo bisogna stare insieme e guardarsi negli occhi. Dobbiamo ritrovarci come squadra: oggi sembra che ognuno vada dove gli pare».
Ecco perché dopo la partita i giocatori sono rientrati a Castel Volturno, in ritiro. «Una decisione loro». Inevitabile. «E’ necessario parlarsi, cercare soluzioni insieme e dirsi le cose in faccia: anche io ho giocato con gente che mi stava antipatica, ma in campo davo tutto anche per chi mi stava meno simpatico. Inutile parlare delle multe, di chi resta e chi non resta: ora serve analizzare cosa non funziona e cambiare. Sono deluso e devo riflettere: non credo di poter entrare nella testa dei miei giocatori con il carattere che avevo io».
«Da rivedere tante cose: si è toccato il fondo, non ha funzionato nulla»