Corriere dello Sport

LA BMW VA AL MAX E VOLA ANCHE IN CILE

Max Günther vincitore più giovane di sempre nella serie elettrica Decisivo il sorpasso su Da Costa

- Di Riccardo Guglielmet­ti

La sfida si preannunci­ava incandesce­nte, non solo per i 35 gradi registrati dal termometro, ma per quanto accaduto nel round inaugurale di due mesi prima a Riad, in Arabia Saudita. C’era chi andava a caccia di conferme, chi voleva invece una rivincita e chi sognava di voltare pagina e ripartire per dimenticar­e le delusioni. Le premesse erano delle migliori, peccato che i big si siano sciolti come neve al sole nella tappa di Santiago del Cile, deludendo gran parte delle attese. È il caso della Porsche di André Lotterer, uscita di scena dopo un contatto con Alexander Sims, che arrivava in Sudamerica da leader della serie. Come se non bastasse, all’elenco si aggiunge il campione in carica Jean Eric Vergne, costretto ad alzare bandiera bianca a pochi minuti dal termine per il cedimento dell’ala anteriore.

AMICO DI MICK. A mettere tutti d’accordo ha pensato quindi Maximilian Günther, amico di Mick Schumacher, cui ha insegnato alcuni segreti dell’EuroF3, di cui poi il figlio del grande Michael è diventato campione nel 2018. Un sabato da favola per il pilota tedesco, che ha regalato alla BMW il secondo successo stagionale diventando peraltro, a 22 anni, il più giovane vincitore di sempre in Formula E (serie nata nel 2014).

Ha giocato d’intelligen­za il portacolor­i Andretti, sfruttando alla perfezione gli attack mode per arrivare all’ultimo giro incollato agli scarichi di Antonio Felix Da Costa. Poi, ecco il sorpasso da ovazione ai danni del portoghese, che vale il primo trionfo del nuovo anno: «Abbiamo fatto un lavoro perfetto di strategia - ha dichiarato MaxG, questo il suo soprannome - il secondo tempo in qualifica era la conferma delle ottime sensazioni riscontrat­e in pista e alla fine siamo riusciti a chiudere in bellezza».

A Da Costa non resta invece che consolarsi con il secondo posto, dedicato alla memoria del connaziona­le Paulo Gonçalves, scomparso la scorsa settimana nella settima tappa della Dakar: «La vittoria era molto vicina - ha commentato l’alfiere DS Techeetah - Perdere così fa male, però quello che conta è aver ritrovato la competitiv­ità che in parte era mancata a Riad». A comporre il podio in terra sudamerica­na è invece la Jaguar di Mitch

Evans, che riscatta il deludente weekend in Arabia dopo essere partito dalla prima casella sullo schieramen­to. Il pilota neozelande­se ha tentato di difendere coi denti la pole, ma sulla lunga distanza si è dovuto arrendere di fronte alla superiorit­à dei rivali.

VANDOORNE NUOVO LEADER. Se in Cile gli appassiona­ti si aspettavan­o di vedere i big in lotta per la vittoria, sono rimasti delusi. In casa Mercedes si è cercato più che altro di limitare i danni al termine di un sabato altalenant­e. Nonostante il nono crono in qualifica, Stoffel Vandoorne ha portato la monoposto al sesto posto alle spalle del giovane compagno Nicky De Vries. Una prestazion­e che alla fine promuove il belga, nuovo leader del campionato, con un margine di tre punti nei confronti di Alexander Sims. Alle sue spalle si inserisce invece l’Audi di Lucas Di Grassi, che dopo una qualifica disastrosa è riuscito a rimontare dal 23º al 7º posto. Nella top ten c’è anche spazio per la Venturi di Felipe Massa, mentre decima è la Virgin di Sam Bird.

Il portoghese della DS (2º) dedica il podio a Gonçalves, morto alla Dakar

Di Grassi male in qualifica (23º), ma l’Audi gli consente di risalire settimo

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GETTY Mitch Evans (Jaguar) davanti a tutti nelle prime fasi dell’E-Prix di Santiago del Cile, mentre Max Günther (numero 28) lo pressa già alle spalle

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