Ci mancherai, Anastasi
Domani mattina a Varese i funerali di Pietruzzu, amato dai tifosi veri
Non voler bene a Pietro Anastasi era semplicemente impossibile. Immediata la reazione commossa di tutto il mondo del calcio dopo la notizia della morte del grande «Pietruzzu», unanime il ricordo di un uomo perbene, generoso, gentile. Oltre che di un grande calciatore, anche simbolo di un'intera generazione di meridionali alla ricerca del riscatto sociale. Anastasi si è spento a 71 anni, sconfitto solo da una malattia infame. «Papà aveva la Sla, che gli era stata diagnosticata tre anni fa dopo essere stato operato di un tumore all’ intestino. Gli ultimi mesi sono stati davvero devastanti e lui giovedì sera ha chiesto la sedazione assistita per poter morire serenamente», ha svelato all’Ansa suo figlio Gianluca. I funerali si terranno domani nella Basilica di San Vittore a Varese, da questa mattina alle 10 all'interno della sala comunale Estense verrà aperta la camera ardente.
UN ESEMPIO. Indimenticabile per chiunque abbia avuto il piacere, l'onore, di giocare insieme a lui. «Grazie Pietro, sei stato un esempio per me e per molti altri», il commosso tweet di Marco Tardelli. Ci pensa Claudio Marchisio a spiegare cosa rappresentasse Anastasi anche per le nuove generazioni di juventini: «Un'icona di un calcio che forse non esiste più. Anastasi è stato uno di quei calciatori di cui ti innamoravi dai racconti di tuo padre... ». «Salutiamo una leggenda del calcio italiano, un giocatore straordinario, ma soprattutto una persona di grande spessore stimata e apprezzata da tutti. Pietro Anastasi rimarrà per sempre nei cuori di tutti i tifosi azzurri per la vittoria dell’Europeo del ‘68, protagonista determinante della rinascita del calcio nazionale dopo anni bui», il commento del presidente Figc Gabriele Gravina.
ILRICORDO. Scenderà in campo con il lutto al braccio questa sera la Juventus, prima della sfida con il Parma allo Stadium si terrà un minuto di silenzio. E ad Anastasi è volato il primo pensiero di Maurizio Sarri in conferenza stampa: «È stato un giocatore importantissimo per questo club e il calcio italiano. Uno dei miei primi ricordi è la finale dell'Europeo '68, dove è stato protagonista. Mi sembra giusto rendere omaggio a un grande giocatore e un grande uomo». Così invece Antonio Conte: «Ho avuto il piacere di conoscerlo personalmente, era veramente una grande persona». L’ad interista Beppe Marotta ricorda: «Con Pietro ci legava un’amicizia di più di 50 anni. Eravamo vicini di casa a Varese, c’era un legame molto forte. Era un uomo d’altri tempi, poche parole e molto senso del lavoro e della famiglia. Alla Juve era la spalla ideale di Bettega. Era un campione che aveva grande rispetto degli altri». Juve, Inter e non solo. Il 100º gol in serie A, Anastasi lo segnò con la maglia dell'Ascoli al Comunale di Torino, applaudito da tutto lo stadio: «Il suo ricordo rimarrà indelebile nel cuore di tutti i tifosi dell'Ascoli. Ciao Pietro!», la nota della società marchigiana. E pure tutta Catania è in lutto, come sottolineato dal sindaco Salvo Pogliese: «Pietro Anastasi è stato per decenni uno dei simboli di Catania e dell'intraprendenza catanese nell'Italia, un goleador di cui andare fieri e orgogliosi. A lui intitoleremo uno dei campi di calcio comunali». Da Varese a Catania, ha unito l'Italia ancora una volta. Buon viaggio, Pietruzzo.
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